Fonteyn, Margot
- Margot Fonteyn. Fonte: wikipedia.org
- Margot Fonteyn in Cinderella (1957). Fonte: wikipedia.org
Margot Fonteyn, nome d’arte di Margaret Hookham, nacque a Reigate, nel Surrey a sud di Londra, nel 1919. A quatto anni prese le sue prime lezioni di danza che continuò quando si trasferì con la famiglia a Shangai, dove studiò con George Goncharov, ex ballerino del Teatro Bolshoi di Mosca. Tornata in Inghilterra, frequentò l’accademia di Serafina Astafieva, ex ballerina del Teatro Mariinskij, per poi entrare alla Sadler’s Wells Ballet School nel 1934. Ancora allieva debuttò come solista nel Vic-Wells Ballet, rinominato Sadler’s Wells Ballet nel 1939 e Royal Ballet nel 1956.
Conseguito il diploma, entrò in compagnia e iniziò a conquistare il consenso di pubblico e critica sostituendo la prima ballerina Alicia Markova che aveva lasciato la compagnia al termine della stagione 1934/1935. Cominciò così la sua rapida ascesa al Sadler’s Wells Ballet, sostenuta dalla direttrice Ninette de Valois, che per prima aveva notato il suo potenziale, e da Frederick Ashton, che riconobbe in lei la sua musa ispiratrice. I suoi maggiori successi furono sia i grandi classici del repertorio, come Giselle, Il lago dei cigni e La bella addormentata, sia le nuove creazioni di Ashton, tra cui Le Baiser de la Fée (1935) e Apparitions (1936). Dotata di un’estrema disciplina e rigore nello studio, continuò a perfezionarsi con grande impegno e nel 1937, nel corso di una tournée a Parigi, studiò anche con Mathilda Kschessinskaya.
Durante la seconda guerra mondiale, nonostante la chiusura del Sadler’s Wells Theatre, Margot Fonteyn continuò a tenere una fitta serie di rappresentazioni insieme alla compagnia, riuscendo a ottenere il favore del pubblico malgrado le difficili condizioni di lavoro. Terminata la guerra, il Sadler’s Wells Ballet, ormai affermatosi sulla scena nazionale, divenne la compagnia stabile della Royal Opera House. Nella serata di apertura del 1946 Margot Fonteyn si esibì in La bella addormentata alla presenza della famiglia reale e del governo inglese, conseguendo un vero e proprio trionfo.
La sua carriera era ormai decollata e le sue più celebri interpretazioni furono Symphonic Variations, Cinderella, Homage to the Queen di Ashton e L’uccello di fuoco di Michel Fokine. Contemporaneamente intraprese una carriera internazionale, esibendosi con il Royal Ballet o come artista ospite in Europa, Stati Uniti, Canada e Australia. Negli anni Cinquanta, in virtù della sua popolarità, ottenne vari riconoscimenti: fu nominata “Commander of the Order of the British Empire”, assunse la presidenza della Royal Academy of Dancing e ricevette la laurea ad honorem in lettere dall’Università di Leeds e in musica dall’Università di Londra.
Negli anni Sessanta, ormai all’apice della sua carriera, iniziò una nuova fase contraddistinta dal sodalizio scenico con Rudolf Nureyev, il celebre ballerino russo fermatosi in Europa dopo aver chiesto asilo politico alla Francia. La loro partnership, nonostante la differenza d’età, divenne tra le più celebri della storia della danza e memorabile fu la loro interpretazione di Marguerite and Armand, balletto che Ashton realizzò per Nureyev ma che allo stesso tempo rappresentò una perfetta sintesi della carriera della Fonteyn.
Alla fine degli anni ’70 Margot Fonteyn andò a vivere a Panama accanto al marito, un diplomatico panamense sposato nel 1956, rimasto paralizzato in seguito ad un incidente. Formalmente non si ritirò mai dalle scene: nel 1981 fu chiamata da Nureyev per la parte di Lady Capuleti in Romeo e Giulietta e nel 1984 partecipò a un gala al Metropolitan Opera. Tuttavia, il suo addio avvenne nel 1979, poco dopo il suo 60° compleanno, alla Royal Opera House con Salut d’Amour à Margot Fonteyn creato per lei da Ashton. Morì a Panama nel 1991.
Margot Fonteyn svolse un ruolo cruciale nell’affermazione internazionale del balletto britannico. Ballerina classica, conquistò il pubblico per il lirismo della danza e la nobiltà del portamento. Le note distintive della sua arte furono la chiarezza di una linea impeccabile, l’armonia e la grazia dei movimenti, la straordinaria musicalità e l’impegno interpretativo nel caratterizzare i personaggi. Il suo amore per la danza si ritrova anche nei libri da lei scritti, tra cui un'autobiografia.
Meredith Daneman, Margot Fonteyn, New York, Viking, 2004 (consultabile previa registrazione)
Margot Fonteyn, Autobiography, London, W. H. Allen, 1975
Margot Fonteyn, A Dancer's World, New York, Knopf, 1979 (l'ed. inglese London, W. H. Allen, 1980 si può leggere al link https://archive.org/details/dancersworldint00font previa registrazione)
Margot Fonteyn, The Magic of Dance, London, British Broadcasting Corporation, 1980
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