Nuba al-Isbihan
1. Omar Metoui
2. Ensemble Rawafid
3. Copertina disco AA.VV. Anthologie Al-Ala: musique andaluci-marocaine. Textes de presentation, INEDIT, Maison de la culture di Monde, 1992.
4. 'Ud (liuto), Musical Instruments Museum, Bruxelles
Omar Metioui - Ensemble Rawafid
Video: Omar Metioui
La musica arabo-andalusa affonda le sue radici nella regione al-Andalus della Spagna meridionale (attuale Andalusia) dove, con l’occupazione araba avvenuta tra l’VIII e il XV secolo, sorsero diverse corti musulmane che divennero veri e propri centri culturali. Il genere Al-âla al-andalusiyya, nato dalla commistione di elementi musicali arabi e occidentali, si radicò nel Maghreb a seguito della Reconquista, con il reinsediamento della popolazione in prevalenza musulmana in fuga dalla penisola iberica. La diaspora coinvolse diversi paesi dell’Africa settentrionale dove si svilupparono differenti scuole musicali. Il repertorio di musica arabo-andalusa si ipotizza fosse costituito in origine da un ciclo di 24 nûbâi o nûbât (una per ogni ora del giorno): suite vocali e strumentali ciascuna basata su un proprio modo principale tab (pl. tubu) e un numero variabile di modi secondari, in origine tramandati oralmente.
L’attuale repertorio di al-âla al-andalusiyya marocchino (noto come Al-âla) si basa principalmente su una raccolta di testi di canti raccolti nel tardo XVIII secolo da Muhammad Ibn al-Hasan al-Hayk ed è composto di undici nûbâi. Il repertorio utilizza due forme poetiche primarie, Muwashshah (poesia di corte) e Zajal (forma poetica popolare), sviluppatesi in Spagna nell'XI e XII secolo. Ciascuna nûbâ è suddivisa in cinque movimenti principali o mîzân di diversa durata e corrispondenti ad altrettanti ritmi di accompagnamento (basît, qâym wa nusf, btâyhî, darj, quddâm). La sequenza dei mîzân subisce un’accelerazione progressiva suddivisa in tre fasi muwassa’ (largo) mahzûl (andante) insîraf (allegro/vivace) e al contempo una semplificazione graduale del ritmo base. Il video presenta l’introduzione della nûbâ al-Isbihan eseguita a Tangeri dall’ensemble Rawafid. Secondo la leggenda popolare, îsbihân, il modo principale di questa nûbâ, è il favorito dagli angeli per i canti di lode a Dio. La nûbâ Al-îsbihân è considerata prossima alla grande nûbâ devozionale Ramal al Mâya. Si tenga conto che le nûbâi con lo stesso nome differiscono da scuola a scuola, e persino all'interno di ciascuna di esse le versioni di una stessa nûbâ possono essere molteplici.
- Voci maschili
- Rabab (violino tradizionale a due corde)
- Violino, viola, violoncello
- ‘Ûd (liuto)
- Darbuka (tamburo a calice)
- Târ (tamburo a cornice con cembali)
- Nay (flauto di canna)
- Qânûn (cetra trapezoidale a 78 corde)
Bibliografia
Antonio Baldassarre, 1999, With the Daughters of the Houara (Morocco): From Fieldwork to World Music. Music and Anthropology 4.
Alexis Chottin, 1939, Tableau de la musique marocaine. Paris: Paul Geuthner.
Homo-Lechner, Catherine and Christian Rault, 1999, Instruments de musique du Maroc et d’al-Andalus. Paris: Fondation Royaumont/CERIMM.
Philip Schuyler, Moroccan Andalusian Music. The World of Music, vol. 20, no. 1, 1978, pp. 33–46. JSTOR, www.jstor.org/stable/43562538.
Philip Schuyler, “Morocco” In The New Grove Dictionary of Music and Musicians, 2001, 17: 135-145.
Caroline Card, Wendt, North Africa: An Introduction. In The Garland Handbook of African Music, 2008: 240-257.
Risorse web
Pagina web dedicata alla musica arabo-andalusa
Pagina web dedicata alla musica arabo-andalusa in Marocco
Video di approfondimento 1: canale youtube di Omar Metoui in cui sono presenti 16 video della versione integrale della nûbâ al-Isbihan eseguita a Tangeri dall’ensemble Rawafid.
Audio di approfondimento: Anthologie Al-Ala: musique andaluci-marocaine: Nuba al-Isbihan versione integrale
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