Cavalli, Francesco
Francesco Cavalli nacque a Crema il 14 febbraio 1602. Iniziò gli studi con il padre, Giovanni Battista Caletti, maestro di cappella del duomo di Crema, e continuò la formazione a Venezia, dove nel 1616 entrò a far parte della cappella marciana come cantore, nel registro dapprima di soprano e poi di tenore. Qui fu in stretto contatto con Claudio Monteverdi, il quale all’epoca dirigeva l’attività musicale a San Marco. Nel 1620 divenne organista della chiesa di SS. Giovanni e Paolo, un ruolo che avrebbe rivestito per i successivi dieci anni. Il matrimonio con Maria Sozomeno (1630), nipote del vescovo di Pola e vedova di un veneziano abbiente, portò al compositore una certa indipendenza economica, che gli permise di investire in imprese teatrali.
Il 1639 fu un anno denso di avvenimenti per Cavalli: adottò il cognome del proprio mecenate, il nobile veneziano Federigo Cavalli , vinse il concorso per il posto di secondo organista a San Marco e debuttò come compositore e impresario operistico presso il Teatro di S. Cassiano. Per questo teatro, nel corso del succesivo decennio Cavalli scrisse altri otto lavori, malgrado gli altalenanti esiti finanziari dell’impresa; la maggior parte delle sue opere degli anni ’40 misero in musica libretti di Giovanni Faustini, i primi dei quali furono La virtù de’ strali d’Amore (1642) ed Egisto (1643). Quest’ultimo riscosse un ampio successo in Italia ed Europa grazie alle compagnie itineranti, che lo rappresentarono persino a Parigi (1646) e forse a Vienna. Ancora più fortunato fu il Giasone (1649), su libretto di Giacinto Andrea Cicognini, il quale fu il lavoro teatrale del secondo Seicento a godere del successo più duraturo.
L’attività di Cavalli nel corso degli anni ’50 riflette le varie sfaccettature dello sviluppo del teatro dell’opera impresariale. Quando Faustini assunse la direzione del Teatro di S. Apollinare, nel 1650, il compositore lo seguì e scrisse quattro opere in due anni. Dopo la morte di Faustini, nel 1651, Cavalli lavorò per il Teatro di SS. Giovanni e Paolo, in parte in associazione con il librettista Nicolò Minato. Nel 1658-59 i due operavano al Teatro di S. Cassiano, la cui direzione era stata assunta da Marco Faustini, fratello di Giovanni. In generale, i lavori di Cavalli di questo periodo – soprattutto Egisto, Giasone, Xerxe (1655) ed Erismena (1655) – dominavano il repertorio dei teatri italiani sia nei grandi centri culturali che in provincia, contribuendo all’installarsi di stagioni operistiche stabili.
Dopo la morte della moglie, nel 1652, Cavalli fu probabilmente interessato a costruirsi una carriera al di fuori di Venezia, come sembrerebbero attestare le numerose opere scritte appositamente per altre città della Penisola: nel 1653 L’Orione fu rappresentato a Milano per festeggiare l’elezione di Ferdinando IV d’Asburgo, Re dei Romani, mentre L’Hipermestra fu composta su commissione del Cardinale Giovanni Carlo de’ Medici per celebrare la nascita dell’Infante di Spagna, nel 1658. Dal 1660 al 1662 Cavalli fu invece a Parigi su invito del Cardinale Mazarino, con l’incarico di scrivere un’opera per i festeggiamenti per le nozze tra Luigi XIV e Maria Teresa di Spagna, ma al suo arrivo nella capitale francese il teatro progettato per l’occasione dall’architetto Gaspare Vigarani non era ancora concluso, così Cavalli ripropose il Xerxe in un teatro effimero costruito al Louvre. Quando il suo nuovo lavoro per i festeggiamenti nuziali, L’Ercole amante, fu finalmente rappresentato a Parigi nel 1662, non riscosse successo a causa della cattiva acustica del teatro; terminato così il soggiorno in Francia, nell’estate dello stesso anno Cavalli fece ritorno a Venezia.
Qui mise in musica altri tre libretti di Minato, destinati uno al Teatro di SS. Giovanni e Paolo, gli altri due al Teatro di S. Samuele. Cavalli compose successivamente ulteriori due opere per Venezia, ossia Eliogabalo (1668) e Massenzio (1673), ma non furono rappresentate; l’ultimo suo lavoro ad andare in scena, Coriolano (1669), fu nuovamente un’opera celebrativa, scritta per il Teatro Farnese di Piacenza. Nel 1668 divenne maestro di cappella a San Marco, mansione che ricoprì fino al termine della sua esistenza. Cavalli morì a Venezia il 14 gennaio 1676.
- Edizione critica delle opere di Francesco Cavalli
- Informazioni archivistico-bibliografiche sui libretti delle opere di Francesco Cavalli
- Manoscritti digitalizzati dei fondi musicali della Biblioteca Nazionale Marciana
- Discografia di Francesco Cavalli
- Scheda biografica e materiali audiovisivi su Francesco Cavalli.
- Thomas Walker, Cavalli [Caletti, Caletto, Bruni, Caletti-Bruni, Caletto Bruni], (Pietro [Pier]) Francesco. In: The New Grove Dictionary of Music and Musicians, a cura di H. Wiley Hitchcock e Stanley Sadie, Londra, MacMillan, 1992, vol. I: A-D.
- Francesco Cavalli: La circolazione dell'opera veneziana nel Seicento. A cura di Dinko Fabris, Napoli, Editoriale scientifica, 2005.
- Roberta Carpani, Comici, febiarmonici e Gesuiti a Milano: intrecci e contaminazioni. Problemi della circolazione delle opere di Francesco Cavalli. «Musica e storia», 16, 1 (aprile 2008), pp. 5-39.
- I drammi musicali di Giovanni Faustini per Francesco Cavalli. A cura di Nicola Badolato, Firenze, Olschki, 2012.
- Readying Cavalli's Operas for the Stage: Manuscript, Edition, Production. A cura di Ellen Rosand, Farnham, Ashgate, 2013.
- Robert Holzer, Readying Cavalli's Operas for the Classroom: Textbooks, Editions, and the Teaching of a Non-Canonic Composer. «Musica Docta», 4 (2014), pp. 13-23.
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