Schönberg, Arnold
- Arnold Schönberg, fotografia tratta dall’archivio dell'Arnold Schönberg Center, Los Angeles, 1940
- Arnold Schönberg, fotografia realizzata con apparecchio automatico tratta dall’archivio dell'Arnold Schönberg Center, Berlino, 1930 circa
- Arnold Schönberg, autoritratto, guazzo su carta, tratto dall’archivio dell'Arnold Schönberg Center, 1910 circa
Arnold Schönberg nacque a Vienna il 13 settembre 1874 da Samuel (1838-1889), calzolaio, e Pauline Nachod (1848-1921). Prima di lui, la coppia aveva avuto un’altra figlia, Adele, nata il 20 dicembre 1872 e morta di encefalite l’8 maggio dello stesso 1874, poco prima della nascita di Arnold. Il 9 giugno 1876 nacque una sorella, Ottilie, e il 29 aprile 1882 il fratello Heinrich (che sarebbero morti rispettivamente nel 1954 e nel 1941). Nel 1882 Arnold incominciò a prendere lezioni di violino; di lì a poco iniziò a coltivare, da autodidatta, la pratica della composizione. Rimasto orfano di padre nel 1889, nel gennaio del 1891 lasciò gli studi e trovò impiego presso la banca Werner & Co.. Nel 1894 conobbe Alexander Zemlinsky (1871-1942), con il quale avrebbe stretto una profonda amicizia e alla cui guida affidò la propria maturazione artistica. Nel 1895 lasciò il posto presso la Werner & Co. per assumere la direzione di due formazioni corali amatoriali, la Società corale «Freisinn» di Mödling e l’Unione dei cantori dei metalmeccanici di Stockerau, cui nel 1899 se ne sarebbe aggiunta una terza, il coro maschile «Beethoven» di Heiligenstadt. Nel 1898 si convertì dalla religione ebraica a quella protestante. Intraprese allora la pratica dell’insegnamento privato. Nel 1899 iniziò una relazione con Mathilde Zemlinsky, la sorella di Alexander, con la quale convolò a nozze nel 1901 e da cui ebbe due figli, Gertrude (1902-1947) e Georg (1906-1974). Nel 1902, grazie alla raccomandazione di Richard Strauss, ottenne la nomina annuale per l’insegnamento di armonia presso il Conservatorio «Stern» di Berlino. Al ritorno a Vienna, nell’estate del 1903, conobbe Gustav Mahler. Nel 1904 insieme a Zemlinsky fondò la Vereinigung schaffender Tonkünstler. Per il seguente anno scolastico insegnò presso l’istituto «Schwarzwald» di Mödling, dove ebbe per allievi Alban Berg e, privatamente, Anton Webern, insieme ai quali avrebbe costituito il nucleo del movimento definito «seconda scuola di Vienna».
Nel frattempo, la carriera di compositore e la produzione di Schönberg acquisivano sempre maggior rilevanza. Intorno al 1908 Schönberg pervenne a una tecnica di composizione – applicata compiutamente nel Lied In diesen Wintertagen per canto e pianoforte composta in quell’anno – in cui la concezione tonale di stampo tradizionale appare superata in nome di un più libero rapportarsi tra i suoni, di un’armonia in continuo divenire. L’introduzione del nuovo procedimento divide in due il mondo musicale coevo, suscitando scandali, alimentando un dibattito spesso infuocato.
