Aponiá (crudeltà)
Ellinikí Estoudiantína (Estudiantina greca)
Aponiá (crudeltà)
Sull'etichetta del disco del brano Aponiá (crudeltà), registrato dall'etichetta ORFEON RECORD intorno al 1912 a Costantinopoli/Istanbul da un ensemble chiamato 'Estudiantina greca', apparve per la prima volta il termine rebètiko. La canzone parla di un amore tragico e sofferto, tema che si ritrova in gran parte dei testi delle canzoni rebètike dei decenni successivi.
Con il termine 'estudiantina' venivano indicati alcuni gruppi musicali nati a Smirne (Izmir) e Istanbul a cavallo tra XIX e XX secolo. Al tempo la popolazione di entrambe le città era profondamente multietnica, convivevano infatti a stretto contato fra loro greci, turchi, arabi, ebrei, armeni, persiani, albanesi, gitani, italiani e francesi e molti altri popoli e etnie. Questa mescolanza di culture e tradizioni si ritrova anche nell'eterogeneo repertorio delle estudiantine, gruppi caratterizzati da un organico estremamente variabile che poteva comprendere mandolini, mandole, violini, chitarre, santûr (sandùri), kanûn (kanunàki). La più antica e nota estudiantina era quella dei 'piccoli di Costantinopoli' (Ta Politàkia), conosciuta in seguito anche come 'Estudiantina smirniota' (Smyrnaíiki Estudiantína), fondata nel 1898 dal fanariota (greco di Istanbul) Vasìlis Siderìs e da Aristìdis Peristéris, di origine ateniese. Il gruppo, formato da musicisti dalle spiccate doti tecniche, divenne molto famoso in Asia Minore e compì alcune tournées in Grecia, in Europa e lungo le coste del Mediterraneo Orientale.
In seguito alla Katastrofí (‘Catastrofe’) di Smirne del 1922, alcuni membri dell'Estudiantina smirniota giunsero ad Atene come profughi. Fra questi spiccano soprattutto i nomi di Panagiòtis Tùndas (1886-1942) e di Spýros Peristéris (1900-1966), figlio di Aristìdis. Questi due musicisti ebbero un ruolo chiave nei successivi sviluppi del rebetiko. Furono infatti prolifici compositori, autori di testi, abili cantanti e strumentisti ma anche lungimiranti talent scout e direttori artistici di alcune fra le maggiori case discografiche attive in Grecia in quel periodo.
I Politàkia vennero rifondati ad Atene da Spýros Peristéris nel 1924 e il gruppo rimase attivo fino ai primi anni Trenta.
- voci maschili
- mandolino (?)
- chitarra (?)
[Organico strumentale difficile da identificare con precisione a causa della qualità della registrazione].
Bibliografia
- Crescenzio Sangiglio, La canzone rebètika. Origini e storia, Trieste, Edizioni della Comunità greco-orientale di Trieste, 2006.
- Franco Fabbri, A Mediterranean Triangle: Naples, Smyrna, Athens, in Neapolitan Postcards. The Canzone Napoletana as Transnational Subject, a cura di Goffredo Plastino e Joseph Sciorra, Lanham, Rowman & Littlefield Publishers, 2016.
- Gaia Zaccagni, Ma che vita è questa? 85 canzoni rebetike della crisi, Atene, ETPbooks, 2018.
Risorse web
- Articolo di Crescenzio Sangiglio che riprende in gran parte il contenuto del suo libro La canzone rebètika. Origini e storia (2006).
- La seconda registrazione discografica in cui appare il termine rebètiko: Tíki tíki tak, Giánkos Psamathianós, 1913 (circa).
- Registrazione dell'Estudiantina smirniota del brano Den se thélo pia (non ti voglio più) (1910 circa). Il brano non è altro che una versione 'grecizzata' della canzone napoletana 'Mbraccio A Mme di Antonio Barbieri e Vincenzo Di Chiara. Questo per sottolineare la natura multietnica della scena musicale della Smirne e dell'Istanbul del tempo.
- La canzone I Babésa eseguita dall'Estudiantina "Ta Politàkia" rifondata da Spýros Peristéris, (1935).
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