Ockeghem, Johannes

Immagini (Secondarie)
Didascalie

1. Presunto ritratto di Johannes Ockeghem

2. Il Codice Chigi (Biblioteca Vaticana, Città del Vaticano)

3. Ockeghem insieme ad altri cantori

Data di nascita
ca. 1410-30
Data di morte
6 febbraio 1497
Epoca
Categoria
Biografia

Johannes Ockeghem fu il compositore più importante della seconda generazione della scuola franco-fiamminga, oltre a essere la figura più importante del panorama musicale del XV secolo, insieme a Binchois, Dufay, Busnoys e Josquin des Prèz. Originario di Saint Ghislain (vicino a Mons, nell’attuale Belgio) – come attestato da un documento recentemente rinvenuto – la data della sua nascita resta incerta, in un periodo compreso tra il 1410 e il 1430. Si sa con certezza che fu cantore alla cattedrale di Anversa nel 1443 e che fu al servizio di Carlo I di Borbone a Moulins. Nel 1452 divenne cantore e maestro di cappella a Parigi, alla corte dei re di Francia, dove rimase fino alla morte.

Ockeghem fu un compositore e un didatta molto stimato dai suoi contemporanei, la cui fama è testimoniata dai numerosi lamenti scritti in suo onore alla sua morte (oltre a quello celebre scritto da Jean Molinet e musicato da Josquin des Prèz, si ricorda quello scritto da Erasmo da Rotterdam e musicato da Johannes Lupi), omaggio che lo stesso Ockeghem, del resto, aveva reso in occasione della scomparsa del suo presunto maestro, Gilles Binchois.

Nonostante la grande fama che ebbe in vita, Ockeghem non fu un compositore molto prolifico e di lui si conserva relativamente poco. Dieci messe complete a quattro voci, tre messe incomplete (a quattro voci; una a cinque voci), una messa da requiem a quattro voci (il primo esempio di messa funebre polifonica giunta fino ai giorni nostri), un credo a quattro voci, alcuni mottetti (tra cui il celebre Deo gratias a 36 voci) e una ventina di chansons polifoniche.

Dotato di un’eccezionale maestria della tecnica polifonica tradizionale, Ockeghem fu in grado ottemperare al difficoltoso compito di unire a una rigorosa e vertiginosa tecnica contrappuntistica una sensibilità particolare per la purezza sonora. Si possono apprezzare le doti virtuosistiche di Ockeghem in particolar modo in due delle sue opere, la Missa prolationum e la Missa cuiusvis toni, entrambe non basate su di una melodia preesistente. La prima – definita da alcuni come il traguardo contrappuntistico più straordinario raggiunto nel XV secolo – è organizzata interamente sulla successione di doppi canoni, vale a dire costruiti da due coppie di voci, le cui singole parti, inoltre, presentano formule mensurali differenti; la seconda è scritta in maniera tale da poter esser cantata su ognuno dei modi ecclesiastici rinascimentali (dorico, frigio, lidio e misolidio).

Bibliografia

- AA.VV.: Ockeghem, Johannes, in Enciclopedia della musica, Nuova edizione ampliata e aggiornata, Garzanti Editore, Milano, p. 611, 1996. 

- Bloxam, M. J.: La messa polifonica da Machaut a Palestrina, in Enciclopedia della musica, Vol. IV, Storia della musica europea, Giulio Einaudi Editore, Torino, pp. 225-241, 2004.

- Perkins L. L.: Ockeghem, in The new Grove dictionary of music and musicians, 2nd edition, The Macmillan Press, London, vol. 18, pp. 312-326, 2001.

- Surian, E.: Manuale di Storia della musica, Vol. I, Rugginenti Editore, Milano, 1991.

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Opere

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VDR

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Modificato
05/01/2019

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