A conferma dell’autorevolezza conquistata da Schönberg e dell’interesse suscitato dal suo pensiero musicale e dalle sue capacità di analisi, egli iniziò allora a tenere conferenze pubbliche destinate e divenire via via più frequenti. Dal 1907 egli aveva inoltre cominciato a dedicarsi intensamente alla pittura. Nel 1910 tenne la prima mostra di suoi lavori presso la galleria «Heller» di Vienna; nel 1911 entrò in contatto con Vasilij Kandinskij (1866-1944), con cui stabilì un mutuo scambio di influenze artistiche. Nello stesso anno pubblicò il suo Trattato di armonia dedicato alla memoria di Mahler, appena scomparso. Nel 1913 ottenne una sovvenzione dalla Fondazione Mahler di Vienna, cui ne avrebbero fatto seguito altre due, nel 1914 e nel 1918. Nel 1916 fu chiamato alle armi: tra marzo e maggio, frequentò la Scuola per Ufficiali di Bruck; a causa del manifestarsi di problemi respiratori, a luglio fu però assegnato alle formazioni di riserva. Esonerato temporaneamente in seguito alle richieste dell’Unione dei compositori di Vienna, a settembre 1917 fu richiamato nuovamente, e infine riformato in via definitiva nel mese di dicembre. Tornato dunque a Vienna, nel 1918 fondò la Società per le esecuzioni musicali private. Nel 1920 fu nominato presidente della Internationale Gustav Mahler Gesellschaft («Società internazionale Gustav Mahler»).
Il periodo immediatamente successivo, quello dei primi anni Venti, appare tumultuoso, ma ricco di fervore creativo. Schönberg perse la madre e la moglie, scomparse rispettivamente nel 1922 e del 1923. Risalgono a quel periodo i primi scontri del compositore con le tendenze antisemite che conoscevano allora una crescente diffusione, e che nel 1923 portarono il compositore a incrinare temporaneamente i rapporti con Kandinskij, ritenuto troppo condiscendente verso quegli atteggiamenti. Ancora nel 1923, convinto della necessità di condurre il linguaggio musicale alla sua naturale evoluzione, Schönberg giunse a definire un metodo di composizione con dodici suoni basato sull’impiego della serie dodecafonica.
Il 28 agosto 1924 Schönberg sposò Gertrud Kolisch, sorella del suo allievo Rudolf Kolisch, dalla quale avrebbe avuto altri tre figli, Dorothea Nuria (1932), Ronald (1937) e Lawrence (1941). Nel 1925 succedette a Busoni, scomparso l’anno precedente, alla direzione del corso di perfezionamento di composizione dell’Accademia delle arti di Berlino, dove avrebbe avuto tra i suoi allievi Nikolaos Skalkottas (1904-1949), Alfred Keller (1907-1987), Peter Schacht (1941). La nomina di Schönberg suscitò l’insorgere di contestazioni antisemite, destinate a sfociare in una persecuzione sempre più aperta. Nel 1933 il compositore lasciò Berlino per trascorrere un breve periodo a Parigi e trasferirsi poi definitivamente, dalla fine di ottobre, negli Stati Uniti. Qui svolse un’intensa attività didattica: fu invitato a tenere lezioni presso le Università e i Conservatori di Boston, New York, Chicago, Los Angeles. Impartì inoltre lezioni private: ebbe tra i suoi allievi John Cage (1912-1992). Nel 1936 fu nominato docente presso l’University of California, a Los Angeles, dove si stabilì. Strinse allora amicizia con George Gershwin (1898-1937). Nel 1944, nominato professore emerito, si ritirò dall’insegnamento universitario, continuando tuttavia l’attività didattica privatamente, attraverso conferenze e corsi di perfezionamento. Nel 1946 subì un attacco cardiaco, in seguito al quale avrebbe sofferto di condizioni di salute via via più precarie. Nel 1947 fu ammesso nell’American Academy of Arts and Letters. Nel 1948 avviò un’accesa polemica con Thomas Mann (1875-1955) intorno al suo Dottor Faustus (1947): al centro era la richiesta di Schönberg di un aperto riconoscimento da parte del letterato della paternità schönberghiana della poetica musicale attribuita al protagonista del romanzo (in cui convergono, in verità, le figure non solo di Schönberg, ma pure di Mahler e dello stesso Mann). La controversia, portata avanti attraverso scambi epistolari privati, articoli e lettere aperte, si concluse al principio del 1950 con l’introduzione nel libro di una nota esplicativa. Nel 1951 Schönberg fu nominato presidente dell’Accademia di musica e danza di Gerusalemme. Morì il 13 luglio a Los Angeles.
