Cowell, Henry

Immagini (Secondarie)
Didascalie

1. Henry Cowell, ca 1912.

 

2. Fotografia di Henry Cowell, ca1924

 

3. Henry Cowell con il Rhythmicon di sua invenzione 

Data di nascita
11 marzo 1897
Data di morte
10 dicembre 1965
Paese
Epoca
Stile
Categoria
Biografia

Nato nel 1897 a Menlo Park, in California, Henry Cowell fu un compositore, pianista, teorico ed insegnante americano, principalmente noto per il suo fondamentale contributo allo sperimentalismo modernista e, al contempo, per l’attenzione nei confronti del transculturalismo.

Gran parte della formazione di Cowell si svolse in maniera autonoma, a partire già da quella scolastica: entrambi i genitori, Harry Cowell e Clarissa Dixon, mossi da convinzioni anarchiche, decisero – in virtù, oltretutto, dei parecchi episodi di bullismo verificatisi nei confronti del figlio durante il breve periodo da lui trascorso in una scuola pubblica – di impartire a Henry un’educazione casalinga. Per ciò che concerne l’aspetto musicale, invece, il compositore ricevette lezioni di violino dai 5 agli 8 anni e, solo dal 1914, lezioni di armonia e composizione alla Berkeley (University of California): tuttavia, il suo percorso compositivo era allora già ben avviato (è stimato che la sua attività di compositore possa essere iniziata già nel 1907).

Completato il percorso di studi accademico, Henry Cowell si affermò sulla scena internazionale come compositore avanguardista, le cui sperimentazioni erano, al contempo, fonte di indignazione per il pubblico e, invece, di grande ispirazione per generazioni di musicisti: a titolo d’esempio, basterebbe ricordare che il noto Béla Bartók, compositore ungherese, uditi i clusters di cui Cowell faceva spesso utilizzo, ne fu talmente impressionato da richiedere l’autorizzazione al compositore per poterli riprodurre in alcuni suoi lavori.

Tra le innovazioni più note che resero unico il suo contributo alla musica moderna è possibile riportare: l’utilizzo dei clusters, gruppi di note adiacenti eseguite simultaneamente, capaci di creare sonorità particolarmente evocative; cromatismi; grande sperimentazione ritmica; aleatorietà ed improvvisazione nel contesto di una composizione strutturata; utilizzo non convenzionale del pianoforte (pizzicando le corde, “scivolando” su esse al fine di creare suoni altrimenti non eseguibili); utilizzo di strumenti proto-elettronici, per possibilità altrimenti irraggiungibili (come, ad esempio, il rhytmicon, capace di riprodurre in contemporanea ben 16 tipologie di ritmi differenti). 

In apparente antitesi con le esperienze di estremo sperimentalismo, Henry Cowell fu, inoltre, particolarmente interessato alla musica di culture non occidentali, tanto da ricevere, nel 1931, una borsa di studio dalla Guggenheim Foundation per poter studiare musicologia comparata – allora termine utilizzato per etnomusicologia – con il suo fondatore Erich von Hornbostel, a Berlino.

Il polistilismo della sua produzione, unito alla capacità di inglobare qualsiasi stimolo musicale che potesse rappresentare una crescita, fu un tratto così rilevante della visione musicale di Cowell da essere trasmesso in maniera evidente agli allievi con i quali lavorò durante la sua carriera: tra i nomi più rilevanti, in questo senso, si annoverano John Cage e George Gershwin, ai quali, allo stesso modo, sarebbe improbabile assegnare un’etichetta univoca, in virtù delle caleidoscopiche esperienze da essi coltivate.

Nel 1936, per via della sua bisessualità, Henry Cowell fu arrestato, trascorrendo i successivi quattro anni nel San Quentin Penitentiary, ove compose, diresse la banda interna e, inoltre, portò avanti la stesura di scritti teorici (tra i più noti è certamente da ricordare Rhythm). L’avvento della Seconda Guerra Mondiale, i cambiamenti sociali che stavano verificandosi in America e nel mondo, trasformarono profondamente l’ambiente nel quale, nel 1940, Cowell fece ritorno: la minore possibilità di scambio e, al contempo, la maggiore chiusura all’avanguardia, ridimensionarono la portata sperimentalista delle sue composizioni, spingendolo verso esperienze più tradizionali (Quartetti, Sinfonie, accanto a riscritture di melodie popolari).

Ciò non mancò, tuttavia, di garantirgli i corretti riconoscimenti, sia negli ultimi anni della sua vita – fu, ad esempio, inviato dal presidente J. F. Kennedy come rappresentante della cultura americana durante l’International Music Conference (Teheran) e l’East-West Music Encounter (Tokyo) – quanto, soprattutto, dopo la morte, avvenuta nel 1965. A lui il merito di aver posto le fondamenta di una nuova cultura musicale americana e, più in generale, occidentale.

Bibliografia

John Kirkpatrick, 20th-Century American Masters: Ives, Thomson, Sessions, Cowell, Gershwin, Copland, Carter, Barber, Cage, Bernstein. New York- London, Norton, 1988.

David Nicholls (a cura di), The Whole World of Music: A Henry Cowell Symposium, Amsterdam, Harwood Academic Press, 1997.

Carol J. Oja, Making Music Modern: New York in the 1920s, New York, Oxford University Press, 2000.

David Nicholls, Henry Cowell (Dixon), in The New Grove Dictionary of music and musicians, vol. 6, 2001.

 

 

Libretti

Opere

Interpretazioni e altri documenti

Opere danza

Autore scheda
Maria D'Agostino

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Modificato
04/06/2023

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