Zampogna a chiave calabrese
Giuseppe Muraca
Sul territorio italiano esistono numerosi modelli di zampogne che possono essere suddivisi innanzitutto dalla loro provenienza geografica. Le zampogne dell’Italia centrale e meridionale si possono distinguere dalla struttura delle canne, ossia per forma delle ance (semplice o doppia) e geometria del canneggio (conico o cilindrico). La zampogna a chiave calabrese, particolarmente diffusa nel territorio delle Serre, viene distinta a seconda della sua misura, nome e numero. Essa è costituita da un otre in pelle di capra che funge da serbatoio d’aria e consente sia di alimentare le ance mentre il suonatore prende fiato, creando quindi un flusso d’aria ininterrotto, sia di alimentare più canne contemporaneamente. Questo strumento ad ancia doppia è costituito da tre bordoni (due sul quinto grado e uno sul primo grado) e cinque canne, di cui quattro con con cameratura conica e padiglione a campana e una, corrispondente al bordone maggiore, con cameratura cilindrica. Le canne melodiche differiscono tra loro per dimensione; quella più corta è suonata dalla mano destra del musicista e presenta quattro fori anteriori e un foro posteriore, quella più lunga è invece suonata dalla mano sinistra e presenta quattro fori anteriori, l’ultimo azionato da una chiave metallica. Il repertorio della zampogna a chiave è costituito soprattutto da pastorali e tarantelle che vengono eseguite durante le occasioni rituali e festive. In questo video, effettuato nel 2016, è possibile osservare la costruzione dell’ancia per la zampogna a chiave calabrese e assistere a un’esecuzione da parte del giovane catanzarese Giuseppe Muraca, la cui famiglia è nota per aver tramandato di generazione in generazione la passione per questo strumento musicale.
- zampogna a chiave
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Risorse web
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