Carestini, Giovanni (Cusanino)
Giovanni Carestini nacque a Filottrano (in provincia di Ancona) nel 1705. A dodici anni si trasferì a Milano, presso la famiglia Cusani, da cui fu soprannominato "Cusanino". Debuttò come cantante evirato il 26 dicembre 1719 con il Porsena di Vignati (Palazzo Ducale, Milano). Nel 1720 lo troviamo tra gli interpreti de La pace fra Seleuco e Tolomeo di Francesco Gasparini e nel 1721 nella Griselda di Alessandro Scarlatti (Roma, Teatro Capranica).
Dal 1723 al 1725 fu attivo presso la cappella musicale di Vienna diretta da Johann Joseph Fux. Nel frattempo, proseguì la sua partecipazione alle stagioni operistiche italiane: nel 1724 fu a Mantova e Venezia, nel 1726 a Genova e ancora Venezia, nel 1727 a Roma, dove interpretò il Catone in Utica di Leonardo Vinci, e a Milano, con il Girita di Vignati e il Tamerlano di Giay. Nel 1726 fu anche ammesso a pieni voti all'Accademia Filarmonica di Bologna.
Nella stagione 1728-1729 fu scritturato dal Teatro S. Bartolomeo di Napoli, dove interpretò ruoli di opere di Johann Adolf Hasse, Scarlatti, Vinci. Successivamente, fino al 1731, fu attivo a Milano, Venezia e Roma. Nel 1733 fu chiamato da Georg Friedrich Händel a Londra, in sostituzione di un altro celebre evirato del tempo, "il Senesino". Presso l'Haymarket Theatre, guidato dal compositore sassone, esordì nel pasticcio Semiramis riconosciuta, per poi interpretare ruoli da protagonista nell'Ottone, Cajo Fabricio e Artaserse. Il 26 gennaio 1734 ottenne un memorabile successo con Ariadne in Creta di Händel; in questo periodo il compositore sassone fu autore di una serie di opere e serenate (Il Parnasoin festa, Sosarme, Il Pastor fido, Ariodante, Alcina) composte a misura delle capacità tecniche e vocali di Carestini.
Nel 1735 tornò in Italia e riprese a esibirsi presso i più importanti teatri italiani. Dal 1747 al 1750 fu attivo anche alla corte di Dresda, e nel 1750 al servizio della corte prussiana di Berlino. Nell'ultima fase della sua carriera, precisamente dal 1754 al 1758, si spostò in Russia, a Pietroburgo, prendendo parte alla compagnia di Francesco Araja. Rientrato in Italia, fu scritturato dal Teatro S. Carlo di Napoli, ma ormai aveva perso lo splendore della sua voce per cui poté esibirsi solo nella prima opera della stagione, L'Ezio di Gaetano Latilla. Morì nel 1760 a Filottrano.
- Donald Burrows, Handel, Oxford, Oxford University Press, 20122
- Francesco Degrada, Carestini, Giovanni, detto il Cusanino, in Dizionario Biografico degli Italiani, Roma, Istituto della Enciclopedia Italiana, vol. 20, 1977
- Dan H. Marek, Alto. The Voice of Bel Canto, London, Rowman & Littlefield, 2016
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