Synnefiasméni Kyriakí (Nuvolosa domenica)
Vasìlis Tsitsànis (bùzuki, voce)
Vasìlis Tsitsànis
Video 1: Synnefiasméni Kyriakí (Nuvolosa domenica)
Video 2: Mi mou xanafýgeis pia (Non abbandonarmi più), 1976, Vasìlis Tsitsànis (buzùki, voce) Sotiría Béllou (voce).
Synnefiasméni Kyriakí (Nuvolosa domenica) è sicuramente il brano più famoso composto da Vasìlis Tsitsànis nonché una delle canzoni più conosciute e amate attualmente in Grecia. Le parole del testo, che riflettono un sentimento di profonda tristezza, sono state scritte da Tsitsànis durante l'occupazione tedesca della Grecia (1941-1944). Per ammissione dello stesso autore, il testo della canzone voleva esprimere il senso di sconforto e di desolazione che regnava nel paese in quel periodo. Dal punto di vista musicale il brano è composto in tempo di zeibèkiko (9/4) e nel dròmos (modo) ràst, caratterizzato da una configurazione intervallare vicina a quella della scala maggiore occidentale.
Vasìlis Tsitsànis nacque a Trìkala (nella regione della Tessaglia) nel 1915. Fin da giovane si avvicinò allo studio del mandolino, del violino e del buzùki. Si trasferì ad Atene nel 1936 e lì entrò in contatto con i più importanti musicisti di rebètiko. Prima dello scoppio della guerra scrisse numerose canzoni che vennero registrate e interpretate perlopiù da altri cantanti. Durante il conflitto, trasferitosi a Salonicco, continuò a comporre canzoni ma riuscì ad inciderle solamente dopo la liberazione. Tornò ad Atene nel 1946 e divenne sempre più famoso sia come interprete sia come autore. In seguito alla caduta della Giunta dei Colonnelli nel 1974, fu il primo musicista di musica popolare ad iniziare a suonare dal vivo nei teatri e in grandi spazi all'aperto. Morì a Londra nel 1984.
Vasìlis Tsitsànis viene considerato come uno dei più importanti compositori e musicisti del rebètiko accanto a Màrkos Vamvakàris, ma, allo stesso, come colui che traghettò il genere, di fatto snaturandolo per molti aspetti, verso la laïkó tragoúdi (letteralmente 'canzone popolare'). Negli anni Cinquanta il bacino di ascoltatori di rebètiko diventò socialmente sempre più ‘trasversale’, e, venute meno alcune delle tematiche centrali che caratterizzavano il genere, mutato lo stile e l’estetica anche attraverso l’introduzione dell’amplificazione elettrica e l’aggiunta di una ‘quarta corda’ al buzùki, il rebètiko si trasformò in quella che in italiano può essere etichettata come ‘canzone popolar-leggera’. Il secondo video proposto offre un esempio delle prassi performative legate alle canzoni rebètike e laïkà negli anni Sessanta e Settanta che prevedevano l'utilizzo di microfoni, l'amplificazione del buzùki (ormai quadricordo), il massiccio uso del riverbero e l'utilizzo di strumenti precedentemente estranei al genere (batteria, basso elettrico, chitarra elettrica, organo elettrico).
A partire dagli anni Cinquanta il rebètiko fu interessato anche da un processo di rivalutazione e rilettura da parte di alcuni compositori colti, soprattutto Mànos Hatzidàkis e Míkis Theodorákis, da genere di nicchia legato ai bassifondi malavitosi a elemento centrale della identità musicale ellenica. Mànos Hatzidàkis (1925-1994) e Míkis Theodorákis (1925-) crearono quella che viene chiamata 'canzone popolare d'arte' (éntechno tragoúdi), composta su stilemi tipici del rebètiko (es. ritmi e organico strumentale) legata però, dal punto di vista testuale, alle poesie di famosi poeti greci, alcuni dei quali premi Nobel come Odysséas Elýtis e Giórgos Seféris.
Video 1:
- voce maschile
- voce femminile
- buzùki
- baglamàs
- chitarra
Video 2:
- voce maschile
- voce femminile
- chitarra elettrica
- basso elettrico
- batteria
- organo elettrico
Bibliografia
- Despina Michaels, Tsitsanis and the Birth of the “new” Laïko Tragoudi, «Modern Greek Studies», 4 (1996), pp. 55-96.
- Nikolaos Ordoulidis, The Recording Career of Vasílis Tsitsánis (1936-1983). An Analysis of his Music and the Problems of Research into Greek Popular Music, PhD Thesis, The University of Leeds School of Music, 2012.
- Risto Pekka Pennanen, The Development of Chordal Harmony in Greek Rebetika and Laika Music, 1930s to 1960s, «British Journal of Ethnomusicology», Vol. 6 (1997), pp. 65-116
- Christina Michael, Authenticity and Identity in Greek Popular Music: The Art-Popular Song, «Porte Akademik», 12 (2015), pp. 22-28.
- Franco Fabbri, Generi in trasformazione: l’elettrificazione di alcune musiche nel Mediterraneo, in Norme con ironie. Scritti per i settant’anni di Ennio Morricone, a cura di Sergio Miceli, Milano, Suvini Zerboni, pp. 83-104.
Risorse web
- Documentario della BBC sul rebètiko, 1983.
- Estratto video del concerto organizzato nel 1983 in onore di Tsitsànis a Nikaia (in Attica) in cui Míkis Theodorákis, dopo aver tenuto il discorso introduttivo, canta insieme a Tsitsànis la sua canzone Kápoia mána anastenázei. Il musicista morirà qualche mese dopo nel 1984.
- Documentario in greco Vasìlis Tsitsànis - 40 chrónia tragoúdia (Vasìlis Tsitsànis - 40 anni di canzoni), 2014.
- Altro documentario in greco su Tsitsànis, 2013. La voce narrante è quella del famoso cantante greco Giórgos Daláras.
- Pagina-forum sul rebètiko che mette a disposizione moltissimi contenuti sul genere e una web radio che riproduce canzoni rebètike 24 ore su 24.
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