Tutta la produzione di Arnold Schönberg appare contraddistinta da una concezione del linguaggio musicale in quanto fenomeno in continua, naturale evoluzione, e di conseguenza da un’inesausta ricerca linguistica. Nella prima fase creativa, il compositore si inserisce nella scia dei compositori post-wagneriani – e di Mahler in particolare – per sviluppare ulteriormente l’idea da questi coltivata di un sistema tonale allargato, i cui i nessi tra le tonalità appaiono sempre più allentati: fino a pervenire in prossimità alla dissoluzione della tonalità stessa in composizioni come Verklärte Nacht («Notte trasfigurata») op. 4 per due violini, due viole e due violoncelli (1899, rielaborata in due differenti versioni per orchestra d’archi nel 1917 e nel 1943), il poema sinfonico Pelleas und Melisande op. 4 (1906), il primo Quartetto per archi op. 7 (1905) o l’immane affresco dei Gurre-Lieder su testi di Jens Peter Jacobsen per soli, coro e orchestra (1903, senza numero d’opera). Il periodo successivo, databile dal 1908, vede i tradizionali confini tonali del tutto superati: Schönberg definisce tale stile «pantonale», rifiutando la più comune espressione «atonale» (che implicherebbe un annullamento più che un superamento della tonalità). A tale fase appartengono la prima Kammersymphonie op. 9 per quindici strumenti («Sinfonia da camera», 1912), i tre Pezzi per pianoforte op. 11 (1910), i drammi musicali Erwartung op. 13 («Attesa», 1909), Die glückliche Hand op. 18 («La mano felice», 1913), il ciclo Pierrot lunaire per voce recitante e strumenti op. 21 su testi di Albert Giraud tradotti in tedesco da Otto Erich Hartleben (1912), in cui il compositore abbatte un ulteriore limite espressivo attraverso l’introduzione dello Sprechgesang, la tecnica del «parlare intonato». La successiva tappa del processo evolutivo posto in atto da Schönberg è costituita dall’acquisizione della tecnica dodecafonica e del concetto di «serie», ovvero dall’elaborazione del metodo di composizione con dodici suoni. I primi esempi della sua applicazione sono costituiti dai cinque Pezzi per pianoforte op. 23 e la Serenata per baritono e strumenti op. 24 (1923); tra la produzione successiva, spiccano il terzo Quartetto per archi op. 30 (1927), le Variazioni per orchestra op. 31 (1928), il Concerto per violino e orchestra op. 36 (1936), la seconda Kammersymphonie per piccola orchestra (1936). Sempre maggior importanza assume, lungo lo svilupparsi della parabola creativa di Schönberg, la presenza di richiami alla cultura ebraica, con cui il compositore allaccia legami progressivamente più stretti e profondi. È il caso della composizione liturgica Kol Nidre per voce recitante, coro e orchestra op. 39 (1938), come pure dell’opera Moses und Aron su libretto proprio in tre atti (completata solo per i primi due nel 1937). Un parziale riavvicinamento alla tradizione tonale appare ravvisabile nella tesa drammaticità che pervade le composizioni più tarde, come l’Ode a Napoleone Bonaparte su testi di George Byron per voce recitante, quartetto d’archi e pianoforte op. 41 (1943) e l’oratorio A Survivor from Warsaw su testi tratti dall’anonimo resoconto di un sopravvissuto alla Shoah per narratore, coro maschile e orchestra op. 46 («Un sopravvissuto di Varsavia», 1947).
Sito dell’Arnold Schönberg Center di Vienna
http://www.schoenberg.at
Biografia, catalogo e guide all’ascolto
http://www.flaminioonline.it
Luigi Rognoni, La scuola musicale di Vienna. Espressionismo e dodecafonia, Torino, Einaudi, 19662
Roman Vlad, Storia della dodecafonia, Milano, Suvini Zerboni, 1958
Guido Salvetti, La nascita del Novecento, Torino, EDT, 20133
Teoria della composizione dodecafonica, Milano, Il Saggiatore, 1962
Elementi di composizione musicale, Milano, Suvini Zerboni, 1969
Stile e Idea, Milano, Feltrinelli, 1975
Trattato di armonia, Milano, Il Saggiatore, 20144
Funzioni strutturali dell’armonia, Milano, Il Saggiatore, 20095
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