Cornazano, Antonio

Immagini (Secondarie)
Didascalie

1. Frontespizio del manoscritto Libro dell’arte del danzare (1465), Biblioteca Apostolica Vaticana, Codice Capponiano 203.

2. Ritratto di Ippolita Maria Sforza.

Data di nascita
1430
Data di morte
1484
Paese
Epoca
Categoria
Biografia

Antonio Cornazano nacque a Piacenza, dove ottenne una formazione umanistica che comprendeva anche lo studio della danza, intrapreso con Domenico da Piacenza, solo che a differenza del suo maestro e dell’altro illustre allievo di Domenico, Guglielmo Ebreo, Cornazano non fu autore di danze e non teorizzò sistemi coreici. Egli, infatti, operò come consigliere, segretario, ciambellano, precettore e diplomatico in varie città. A partire dal 1454 entrò alla corte del duca Francesco Sforza di Milano, dal 1465 fu a Venezia come consigliere militare del generale Bartolomeo Colleoni e fu anche attivamente coinvolto nel fiorente commercio dell’editoria. Nel 1479 andò a Ferrara presso la corte di Ercole d’Este e sposò la nobile Taddea de Varro.

La prima redazione del Libro dell’arte del danzare (1455) fu dedicata ad Ippolita Sforza, figlia del duca di Milano, di cui Cornazano fu il precettore e che era nota per l’abilità nel ballare. Il manoscritto si struttura sulla base del De arte saltandi et choreas ducendi del maestro di Cornazano, Domenico da Piacenza, e si suddivide, dunque, in due parti: una teorica e l’altra pratica. Nella parte teorica, sono illustrati i principi della danza d’arte, che erano simili per tutti e tre i trattatisti lombardi del Quattrocento: misura, memoria, maniera, compartimento di terreno, aere, a cui Cornazano aggiunge anche la diversità di cose. Sempre in linea con il trattato del maestro, seguono le definizioni e le descrizioni dei passi fondamentali per le quattro misure di danza, che Cornazano rappresenta secondo una scala rovesciata, dalla più veloce alla più lenta (piva, saltarello, quaternaria e bassadanza), e i dodici movimenti, nove naturali e tre accidentali.

Nella seconda parte del testo, quella pratica, sono inseriti i balli e le bassedanze tratti principalmente da Domenico da Piacenza, ai quali Cornazano aggiunge alcune nuove composizioni. La pubblicazione, pertanto, è una testimonianza utile per comprendere quali furono i balli accolti con favore, e che rimasero a lungo in voga, e quali, invece, furono abbandonati nel corso del tempo. Il testo di Cornazano, inoltre, è prezioso in quanto in esso l'autore chiarisce alcuni principi del suo maestro, in particolare la differenza fra balli e ballitti. Da Cornazano apprendiamo, dunque, che i balli si caratterizzano per la forma chiusa, che si eseguono su un ritmo ben determinato e con movimenti specifici e che non presentano particolari contenuti narrativi, mentre i ballitti presentano diverse misure musicali, contengono tutti e nove i movimenti naturali corporei e sono costruiti sul filo di una tenue traccia narrativa.

Cornazano, grazie alla sua prosa da umanista e alla sua abilità letteraria, con il suo testo riesce a trasmettere, almeno in parte, quella che dovrebbe essere la memoria attiva del corpo e formalizza uno stile aristocratico del danzare.

Il testo pertanto, insieme al trattato di Domenico e a quello di Guglielmo Ebreo, è una fonte essenziale per la conoscenza della danza italiana del XV secolo.

Bibliografia

Ingrid Brainard, Cornazano, Antonio, in International Encyclopedia of Dance, New York – Oxford, Oxford University Press, 1998, vol. 2, pp. 204-206.

Claudia Celi, "La danza aulica italiana nel XV secolo" in Nuova Rivista Musicale Italiana Anno XVI - n. 2 (aprile-giugno 1982) pp. 218-225.

Marina Nordera, Cornazzano Antonio, in sous la dir. de Philippe Le Moal, Dictionnaire de la danse, Paris, Larousse, 1999, p. 98.

Maurizio Padovan, Il Quattrocento e il Cinquecento, in a cura di José Sasportes, Storia della danza italiana dalle origini ai giorni nostri, Torino, EDT, 2011, pp. 1-68.

Alessandro Pontremoli, Danza e Rinascimento. Cultura coreica e “buone maniere” nella società di corte del XV secolo, Macerata, Ephemeria, 2011.

Ilaria Sainato, La danza in Italia nel Rinascimento e nel Barocco, in Il contributo italiano alla storia del pensiero - Musica, Roma, Istituto della Enciclopedia italiana Treccani, 2018, pp. 164-178.

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Modificato
05/01/2019

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