Giacosa, Giuseppe

Immagini (Secondarie)
Didascalia immagini
  1. Giuseppe Giacosa, fotografia
  2. Giacomo Puccini, Giuseppe Giacosa, Luigi Illica, fotografia, 1893 circa
Data di nascita
21 ottobre 1847
Data di morte
2 settembre 1906
Categoria
Biografia

Giuseppe Giacosa nacque a Colleretto Parella (dal 1953 Colleretto Giacosa), presso Ivrea, il 21 ottobre 1847 da Guido, magistrato, e Paolina Realis. Tra il 1860 e il 1865 svolse gli studi liceali tra Ivrea, Modena e Brescia, spostandosi da un centro all’altro per via della professione del padre; nel 1866, quando questi si era stabilito a Torino aprendovi uno studio da avvocato, si iscrisse alla facoltà di giurisprudenza dell’Università di quella città. Laureatosi nell’agosto 1868, intraprese la pratica di avvocato presso lo studio di famiglia. Nel frattempo, produsse i primi esperimenti letterari in seno all’ambiente della scapigliatura piemontese. Al suo interno strinse amicizia con Faldella, Camerana, Tarchetti, Emilio Praga. Coltivò in particolare il genere drammatico: in seguito ai primi successi teatrali, inaugurati dall’atto unico Una partita a scacchi del 1871, rappresentato all’Accademia filarmonica di Napoli il 30 aprile 1873, abbandonò la carriera d’avvocato per dedicarsi a tempo pieno alla letteratura. Come drammaturgo privilegiò inizialmente l’ambito della commedia sociale per dedicarsi poi a quelli dei lavori d’ambientazione storica e del dramma borghese; al principio del 1873 pubblicò la raccolta Scene e commedie.
Nel 1877 sposò la cugina di quarto grado Maria Bertola, da cui ebbe tre figlie. Al principio degli anni Ottanta, la conoscenza di Zola e l’amicizia con Verga lo spinsero ad abbracciare la poetica del verismo e approfondire il realismo psicologico e introspettivo. Nel 1887 collaborò continuativamente con la «Gazzetta piemontese» con articoli di attualità e cultura. Nello stesso anno portò in scena Tristi amori, dramma borghese in tre atti: dapprima, in marzo, al Teatro «Valle» di Roma con esito negativo, per ottenere però un successo trionfale il 30 novembre, grazie all’interpretazione di Eleonora Duse, al Teatro «Gerbino» di Torino. Nell’autunno del 1888 Giacosa si trasferì a Milano, dove assunse per un anno la direzione della scuola di recitazione dell’Accademia dei filodrammatici e la cattedra di letteratura drammatica e recitazione presso il Conservatorio. Mantenne quest’ultimo incarico fino al 1892, anno in cui Pietro Abbà Cornaglia presentò con buon successo l’intonazione di Una partita scacchi al Teatro «Fraschini» di Pavia. E nello stesso periodo Giacosa si cimentò nell’ambito del teatro musicale in prima persona: nel 1893 insieme a Luigi Illica iniziò a lavorare al libretto di La Bohème per Giacomo Puccini (Torino, 1896). L’attività di librettista, sempre condotta in coppia con Illica e per Puccini (con l’unica eccezione dell’incompiuto oratorio Caino per Lorenzo Perosi), rappresentò un’esperienza limitata, ma fondamentale: ne derivarono ancora Tosca (Roma, 1900) e Madama Butterfly (Milano, 1904).
Dal 1895 Giacosa assunse la direzione pro tempore della Società degli autori. Nel maggio del 1896 tenne al teatro dei Filodrammatici di Milano la conferenza La suggestione scenica, poi pubblicata in Conferenze e discorsi (Milano, 1899), in cui teorizzò l’immedesimazione dell’attore nel personaggio attraverso la suggestione. Il 31 gennaio 1900 portò in scena al Teatro «Manzoni» di Milano Come le foglie, commedia in prosa in quattro atti. Nel seguito dell’anno assunse la direzione di «La Lettura», rivista mensile del «Corriere della Sera»: ne curò il primo numero, pubblicato nel gennaio successivo. Gli anni che seguirono furono segnati dall’insorgere di scompensi cardiaci sempre più gravi. Morì il 2 settembre 1906 nella casa di famiglia di Colleretto Parella.
Una versatilità eclettica caratterizza l’ampia produzione di Giacosa. I testi destinati al palcoscenico comprendono, oltre a quelli già citati, Al pianoforte (Torino, 1870), Chi lascia la via vecchia per la nuova, sa quel che lascia, e non sa quel che trova (Torino, 1870), A can che lecca cenere non gli fidar farina (Torino, 1872), Storia vecchia (Torino, 1872), I figli del marchese Arturo (Milano, 1873), Sorprese notturne (Torino, 1875), Il trionfo d’amore (Torino, 1875), Acquazzoni in montagna (Roma, 1876), Il marito amante della moglie (Milano, 1876), Il fratello d’armi (Torino, 1877), Luisa (Milano, 1879), Il Conte Rosso (Torino, 1880), La zampa del gatto (Firenze, 1883), La sirena (Roma, 1883), L’onorevole Ercole Mallandri (Torino, 1884), Resa a discrezione (Milano, 1886), La tardi ravveduta (Como, 1886), La signora di Challant (Torino, 1891), Diritti dell’anima (Milano, 1894), Il più forte (Torino, 1904). La narrativa consiste nelle raccolte di novelle, d’ambientazione prevalentemente alpina, Novelle e paesi valdostani (Torino, 1886), Genti e cose della montagna (Bergamo, 1896), Novelle (Firenze, 1913); la saggistica Il Castello d’Issogne in Val d’Aosta (Torino, 1884), Esposizione generale in Torino: guida illustrata al castello feudale in collaborazione con Pietro Vayra, (Torino, 1884), Castelli valdostani e canavesani (Torino, 1898), Castelli valdostani e canavesi (Milano, 1925), Impressioni d’America (Milano, 1898).
La poetica di Giacosa appare incentrata nella rappresentazione di una quotidianità dimessa, in cui i personaggi sono progressivamente definiti, acquistando a poco a poco una complessa consistenza psicologica.

Risorse web

Scritti scelti presso Progetto Gutenberg
http://www.gutenberg.org/ebooks/author/5243

Pagina dedicata a Giacosa presso Liber Liber
https://www.liberliber.it/online/autori/autori-g/giuseppe-giacosa/

Bibliografia

Giorgio Taffon, voce Giacosa, Giuseppe in Dizionario Biografico degli Italiani, versione digitale
http://www.treccani.it/enciclopedia/giuseppe-giacosa_(Dizionario-Biografico

Lido Gedda, Giuseppe Giacosa. Commediografo e narratore, Torino, Trauben, 2000

Libretti

Opere

Interpretazioni e altri documenti

Opere danza

Autore scheda
LRC

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Modificato
05/01/2019

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