Palestrina, Giovanni Pierluigi da
Giovanni Pierluigi nacque a Palestrina, in provincia di Roma, intorno al 1525. Iniziò lo studio della musica come puer cantus (fanciullo cantore) presso la Basilica di S. Magia Maggiore a Roma, probabilmente sotto la guida di Rubin Mallapert, compositore e maestro di cappella francese, e successivamente di Firmin Lebel di Noyon. Nel 1544, all’età di 19 anni, Giovanni Pierluigi fu assunto come organista e maestri di canto presso la Cattedrale di Palestrina. Nel 1551 papa Giulio III (nato Giovanni Maria Del Monte), già vescovo di Palestrina e suo stimatore, lo volle a Roma come maestro di cappella presso S. Pietro in Vaticano. Al suo protettore, Giovanni Pierluigi dedicò il suo Primo Libro di Messe, pubblicato nel 1554. L’anno successivo, nel 1555, per volere del pontefice il compositore fu nominato cantore del coro papale, il posto più ambito per un musicista dell’epoca. Nello stesso anno Giulio III morì e fu succeduto, per sole 3 settimane, da Marcello II, al quale Giovanni Pierluigi dedicò una delle più celebri composizioni di musica sacra: la Missa Papae Marcelli. Nel 1555 fu pubblicato anche il primo volume di madrigali a 4 voci (cinque dei quali su testo di Petrarca). Con l’elezione del nuovo papa, Paolo IV, Giovanni Pierluigi fu costretto a lasciare l’incarico di cantore in quanto sposato. Nel settembre 1555 fu dunque nominato maestro di cappella presso la Basilica di S. Giovanni in Laterano, incarico che mantenne fino al 1560. L’anno seguente, nel 1561, fu nominato maestro di cappella di S. Maria Maggiore e nel 1564 diede alle stampe la sua prima raccolta di mottetti a 4 voci, con i quali si avvicinava maggiormente a uno stile più trasparente e consono alle esigenze della Chiesa romana circa la musica sacra. In questo stesso periodo, Giovanni Pierluigi accettò l’incarico di dirigere le feste musicali del cardinale Ippolito d’Este tenute nelle sedi romane e nella villa di Tivoli. Nel 1665 lasciò S. Maria Maggiore e assunse l’insegnamento musicale presso il Seminario Romano, un istituto creato in seguito al Concilio di Trento, e nel 1567 pubblicò il suo Secondo Libro di Messe, dedicato a Filippo II di Spagna. Tale omaggio, insieme ad alcune trattative con la corte viennese intercorse nello stesso periodo, testimonia il desiderio da parte di Giovanni Pierluigi di lasciare Roma, intento che però non riuscì. Nel 1568 iniziarono anche i primi contatti epistolari con Guglielmo Gonzaga, duca di Mantova, intenditore di musica e compositore dilettante che commissionò vari lavori al Palestrina (tra cui le cosiddette “messe mantovane”). La fama di Giovanni Pierluigi crebbe sempre maggiormente, così come la sua produzione musicale: nel 1569 dedicò a Ippolito d’Este il Primo Libro dei Mottetti, mentre nel 1570 fu pubblicato il Terzo Libro di Messe, ancora in omaggio a Filippo II. In questa raccolta, accanto a componimenti moderni, si ritrovano altri appartenenti al primo stile palestriniano pre-tridentino. Nel 1571, con la morte di Giovanni Animuccia, Giovanni Pierluigi fu nominato maestro della Cappella Giulia, con uno stipendio senza pari. Nel 1572 pubblicò il Secondo Libro di Mottetti, dedicato a Guglielmo Gonzaga e contenente anche alcuni componimenti del fratello minore Silla e dei figli Rodolfo e Angelo, e nel 1575 fu la volta del Terzo Libro dei Mottetti. Nel 1577 il Palestrina fu incaricato da Gregorio XIII di revisionare, in collaborazione di Annibale Zoilo, i libri di canto gregoriano, come ordinato dal Concilio di Trento e poi da Pio IV. Il progetto aveva come scopo quello di liberare il canto gregoriano dai barbarismi e dalle incertezze della collocazione del testo sotto i neumi, che si erano stratificati nel corso dei secoli.
Morta la moglie nel 1580, Giovanni Pierluigi si sposò con una facoltosa pellicciaia romana, Virginia Dormoli, la quale gli assicurò una certa agiatezza economica. Tra il 1581 e il 1593, il compositore poté allora dare alle stampe ben 17 raccolte, di cui 4 libri di messe, 3 di madrigali, 3 di mottetti, 2 di offertori, 2 di litanie, 1 di lamentazioni, 1 di inni e 1 di Magnificat: risalgono a questo periodo il Primo Libro di Madrigali spirituali a 5 voci; il Secondo Libro dei Mottetti a 4 voci; il Quarto Libro delle Messe; il Quarto Libro dei Mottetti a 5 voci. Nel 1589 pubblicò il Libro degli Inni, dedicato, insieme a quello delle Lamentazioni, a papa Sisto V. Il Quinto Libro delle Messe del 1590, invece, fu dedicato al duca i Baviera, il mecenate di Orlando di Lasso.
Negli ultimi anni di vita, la fama di Giovanni Pierluigi era indiscussa. Il suo nome compare tra i fondatori della “Vertuosa Compagnia de Musici”, precursore dell’Accademia di S. Cecilia. Il 2 febbraio 1594, all’età di 68 anni, il Palestrina morì, dopo una brevissima malattia.
Compositore molto attivo e grande conoscitore del patrimonio della Chiesa, Giovanni Pierluigi ha lasciato un cospicuo numero di opere prevalentemente sacre (circa 300 edizioni musicali, comprese le ristampe), che hanno avuto una diffusione temporale e geografica come nessuno prima di lui. Definito «princeps musicae», il suo stile ha incarnato tutti quei crismi musicali e testuali del Concilio di Trento, diventando modello per le generazioni successive: Palestrina, infatti, è l’unico compositore rinascimentale che ha continuato a essere eseguito e studiato dopo la sua morte, anche in quei periodi storici in cui il contrappunto cinquecentesco ha avuto meno interesse da parte dei compositori di musica sacra.
- Bibliografia degli scritti su Giovanni Pierluigi da Palestrina: 1568-1996, a cura di Giancarlo Rostirolla, con la collaborazione di Luciano Luciani, Palestrina, Fondazione G. Pierluigi da Palestrina, 1997
- Marco Della Sciucca, Giovanni Pierluigi da Palestrina, Palermo, L’Epos, 2009
- Clara Marvin, Giovanni Pierluigi da Palestrina. A guide to research, London-New York, Routledge, 2002
- Reinhold Schlötterer Palestrina compositore, trad. italiana di Alessandra Castriota, Palestrina, Fondazione G. Pierluigi da Palestrina, 2001
- La recezione di Palestrina in Europa fino all'Ottocento, a cura di Rodobaldo Tibaldi, Lucca, LIM, 1999
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