Non mi chiamate più Donna Sabella
Fausta Vetere
Non mi chiamate più Donna Sabella, anche conosciuta semplicemente come Donna Sabella, è una storia largamente diffusa nell’Italia meridionale. Secondo l’etnomusicologo italiano Roberto Leydi, questo canto racconta la fuga di Isabella di Lorena, moglie di Renato d’Angiò, in seguito alla caduta degli angioini causata dall’ingresso a Napoli delle forze aragonesi nel 1443. Altri studiosi fanno invece risalire il testo alla triste storia della principessa di Salerno Isabella Villarmino: nel 1552 la principessa di Salerno, in seguito alla condanna a morte del marito (il principe di Salerno Ferrante Sanseverino), venne spogliata di tutti i suoi beni e ridotta quindi in miseria; dopo essersi recata in Spagna per volere dell’imperatore, Isabella ottenne il permesso di rientrare a Napoli ma fu colta dalla morte durante il viaggio di ritorno. Il canto è qui interpretato da Fausta Vetere, dal 1970 voce femminile del gruppo italiano Nccp (Nuova compagnia di canto popolare).
Nun me chiamate chiù ronna Sabella/ chiamatemi Sabella śventurata/ aggiù perduto trentatre castella/ la chiana Puglia la Basilicata/ aggiu perduto la Salierno bella/ lo strazio della diśgraziata/ la sera me imbarcai in barconcella/ e la matina me trovai ‘negata.
- voce sola femminile
- chitarra
Bibliografia
Cossentino, Raffaele. La canzone napoletana dalle origini ai nostri giorni. Storia e protagonisti. Napoli, Rogiosi, 2013.
Mucio, Eugenio. Opulenta Salernum. Milano, Rizzoli, 2014.
Leydi, Roberto. I canti popolari italiani. Verona, Mondadori, 1973:235-236.
Limodio, Maria Sole. La canzone napoletana. Il racconto di uno dei fenomeni musicali più vivi e unici dell’Italia di ieri e di oggi. Roma, Newton Compton, 2020.
Risorse web
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