Brouwer, Leo
Nato a L’Avana il 1° marzo 1939, Leo Brouwer ha iniziato lo studio della chitarra con Isaac Nicola, facendo il suo debutto come concertista nel 1955; nello stesso anno ha iniziato da autodidatta a comporre le sue prime opere per chitarra, come Música para guitarra, cuerdas y percusióne e la Suite n. 1. Nel 1959 ha vinto una borsa di studio che gli ha permesso di perfezionare la sua formazione come chitarrista presso il dipartimento di musica dell’Università di Hartford, nonché di proseguire gli studi di composizione con Isadora Freed, Giuseppe Iadone, Vincent Persichetti e Stefan Wolpe presso la Juilliard School of Music di New York. Nel 1960 ha iniziato a lavorare per il cinema, come direttore del dipartimento di musica dell’Istituto Cubano dell’Arte e dell’Industria Cinematografica (ICAIC), componendo la musica per oltre 60 film. Presso lo ICAIC ha inoltre fondato nel 1969 il Grupo de Experimentación Sonora, che gli ha permesso di diventare una figura centrale nel panorama della musica cubana contemporanea e d’avanguardia, collaborando con compositori quali Juan Blanco e Carlos Fariñas e con il direttore Manuel Duchesne Cuzán. Tra il 1960 e il 1968 ha lavorato come consulente musicale per la Radio Habana Cuba e ha insegnato composizione al Conservatorio Municipal de L’Avana. Nel 1972 ha ricevuto una borsa di studio tedesca, grazie alla quale ha collaborato come compositore e docente all'Accademia delle Scienze e delle Arti di Berlino. In Germania ha inoltre registrato vari dischi per la Deutsche Grammophon.
La produzione musicale di Brouwer può essere suddivisa in tre fasi. La prima si riferisce alle composizioni scritte tra il 1955 e il 1962, come Homenaje a Manuel de Falla (1957), Tres danzas concertantes (1958) ed Elegía a Jesús Menéndes (1960). Si tratta di brani dal carattere nazionalista, basati sull’uso di forme musicali tradizionali, come la sonata e la variazione, e da strutture armoniche prevalentemente tonali (benché si riscontri una tendenza alla frammentazione strutturale e all’impiego di più centri tonali simultaneamente).
La seconda fase riguarda la produzione che va dal 1962 circa fino al 1980, periodo nel quale Brower ha sperimentato su più piani nuovi linguaggi musicali. In un primo momento tramite l’apporto di fonti extra-musicali, tipico elemento della musica d’avanguardia cubana fortemente influenzata dalla scuola polacca, come nelle Variantes per percussioni sole (1962) e in Sonograma I per pianoforte (1963); successivamente tramite una breve svolta verso il serialismo, che si riscontra in opere per orchestra come Sonograma II per orchestra (1964) e Arioso (Homenaje a Charles Mingus) (1965). Appartiene a questa fase d’avanguardia anche l’Elogio de la danza (1964), uno dei suoi brani per chitarra più celebri: in due movimenti, esso è stato originariamente composto per accompagnare le danze primitive di una coreografia di Luis Trápaga. Tra il 1967 e il 1969, opere come Rem tene verba sequentur per archi (1968), Cantigas del tiempo nuevo per voci e strumenti (1969) e La tradición se rompe …, pero cuesta trabajo per orchestra (1967-1969) si avvicinano a quello che potrebbe oggi essere definito uno stile post-moderno, caratterizzato da contrasti strutturali in cui sono presenti evidenti riferimenti a diversi periodi storici.
Negli anni ’70 Brouwer ha continuato a lavorare su progetti post-moderni e aleatori, come ne La espiral eterna per chitarra (1970), ma è a partire dagli anni ’80 che ha dato vita a una nuova fase compositiva, caratterizzata da una «nuova semplicità» determinata da elementi neo-romantici, minimalisti e tonali, nonché da un forte lirismo. Appartengono a questo periodo opere quali La región más trasparente per pianoforte e flauto (1982) e Manuscrito antiguo encontrado en una botella (1983).
- Radamés Giro, Leo Brouwer y la guitarra en Cuba, La Habana, Editorial Letras Cubanas, 1986
- Vladimir Wistuba-Álvarez, La Música Guitarrística de Leo Brouwer (Una concreción de identidad cultural en el repertorio de la música académica contemporánea), «Revista Musical Chilena», XLV, 1991, pp. 19-41
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