Gardel, Maximilien
1. Stampa del ritratto di Maximilien Léopold Philippe Joseph Gardel edita da Ducarme (1835). Fonte: Bibliothèque nationale de France, département Musique, Est.GardelM.002.
Maximilien Gardel (il cui nome completo è Maximilien-Léopold-Philippe-Joseph Gardel) era figlio di Claude Gardel, maestro di ballo presso la corte del re Stanislao I di Polonia, e soprannominato “Gardel l’aîné” in quanto fratello maggiore di Pierre Gardel, anch’egli ballerino e coreografo. Maximilien, infatti, studiò ballo all’Opéra di Parigi a partire dal 1755, ove debuttò nel 1759. Già l’anno successivo riscosse successo danzando le entrées di Gaetano Vestris nella ciaccona del Dardanus di Jean-Philippe Rameau, poi sostituì Vestris in Ismène, danzando con Mademoiselle Carville, e la sua esibizione fu molto apprezzata. Maximilien era il tipico danzatore del genere noble, in quanto, oltre all’aspetto elegante, possedeva anche una tecnica perfetta e uno stile raffinato. Proprio per queste sue caratteristiche d’interprete gli venivano affidati gli stessi ruoli da primo ballerino serio di Gaetano Vestris, al quale veniva paragonato e che spesso si trovò a sostituire. Ulteriori apprezzamenti ottenne quando danzò, nel 1768, insieme a Marie-Madeleine Guimard e Jean Dauberval. Fu tra i primi danzatori dell’Opéra a sfidare la tradizione presentandosi in scena, nel 1772, senza la maschera e la parrucca nel ruolo di Apollo in una ripresa di Castor et Pollux di Rameau, attuando così un’innovazione già propugnata Jean-Georges Noverre, coreografo di cui anche interpretò alcuni lavori come Iphigénie en Aulide, Orphée et Euridice, Alceste, Armide e Les Horaces. Inoltre, sempre con Noverre, lavorò in qualità di maître de ballet, un impegno che condivise con Jean Dauberval sin dal 1773 e che poi sostenne da solo, fino alla prematura scomparsa nel 1787, dopo che i due maestri se ne erano andati dall’Opéra (Noverre nel 1781 e Dauberval nel 1783). Tra i suoi discepoli si ricorda, oltre al fratello Pierre, anche il ballerino e maestro Jean-Étienne Despréaux.
Molti dei lavori coreografici di Maximilien Gardel erano basati sugli opéras-comiques di maggiore successo, come i titoli tratti dalle opere di Charles-Simon Favart quali La Chercheuse d’Esprit (1777), Ninette à la Cour, (1778) e Le Coq au village, (1787) e Le Déserteur su musica di Ernest Müller, (1786) da Michel-Jean Sedaine. Negli anni Ottanta compose numerosi divertissements per le opere di Niccoló Piccinni (Diane et Endymion, 1784), Antonio Sacchini (Oedipe à Colone, 1786) e André-Modeste Grétry (La Caravane du Caire, 1784; Panurge dans l'île des Lanternes, 1785) che era anche autore di Le Premier Navigateur, ou Le Pouvoir de l'Amour (1785) una delle più famose coreografie di Maximilien Gardel. I suoi balletti, creati inizialmente per la corte, in seguito passarono nella programmazione dell’Académie Royale de Musique ove restarono a lungo in repertorio.
Marie-Françoise Bouchon, Gardel Maximilien, in sous la dir. de Philippe Le Moal, Dictionnaire de la danse, Paris, Larousse, 1999, p. 55.
Jeannine Dorvane, Gardel Family, in edited by Selma Jeanne Cohen and Dance Perspectives Foundation, The International Encyclopedia of Dance, Oxford University Press, Online Version, 2005.
Flavia Pappacena, La danza classica. Le origini, Bari, Laterza, 2009.
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