Clementi, Muzio
Primo di 7 figli, Muzio Clementi nacque a Roma il 23 gennaio 1752 dal cesellatore di argenti Nicolò Clementi e da Madalena Kaiser. Dotato di talento, venne iniziato agli studi musicali all’età di 6 anni sotto la guida di diversi maestri quali suo parente musicista Antonio Boroni, l’organista Giovanni Battista Cordicelli, i maestri Giuseppe Santarelli per il canto e Gaetano Carpani per il contrappunto. All’età di 11 anni risalgono le sue prime composizioni, tra cui l’oratorio Martirio de’ gloriosi santi Giuliano e Celso. A 13 anni divenne organista nella chiesa di S. Lorenzo in Damaso. Nel 1766 un nobile inglese di nome Peter Beckford lo udì suonare al clavicembalo in una casa patrizia romana e chiese alla sua famiglia il permesso di portare il giovane Clementi con sé in Inghilterra presso la sua casa a Steepleton Iwerne nel Dorset. La famiglia accettò stipulando un accordo proficuo. Dal 1767 il giovane Clementi si ritrovò così immerso nell’ambiente inglese, dove studiò intensamente e in maniera autonoma il fortepiano e composizione. Sono questi gli anni in cui si dedicò alla stesura delle prime sonate per pianoforte che verranno pubblicate a Londra nel 1779, riscuotendo gran successo. Nel 1773 abbandonò la dimora Beckford per trasferirsi a Londra e lavorare come maestro di cembalo al King’s Theatre in Haymarket, rendendosi presto celebre come pianista e didatta. Nel 1780 intraprese una tournée di concerti e lezioni in Europa, partendo dalla corte di Luigi XVI a Parigi, poi Strasburgo, Monaco di Baviera e infine Vienna. Celeberrimo è qui il suo duello con Wolfgang Amadeus Mozart alla corte dell’Imperatore Giuseppe II tenuto alla Vigilia di Natale del 1781. Non è chiaro chi vinse, anche se dopo diversi anni l’Imperatore pronunciò una preferenza per Mozart. Dalla divisione del premio in palio (100 ducati, 50 ducati cad.) si deduce che in quell’occasione i due vennero apprezzati in egual misura.
Nel 1782, sulla via del ritorno per l’Inghilterra, Clementi si fermò a Lione, dove si innamorò della sua allieva Marie-Victoire Imbert Colomès con la quale dopo due anni, in seguito al rifiuto della proposta di matrimonio da parte del padre della fanciulla, Clementi organizzò una fuga d’amore, ma senza successo. Nel 1785 tornò a Londra, dove si dedicò molto alla composizione, all’insegnamento (alcuni degli allievi più noti sono Benoît August Bertini, John Field, e Johann Baptist Cramer) e all’editoria insieme con vari soci, tra cui William Frederick Collard. Con quest’ultimo aprì inoltre una fabbrica per la costruzione e la vendita di pianoforti. Nel 1802 ripartì nuovamente per l’Europa, dove, oltre a tenere concerti e lezioni (tra gli allievi si ricordano Giacomo Meyerbeer, Friedrich Kalkbrenner, Ignaz Moscheles e Carl Czerny), si impegnò nella promozione dei propri pianoforti e della propria editoria, stringendo accordi anche con diverse case editrici, tra cui Breitkopf & Härtel. A Berlino sposò nel 1804 Carolina Lehmann, la quale morì poco dopo aver dato alla luce il figlio Carlo, che morirà tragicamente a 25 anni. Nel 1810 Clementi tornò in Inghilterra e l’anno successivo sposò Emma Gisborne, dalla quale ebbe 4 figli: Vincent, Cecilie Susannah, Carolina e John. Nell’ultimo periodo della sua vita, si dedicò molto alla composizione: si segnalano i Capricci op. 47, le Sonate op. 50 e i celeberrimi 100 Studi del Gradus ad Parnassum (1816-1827). Dopo l’ultimo viaggio europeo (Parigi, Francoforte sul Meno, Monaco, Lipsia), nel 1828 si ritirò dalle scene e andò a vivere in campagna, prima nella sua residenza estiva di Elstree e poi nel possedimento di Evesham nel Worcestershire. Morì in seguito ad un attacco apoplettico il 10 marzo 1832. Per aver sviluppato lo strumento ed esservisi dedicato pienamente sotto ogni possibile aspetto, fu impresso sulla sua tomba l’appellativo di “Padre del pianoforte”.
Sebbene la fama di notevoli musicisti contemporanei quali Wolfgang Amadeus Mozart e Ludwig van Beethoven lo abbiano in ombra dopo la sua morte, Muzio Clementi fu un importante e celebre pianista, compositore, didatta, editore, costruttore e commerciante di pianoforti del periodo classico-romantico. Scrisse più di 100 composizioni per pianoforte; esplorò le varie possibilità tecniche ed espressive dello strumento e curò non solo il lato tecnico, al quale invece lo storico rivale Mozart amava ricordarlo, ma anche quello sonoro ed espressivo. In quanto compositore ed esecutore, esibiva uno stile razionale, emotivamente distaccato. Acquisì una profonda padronanza tecnica e meccanica dello strumento: nelle sue sonate si evidenziano passaggi di doppie note (terze, seste e ottave) e spostamenti su vari registri che richiedevano un’estensione della tastiera a sei ottave e l’acquisizione di una tecnica forte e sicura. Il suo notevole impegno didattico è dimostrato sia dall’ampio numero di allievi che ebbe nella sua carriera, sia dal suo trattato Introduction to the Art of Playing the Pianoforte op.42 (1801), nonché da tutti gli studi del Gradus ad Parnassum e i Preludi ed esercizi op. 43 (1811), pensati per lo sviluppo tecnico della mano.
Alberto Iesuè, CLEMENTI, Muzio, in Dizionario Biografico degli Italiani, 1982, vol. 26.
Piero Rattalino, Da Clementi a Pollini: duecento anni con i grandi pianisti, Milano, Giunti, 1989.
Piero Rattalino, Le grandi scuole pianistiche, Milano, Ricordi, 1992.
Muzio Clementi, Introduction to the Art of Playing the Piano Forte op. 42, Londra, Clementi, Banger, Hyde, Collard & Davis, 1801. (disponibile online in diverse lingue sul sito IMSLP)
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