Bach, Johann Christian

Immagini (Secondarie)
Didascalie

1. Ritratto di Thomas Gainsborough (richiesto nel 1776 da Padre Martini) conservato a Bologna presso Museo internazionale e biblioteca della musica.

 

2. Ritratto di Pompeo Girolamo Batoni, collezione privata.

 

3. Frontespizio dell'opera "Alessandro nell'Indie", manoscritto.

Data di nascita
5 settembre 1735
Data di morte
1 gennaio 1782
Stile
Categoria
Biografia

Figlio più giovane di Johann Sebastian Bach, Johann Christian Bach nacque il 5 settembre 1735 a Lipsia dal matrimonio del compositore con Anna Magdalena Bach. Il contesto familiare nel quale visse influenzò in maniera importante i primi anni della sua formazione: il fratello Johann Elias Bach fornì lui i rudimenti dell’educazione musicale fino almeno al 1743; alcuni lavori del padre, come il II volume del Clavicembalo ben temperato, servirono certamente ai fini della didattica di J.C.; il fratellastro Carl Philip Emmanuel Bach curò, a Berlino, i suoi studi compositivi dopo il 1750.

Tuttavia, pur avendo già scritto lavori minori in giovane età, lo stile maturo di Johann Christian Bach risentì non tanto degli anni di formazione germanica, quanto di quelli dei viaggi in Europa. Nel 1754, Johann Christian Bach lasciò infatti la sua terra natale per stabilirsi in Italia, dapprima a Bologna – ove entrò in relazione con Padre Martini, celeberrimo insegnante di contrappunto al quale si rivolse per fini didattici, così come fece, qualche anno più tardi, anche Wolfgang Amadeus Mozart – ed in seguito a Milano: nonostante il suo ruolo di secondo organista presso la Cattedrale di quest’ultima città (rimangono, infatti, numerose composizioni sacre), in Italia Johann Christian Bach si affermò principalmente come importante riferimento nell’ambito operistico, al quale egli diede il suo contributo con titoli come Artaserse (Torino, 1760, libretto di Pietro Metastasio), Catone in Utica (Napoli, 1761, libretto di Pietro Metastasio), Alessandro nell’Indie (Napoli, 1762, libretto di Pietro Metastasio).

Johann Christian Bach lasciò l’Italia in maniera definitiva nel 1762 per stabilirsi nella più stimolante Londra; così come precedentemente accaduto con Georg Friedrich Händel, il territorio britannico permise la sua completa affermazione in ambito musicale (tanto che, spesso, si fa riferimento a lui come del “Bach inglese”). Da subito collaborò con la corte di re Giorgio III e della regina consorte Carlotta di Meclemburgo-Strelitz: si occupò, infatti, della formazione musicale della famiglia reale, divenendo in seguito Maestro di Cappella. Come operista, presentò lavori presso il King’s Theatre: tra i più noti, sono certamente da annoverare Orione, ossia Diana vendicata (1763, librettista Giovan Gualberto Bottarelli), nel quale, per la prima volta sul suolo inglese, si udirono i clarinetti nell’organico; Adriano in Siria (1765, librettista Pietro Metastasio); La clemenza di Scipione (1778, librettista ignoto). Al contempo furono numerosi i suoi contributi per l’estero, come dimostrato da Temistocle (Mannheim,1772, librettista Mattia Verazi) e dalla tragédie lyrique Amadis de Gaule (Parigi, 1779, librettista Alphonse de Vismes).
Agli stessi anni britannici vanno fatte risalire le sue più note composizioni strumentali: varie Sinfonie, musica da camera, ma, soprattutto, lavori per tastiera. L’attenzione dimostrata nei confronti di questo repertorio fu tale da incentivare il miglioramento degli strumenti, ampliare le loro possibilità tecniche garantendo, di fatto, l’effettiva transizione al pianoforte.

Il suo contributo alla cultura britannica, tuttavia, non si limitò a ciò: in collaborazione col musicista e compositore Carl Friedrich Abel, dal 1764 si occupò, infatti, dell’organizzazione di concerti sull’intero territorio londinese, permettendo, pertanto, una diffusione capillare della cultura musicale e, al contempo, lo sviluppo di un contesto particolarmente favorevole allo scambio tra compositori ed esecutori.

Morì a Londra nel 1782, ormai pieno di debiti in seguito al declino del successo da lui subìto negli anni immediatamente precedenti alla sua dipartita.

L’esperienza di Johann Christian Bach fu di fondamentale importanza per la definizione di quello stile definito «galante», caratterizzato da una profonda attenzione alla cantabilità e all’equilibrio strutturale e sonoro delle composizioni: l’avvicinamento al contesto italiano, e specialmente al mondo operistico, garantì in lui lo sviluppo di una sensibilità melodica che si manifestò con chiarezza non soltanto nel repertorio vocale, ma anche in quello strumentale.

Il Classicismo fu una diretta conseguenza di un simile modo di intendere l’arte musicale, ed in questo Johann Christian Bach fu un significativo tramite. Difatti, Mozart – protagonista, insieme ad Haydn e Beethoven, del periodo classico – conobbe J.C. Bach durante il suo viaggio a Londra nel 1764 e ne fu profondamente influenzato: ciò è evidente non soltanto nelle trascrizioni che propose delle sue sonate per cembalo – ne sono un esempio i tre concerti K 107 –, ma soprattutto nell’assimilazione del suo stile, al punto da renderlo proprio. 

Bibliografia

Charles Sanford Terry, John Christian Bach, Londra, Oxford University Press, 1967.

Percy M. YoungThe Bachs: 1500–1850, Londra, J. M. Dent & Sons, 1970

Richard Maunder, J. C. Bach and the Early Piano in London, «Journal of the Royal Musical Association», 116, 2, 1991, pp. 201–210.

Riccardo Allorto, Gli anni milanesi di Giovanni Cristiano Bach e le sue composizioni sacre, Milano, Ricordi, 1992.

Christoph Wolff-Stephen Roe, Johann [John] Christian Bach, in: The New Grove Dictionary of music and musicians, vol. 2, 2001.

Libretti

Opere

Interpretazioni e altri documenti

Opere danza

Autore scheda
Maria D'Agostino

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Modificato
04/06/2023

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