Tropario di Kassianì

1. Madonna col Bambino, particolare del mosaico dell'imperatore Giovanni II Comneno, Basilica di Santa Sofia, Costantinopoli/Istanbul, XII sec.

2. Il Patriarca Ecumenico Meletius IV (1921-1923), eletto durante l'occupazione alleata di Costantinopoli (1918-1923).

3. La Basilica di Santa Sofia a Costantinopoli/Istanbul, convertita in moschea dopo la conquista ottomana (1453).

Area geografica di riferimento
Aree geo-culturali
Nome del paese
Interprete/interpreti

Thrasyvoulos Stanìtsas (1910-1987)

Autore/autori

Kassianì (ca. 810 - prima del 865)

Video di presentazione

Descrizione

Il Patriarcato ecumenico di Costantinopoli rappresenta il 'primus inter pares' all'interno della Chiesa Ortodossa orientale. Il Patriarca ecumenico viene considerato come il principale portavoce della comunità ortodossa mondiale ma non esercita alcuna giurisdizione diretta sugli altri Patriarcati e Chiese autocefale.

L'importanza di Costantinopoli ('Nuova Roma') come una delle sedi principali della cristianità emerse nel 431 d.C. quando il Concilio di Efeso promosse il vescovo di Costantinopoli all’autorità di Patriarca, ed esso, in seguito al Concilio di Calcedonia del 451 d.C., divenne nelle gerarchie ecclesiastiche secondo solo al vescovo di Roma. Soprattutto in seguito alla caduta dell’Impero Romano d’Occidente (476 d.C.), Costantinopoli diventò il principale centro spirituale dell'Oriente cristiano e nella città cominciarono a prendere forma dei riti liturgici dal carattere marcatamente locale. Nel corso dei secoli, nelle maggiori chiese e monasteri della città (la Basilica di Santa Sofia e il monastero di Studion su tutti), vennero elaborate e sistematizzate le pratiche liturgiche, fra cui quelle musicali, che definiscono quello che oggi viene chiamato 'rito bizantino' o 'rito greco'.

Gli ottomani dopo la conquista di Costantinopoli nel 1453 convertirono in moschee molte chiese (fra le quali Santa Sofia), ma non soppressero l'istituzione Patriarcale. I Sultani ottomani si arrogarono il diritto di nominare direttamente il Patriarca greco e fecero di lui il capo della comunità dei cristiani ortodossi (millet-i Rûm) di tutto l'impero, attribuendogli quindi oltre ai poteri religiosi anche alcuni poteri civili, con giurisdizione non solo sulla popolazione di etnia greca ma anche sui cristiani ortodossi bulgari, albanesi, georgiani, serbi, rumeni e arabi, tutti indistintamente considerati dagli ottomani come 'Rûm' (Romani).

Nell'esempio proposto si può ascoltare il tropario (inno) di Kassianì che viene intonato la sera del martedì della Settimana Santa. Questo inno, che inizia in ottavo modo (chiamato anche plagale del quarto modo) per poi 'modulare' spostandosi attraverso diversi modi dell'octoechos, viene considerato un autentico capolavoro dell'innografia bizantina. Kassianì (Costantinopoli, ca. 810 - Costantinopoli, prima del 865) è stata una badessa, poetessa e innografa bizantina a cui sono attribuite circa cinquanta composizioni liturgiche che risultano essere fra le più antiche giunte fino a noi complete di testi e notazione musicale. Il brano nell'esempio viene interpretato da Thrasyvoulos Stanìtsas (1910-1987) che fu primo cantore (archon protopsaltes) del Patriacato Ecumenico dal 1960 al 1964. Thrasyvoulos Stanìtsas viene considerato, insieme al suo maestro Konstantinos Pringos (1892-1964) e al maestro del suo maestro Iakovos Nafpliotis (1864-1942), come uno dei più illustri esponenti dello stile (hyphos) 'patriarcale' del canto bizantino, tramandato oralmente da maestro ad allievo.

Approfondimento
Voci e strumenti
  • voce maschile solista
  • coro voci maschili (bordone, ison)
Documentazione

Bibliografia

Risorse web

Autore scheda
CV
Licenza

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Modificato
06/05/2019

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