Diabelli, Anton
Anton Diabelli nacque a Mattsee, vicino a Salisburgo, il 5 settembre 1781. Studiò musica a Michaelbeuren e a Salisburgo, dopodiché nel 1800 entrò nell’Abbazia di Raitenhaslach. Dopo la chiusura dei monasteri bavaresi, nel 1803, andò a Vienna, dove iniziò a insegnare pianoforte e chitarra, acquistando velocemente una certa notorietà come arrangiatore e compositore; diversi suoi lavori furono pubblicati a Vienna, mentre sei messe erano già uscite nel 1799 ad Augusta. L’attività di correttore di bozze presso la S. A. Steiner & Co. lo portò a interessarsi sempre di più all’editoria musicale, così nel 1817 iniziò a pubblicare in proprio delle serie di spartiti su sottoscrizione, che presto furono distribuite dalla maggior parte delle botteghe di musica della città.
Ambendo ad acquisire una propria sede commerciale, nel 1818 Diabelli si mise in contatto con Pietro Cappi, il quale conduceva una rivendita autorizzata di oggetti d’arte; i due strinsero una società per la pubblicazione di spartiti musicali, concentrandosi inizialmente sul repertorio operistico e coreutico allora in voga. Le antologie da loro stampate furono popolari per decenni, ma l’attività decollò in maniera definitiva quando Diabelli entrò in rapporti con Franz Schubert, del quale fu il primo a stampare la musica, mentre, malgrado la lunga conoscenza, non riuscì a stabilire la stessa relazione con Ludwig van Beethoven, limitandosi a pubblicarne solo alcuni pezzi.
Nel 1819 Diabelli ebbe l’idea di sottoporre un proprio tema di valzer a tutti i compositori più rilevanti allora attivi in Austria, al fine di produrre una sorta di “antologia patriottica” di variazioni che, grazie alla lunghezza limitata dei brani, fosse adeguata all’utilizzo nel contesto musicale domestico, popolare all’epoca. Non tutti i compositori interpellati risposero, ma nel 1824 si giunse a un totale di 50, includendo anche il compositore tedesco Kalkbrenner, in visita a Vienna per una tournée concertistica, mentre una coda di Carl Czerny concludeva il tutto. Molte variazioni sono simili, poiché i compositori avevano lavorato ignorando cosa stessero facendo gli altri e, all’epoca, le tecniche di variazione e la scrittura virtuosistica per pianoforte si basavano su dei principi codificati. Tra di esse ne compare una scritta da Franz Liszt, allora appena undicenne: fu questa la sua prima pubblicazione.
Nel 1824 Campi si ritirò dall’attività e la ditta, rinominata Anton Diabelli & Cie, entrò nel suo periodo più produttivo. Al posto di Cappi subentrò Anton Spina, che assunse la gestione dell’aspetto commerciale, mentre Diabelli era il responsabile delle scelte artistiche. Questa suddivisione del lavoro portò la società a un considerevole successo, che le permise di competere con altre più affermate e di acquisirne di più piccole. Il programma editoriale denota come Diabelli avesse compreso la necessità di finanziare la pubblicazione di musica “colta” e avanzata attraverso la produzione di pezzi popolari: il catalogo della ditta comprendeva un’ampia gamma di musica alla moda per l’intrattenimento e la danza. Ma la sua fama deriva dal sostegno accordato a Schubert, di cui Diabelli fu il principale editore fino al 1823, quando Schubert ruppe i rapporti con la ditta e si rivolse ad altri editori. Dopo la morte del compositore, Diabelli riuscì a ottenere gran parte del suo lascito dal fratello di lui, Ferdinand, acquisendone la proprietà.
Nel 1851 Diabelli si ritirò dall’attività, sciogliendo la società con Spina, il quale continuò in proprio, lasciando nel 1852 la direzione al figlio Carl Anton. Diabelli morì a Vienna il 7 aprile 1858.
- Anton Diabelli Nachlass. Vienna, Österreichische Nationalbibliothek, Musiksammlung.
- Voce su Anton Diabelli del Grove Music Online.
- Voce su Anton Diabelli della Encyclopaedia Britannica.
- Scheda informativa e materiali audio di approfondimento su Anton Diabelli della Rai.
- Scheda informativa e materiali archivistici relativi ad Anton Diabelli della Bibliothèque Nationale de France.
- Scheda informativa e discografia di Anton Diabelli.
- Discografia di Anton Diabelli.
- Jukka Savijoki, Anton Diabelli (1781-1858): Cenni biografici e opere per chitarra. I-IV. «Il Fronimo», 30, 118 (aprile-giugno 2002), pp. 31-40. Jukka Savijoki, Anton Diabelli (1781-1858): Cenni biografici e opere per chitarra. V. «Il Fronimo», 31, 121 (gennaio-marzo 2003), pp. 26-35.
- Anton Diabelli's Guitar Works: A Thematic Catalogue. A cura di Jukka Savijoki, Columbus, Orphée, 2004.
- Anton Diabelli (1781-1858): thematisch-systematisches Wekverzeichinis (WAD). A cura di Leopold M. Kantner, Monaco, Strube, 2006.
- Cinzia Balestra, Diabelli, Ricordi e le 'melodie' di Franz Schubert in Italia nell'Ottocento. «Fonti musicali italiane», 14 (2009), pp. 123-150.
- Marco Riboni, Lo stile classico: La forma-sonata e i chitarristi dell'Ottocento. II. «Il Fronimo», 39, 154 (aprile-giugno 2011), pp. 46-52.
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