Wieck (Schumann), Clara Josephine
Pianista tra le più affermate dell’Ottocento, apprezzata compositrice e docente, Clara Schumann (nata Wieck) nacque nel 1819 a Lipsia da Marianne Tromlitz e Johann Gottlob Friedrich Wieck.
Figlia di musicisti, venne avviata agli studi musicali all’età di cinque anni tra le mura domestiche: dopo il divorzio dei genitori nel 1824 e l’affidamento legale dei figli al padre, quest’ultimo, noto docente e impegnato nell’industria di costruzione di pianoforti, si occupò in maniera diretta della sua formazione pianistica, condotta con rigore intransigente; al contempo, con i migliori insegnanti di Lipsia poté studiare violino, contrappunto, armonia e composizione. Fu sempre Friedrich Wieck a fungere da impresario della giovane, accompagnandola a partire dai suoi nove anni ad esibirsi in Germania, Austria e Francia: lì, raccogliendo consensi da parte del pubblico, fu apprezzata da musicisti dello spessore di Franz Liszt, Fryderyk Chopin, Niccolò Paganini, Felix Mendelssohn. Accanto alla straordinaria preparazione pianistica, a stupire furono ben presto anche le sue composizioni, regolarmente pubblicate ed eseguite in pubblico; le sue Polonaises op. 1, ad esempio, vennero date alla luce all’età di 12 anni, mentre il suo maestoso concerto per pianoforte e orchestra op. 7 fu completato nel 1835 ed eseguito a Lipsia l’anno seguente.
Fermo nell’idea di volere per la figlia una brillante carriera da concertista e compositrice, il padre si oppose fermamente al fidanzamento di Clara con uno dei suoi alunni, Robert Schumann, col quale la giovane era stata in contatto già dall’infanzia; nonostante ciò, i due si sposarono nel 1840, vivendo, fino al 1854, un felice matrimonio con otto figli.
A dispetto delle preoccupazioni del padre, la carriera concertistica di Clara Schumann continuò a prosperare, con esibizioni in Austria, Belgio, Danimarca, Francia, Germania, Svizzera, Russia e Inghilterra. Il rapporto con Robert Schumann fu, da un punto di vista musicale, di grande impatto, perché il particolare stile e le idee innovative del marito furono per le sue composizioni motivo di grande ispirazione: non a caso, fu proprio agli anni di matrimonio che è possibile far risalire i suoi lavori più maturi, tra cui la Sonata per pianoforte in sol minore, i Tre preludi e fuga op. 16, il Trio per pianoforte, violino e violoncello op. 17. Arrangiò e trascrisse molte opere del marito; inoltre, poiché Robert non era solito esibirsi in pubblico, fu Clara a portare in tournée i suoi lavori pianistici, contribuendo alla loro diffusione.
Al contempo, ottenne il posto di insegnante presso il Conservatorio di Francoforte, attirando discenti da ogni parte d’Europa in virtù della sua grande fama.
La malattia, il tentato suicidio nel Reno, l’internamento e, in seguito, la morte di Robert Schumann nel 1856, segnarono particolarmente la vita di Clara, non soltanto umanamente, ma anche professionalmente: in seguito all’evento luttuoso, in effetti, non si dedicò più alla composizione, ma concentrò le proprie attenzioni alla valorizzazione dell’opera del marito, attraverso le esecuzioni in pubblico e la curatela della sua opera omnia.
L’ultima esibizione di Clara Schumann avvenne nel 1891, con in programma le Variazioni su un Tema di Haydn nella versione per due pianoforti (op. 56a) di Johannes Brahms, amico e frequentatore di casa Schumann sin dalla gioventù, nonché fidato intellettuale e compositore apprezzato e spesso eseguito nei suoi concerti. I suoi ultimi anni di vita furono segnati da una condizione fisica invalidante causata da un sovraccarico muscolare, motivo per la compositrice di insopportabili dolori. Morì nel 1896 di ictus.
L’eredità pianistica di Clara Schumann vive ancora oggi: a lei il merito di aver proposto concerti di durata inferiore rispetto alle consuetudini dell’epoca, in maniera da consentire un approfondimento adeguato di ogni singolo brano; di aver normalizzato le esecuzioni a memoria; di aver coltivato la tradizione di autori del passato – come J.S. Bach, L. v. Beethoven, F. Schubert. In qualità di compositrice, gran parte della sua produzione vede il pianoforte come principale protagonista, in formazione cameristica (ne sono un esempio il Trio op. 17 e le Tre romanze per violino e pianoforte op. 22), o più spesso solistica; di quantità rilevante sono le Variazioni su temi di compositori precedenti e contemporanei. Coltivando una tradizione tipica del Romanticismo, compose inoltre numerosi Lieder per canto e pianoforte, spesso ispirandosi alle medesime tematiche utilizzate dal marito.
Nancy B. Reich, Clara Schumann, The Artist and The Woman, Cornell University Press, 1985.
Anna Burton, Robert Schumann and Clara Wieck: A Creative Partnership, Music & Letters, Vol. 69, No. 2, pp. 211-228, 1988.
Piero Rattalino, Schumann: Robert & Clara, Varese, Zecchini Editore, 2002.
Clara Wieck Schumann, Lettere, Diari, Ricordi. "Appartenere alla mia arte con anima e corpo", Introduzione, traduzione, note e commenti di Claudio Bolzan, Varese, Zecchini Editore, 2015.
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