Fiesta de San Pedro (Horcón)

  1. Dettaglio di una litografia francese del 1838 (Album D'Un Voyage dans la Republique du Chili par Claude Gay. Paris: Imprime Thunot,1838) in cui si apprezza un baile chino nei festeggiamenti della Virgen de Andacollo.
  2. Baile chino contemporaneo.
  3. Dettaglio di flauti.
Repertorio
Genere
Area geografica di riferimento
Aree geo-culturali
Nome del paese
Interprete/interpreti
  • Baile chino di Punchucaví
  • Baile chino di Zapallar
  • Baile chino di Pucalán
  • gruppo di danzantes
Anno di registrazione
1992
Video di presentazione
Descrizione

La tradizione del baile chino è protetta dall’UNESCO e iscritta nella lista del Patrimonio intangibile dell’Umanità (2014).

I bailes chinos sono delle confraternite devozionali, i cui membri (maschi), danzano, suonano e cantano per esprimere la loro fede e la devozione nei confronti della Vergine e dei Santi in occasione di determinate festività del calendario cattolico. Il vocabolo chino (letteralmente “cinese”) indica in lingua quechua un “servitore”, in questo caso della Vergine. L’area di diffusione corrisponde al Cile centrale e settentrionale, con differenti tipologie regionali. A sua volta, il baile chino fa parte di una più ampia diffusione di bailes devozionali cileni che trovano espressione nelle grandi festività religiose, come quelle di Andacollo e della Tirana. La tradizione dei chinos risale alla prima epoca coloniale ed è un esempio di sincretismo tra pratiche di danza rituale europee ed elementi amerindi, come ad esempio i flauti utilizzati dai danzatori.

Il video documenta le festività in onore di San Pedro, nella località di Horcón (Valparaiso). Vi partecipano tre confraternite della zona, con costumi di ispirazione marinaresca che caratterizzano i chinos di quest’area geografica. Ogni gruppo è composto da un cantore solista (alferez), da suonatori di tamburo (normalmente due tambores e un bombo), e da un numero variabile (circa 20) di danzatori-flautisti. L’alferez intona delle strofe in onore della Vergine o del santo della devozione, oppure di saluto, di commiato o di ringraziamento (nel video, a 6.58 e a 9.30); il tamburo ha il compito di coordinare il movimento coreografico; i flautisti danzano e suonano, oppure rispondono in coro al canto solista dell’alferez.

Nel video, che risale al 1992, osserviamo (min. 3.00) la presenza di altre confraternite, bailes danzantes, originarie del Cile settentrionale, con caratteristiche molto diverse dai chinos. I danzantes, che interpretano musiche più prossime a modelli di consumo (qui una cumbia di sapore andino) e mantengono separate musica e danza, nel tempo sono diventati una presenza predominante e concorrenziale nei confronti del baile chino.

 

 

Voci e strumenti

flautas o pitos (pifilka). I flauti, di chiara origine amerindia, sono strumenti a nota fissa, dal suono ricco di armonici e battimenti. Vengono suonati a coppie, che costituiscono ciascuna un unico strumento (come nel sicu, fauto di pan bipolare andino), e si distribuiscono su due file che suonano in modo alternato, mentre danzano con salti e rotazioni in sincronia. Il risultato sonoro è quello di due imponenti accordi che si alternano ossessivamente. L’intensità del soffio necessaria e la danza producono un effetto di iperventilazione e di “ubriacatura” che contribuisce a generare una sorta di trance collettiva.

bombo e tambor (tamburi a doppia membrana, differiscono tra loro per le dimensioni)

voci

Documentazione

Bibliografia

Risorse web

Autore scheda
SG
Licenza

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Modificato
05/01/2019

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