Perrot, Jules
- Jules Perrot, litografia di Alexandre Lacauchie, 1850. Fonte: Gallica BnF
- Julers Perrot in La Filleule des fées, litografia, 1849. Fonte: Gallica BnF
- Carlotta Grisi e Jules Perrot in La polka, litografia di J. Bouvier, 1840-1849. Fonte: The New York Public Library Digital Collections
Jules-Joseph Perrot, nato a Lione nel 1810, figlio del capo macchinista del Grand Théâtre, iniziò lo studio della danza nella città natia dove fece la sua prima apparizione all’età di otto anni. Dopo un ingaggio presso il Théâtre des Celestins, Perrot si trasferì nel 1825 a Parigi dove, scritturato al Théâtre de la Gaîté, incontrò il favore del pubblico. Si unì poi alla compagnia del Théâtre de la Porte-St-Martin, distinguendosi in Les Artistes di Jean Coralli, allora maître de ballet del teatro. Durante la sua permanenza nella capitale francese si perfezionò con Auguste Vestris che potenziò la sua tecnica sviluppandone l’elevazione e raffinandone le abilità acrobatiche. Nel 1830 debuttò al King’s Theatre di Londra, teatro in cui tornò regolarmente tra il 1833 e il 1836 esibendosi come partner di Maria Taglioni e Fanny Elssler. Nello stesso anno esordì al Teatro dell’Opéra di Parigi in un pas de deux coreografato da Vestris che gli valse un contratto da double de la danse. Con il suo stile aérien collezionò una serie di trionfi, tra cui Flore et Zéphire di Charles-Louis Didelot, L’Orgie di Jean Coralli e Nathalie ou La Laitière suisse di Filippo Taglioni. Nonostante l’enorme successo, Perrot non riuscì a ottenere dalla direzione del teatro condizioni contrattuali più vantaggiose e decise di lasciare l’Opéra. Iniziò una carriera internazionale che lo portò a esibirsi in vari teatri d’Europa, tra cui il San Carlo di Napoli. Qui incontrò la giovanissima Carlotta Grisi, nella quale riconobbe un enorme potenziale. Diventato il suo insegnante, oltre che amante, si dedicò con devozione al perfezionamento della ballerina italiana, fino a trasformarla in una delle stelle del balletto romantico. Nel 1836 Perrot avviò la sua carriera coreografica all’Hofoper di Vienna, collaborando con Pietro Campilli alla realizzazione di Die Nymphe und der Schmetterling. Nel 1840 tornò a Parigi per danzare con Carlotta Grisi nell’opera Lo Zingaro di Fontana al Théâtre de la Renaissance, suscitando a tal punto l’entusiasmo di pubblico e critica che persino il critico Théophile Gautier, che notoriamente mal sopportava la danza maschile, apprezzò la sua agilità e musicalità definendolo “Perrot l'aérien, Perrot le sylphe, la Taglioni mâle”. L’anno successivo prese parte alla creazione di Giselle coreografando la parte della protagonista che fu interpretata da Carlotta Grisi. Tuttavia, per questioni contrattuali, il suo nome non apparve sul programma che accreditò interamente la coreografia a Jean Coralli. Nel 1842 fu assistente di Deshayes all’Her Majesty’s Theatre di Londra, riprendendo Giselle e collaborando con Fanny Cerrito alla creazione di Alma ou La Fille de feu. Tra il 1843 e il 1848, divenuto maître de ballet dell’Her Majesty’s Theatre, raggiunse l’apice della sua carriera realizzando lavori di grande successo come Ondine, ou La Naïade (1843), La Esmeralda (1844) e soprattutto Pas de quatre (1845), balletto in un atto che mandò in visibilio il pubblico riunendo sulla scena Maria Taglioni, Fanny Cerrito, Carlotta Grisi e Lucile Grahn. La coreografia non solo valorizzò lo stile delle quattro celebrate ballerine ma mise a confronto il loro talento giocando su una presunta rivalità. Fu uno dei più importanti eventi del balletto romantico e aprì la strada a una formula di spettacolo la cui fortuna è giunta fino a noi anche in forma di parodia con Les Ballets Trockadero de Monte Carlo. Il soggiorno londinese fu inframezzato da brevi lavori all’estero, soprattutto al Teatro alla Scala di Milano, dove creò la propria versione del Faust (1848). Nel 1848 fu ingaggiato su richiesta di Fanny Elssler dai Teatri Imperiali di San Pietroburgo per i quali riprese con successo La Esmeralda e Caterina ou La Fille du bandit. Dopo aver creato per l’Opéra di Parigi La Filleule des Fées (1850), tornò a San Pietroburgo dove fu nominato maître de ballet, titolo che conservò fino al 1858. In questi anni riprese alcuni dei suoi lavori di maggior successo e integrò il suo repertorio coreografico con nuove creazioni, tra cui La Naïade et le pêcheur (ripresa di Ondine, 1851), La Guerre de femmes (1852) e Gazelda ou Les Tziganes (1853). Dopo aver ripreso Éoline ou La Dryade per il debutto pietroburghese di Amalia Ferraris nel 1858, rientrò a Parigi con la moglie Capitolina Samovskaya e trascorse gli ultimi anni della sua vita a Paramé, dove morì nel 1892.
Come ballerino fu erede della grande scuola francese che apprese da Auguste Vestris. Nonostante il suo fisico fosse disarmonico, conquistò il pubblico dell’epoca con il suo stile aérien. Fu inoltre dotato di grandi capacità espressive, delle quali diede gran prova interpretando Pierre Gringoire in La Esmeralda o Matteo in Ondine. Come coreografo fu uno dei massimi rappresentanti del balletto romantico. Le peculiarità del suo linguaggio coreografico furono un’impostazione del lavoro per cui la danza s’intrecciava alla narrazione in modo del tutto naturale e un'abile gestione delle scene di gruppo attraverso disegni coreografici che coinvolgevano l’intero corpo di ballo come parte integrante dell’azione.
Cyril Beaumont, The Ballet called Giselle, London, Beaumont, 1944
George Chaffee, The Romantic Ballet in London: 1821-1858, in «Dance Index», vol. 2, 1943
Ivor Guest, Jules Perrot: Master of Romantic Ballet, London, Dance Books, 1984
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