Toná
Juan Talega
Secondo Molina e Mairena la toná è la manifestazione più antica del canto gitano-andaluso. Si tratta di un cante dal carattere jondo (da hondo “profondo”, definizione che indica le forme primitive del canto di creazione gitana: tonà, siguiriya e soleá) particolarmente legato alla tradizione del martinete, una tipologia di tonás il cui nome richiama il battere del martello sull’incudine da cui l’ipotesi della sua origine come canto di lavoro dei fabbri zingari. La musica delle tonás esprime sconforto e rassegnazione, in altri casi anche disperazione violenta e cupa. I testi alludono alle persecuzioni subite dai gitani nel corso dei secoli. Nel video, Juan Talega, uno degli ultimi maestri della toná più antica, ripreso all’interno della sua casa in un ambiente familiare, intona un martinete con voce gutturale, “allungata” e in tensione. Si tratta di un ottimo esempio di tonás, che sono cante a capella (“a cappella”) a palo seco (“con stile semplice”), quindi senza accompagnamento di chitarra e senza battiti di mani o di piedi (alla toná non è legato uno specifica struttura ritmica o compás). La toná si struttura generalmente in strofe di quattro versi ottonari - con il secondo e il quarto verso assonanti - e un ritornello di tre versi.
voce maschile (Juan Talega)
Bibliografia
ASSUMMA MARIA CRISTINA, Dizionario del flamenco, A.Vallardi, Milano, 1996
CLEMENTELLI ELENA (a cura di), Antologia del canto flamenco, Guanda, Parma, 1961
MOLINA RICARDO & MAIRENA ANTONIO, Mundo y formas del cante flamenco. Revista de Occidente, Madrid, 1963
SCHREINER CLAUS, CLAUS MADELEINE & PAULY REINHARD G. (a cura di), Flamenco: gypsy dance and music from Andalusia, Amadeus Press, Portland, 2003
Risorse web
https://www.revistalaflamenca.com/flamenco-antiguo-juan-talega/
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