Monteverdi, Claudio
Claudio Monteverdi nacque a Cremona il 9 maggio 1567. Figlio di un medico, studiò contrappunto e viola nella città natale sotto la guida del maestro di cappella del Duomo, Marco Antonio Ingegneri. Nel 1582 pubblicò i suoi primi componimenti, le Sacrae cantiunculae a tre voci, a cui seguirono i Madrigali spirituali a quattro voci (1583), le Canzonette a tre voci (1584) e i primi due libri di Madrigali a cinque voci (1587 e 1590).
Nel 1590 Monteverdi si trasferì a Mantova, dove intraprese l’attività di violista presso la corte dei Gonzaga. Il duca Vincenzo apprezzò da subito le sue qualità musicali, affidandogli incarichi sempre più rilevanti, fino a nominarlo maestro di cappella nel 1601. Intanto, tra il 1592 e il 1605 pubblicò il III, IV e V libro dei madrigali, che gli permisero di consolidare la sua fama. Con questi componimenti, Monteverdi si allontana sempre di più dallo stile musicale tardo-rinascimentale, mostrando maggiore libertà armonica (quinte e ottave parallele, dissonanze non preparate, ecc.) e melodica (salti di nona e undecima). Tali innovazioni furono al centro di una lunga polemica con Giovanni Maria Artusi, un accademico bolognese più conservatore che definiva i madrigali monteverdiani «aspri et all’udito poco piacevoli» in quanto non seguivano le regole rigide del contrappunto. Nella Dichiarazione che introduce la raccolta degli Scherzi musicali del 1607, Monteverdi rispose a queste critiche rivendicando il suo nuovo stile (la cosiddetta «seconda pratica»), in cui la musica veniva posta al servizio della parola e assumeva il ruolo di suscitare negli ascoltatori i sentimenti («affetti») annunciati dal testo poetico. Al periodo mantovano vanno ricondotti anche i primi melodrammi di Monteverdi: nel 1607 fu rappresentata la favola pastorale Orfeo, su libretto di Alessandro Striggio, dedicata all’episodio mitologico di Orfeo ed Euridice e dell’avventura del cantore tracio nel mondo degli Inferi per salvare l’amata moglie; nel 1608 compose L’Arianna, su testo di Ottavio Rinuccini, di cui è pervenuto solamente il celebre Lamento che ha avuto una grandissima fortuna nel corso del Seicento, influenzando gran parte del repertorio di musica vocale da camera. In ambito sacro, nel 1610 compose, tra gli altri, il Vespro della Beata Vergine, dedicato a papa Paolo V.
Dopo la morte del duca, Monteverdi fu costretto a lasciare Mantova. Nel 1613 ottenne il posto di maestro di cappella della Basilica di S. Marco a Venezia, incarico che mantenne sino alla sua morte avvenuta nel 1643. Oltre a una grande quantità di musica sacra, come la Selva morale e spirituale del 1640, a Venezia Monteverdi pubblicò il VI (1614), VII (1619) e VIII (1638) libro dei madrigali (il IX verrà pubblicato postumo nel 1651). Con questi componimenti, le innovazioni già proposte nelle raccolte madrigalistiche precedenti divenivano ancora più originali, mostrando maggiore varietà stilistica e un contrappunto più ridotto a vantaggio di passi monodici e dialoghi a 2 o 3 voci. In particolare, l’VIII libro, intitolato Madrigali guerrieri et amorosi, ospitava anche Il combattimento di Tancredi e Clorinda, una composizione in ‘stile rappresentativo’ ispirata alla Gerusalemme liberata di Torquato Tasso.
Nell’ultima fase della sua carriera, Monteverdi si dedicò anche al melodramma: per i teatri pubblici veneziani compose, in particolare, Il ritorno di Ulisse in patria (1640), su testo di Giacomo Badoaro, e L’incoronazione di Poppea (1643), su libretto di Gian Francesco Busenello, opere che riscossero entrambe grandi apprezzamenti.
Vissuto a cavallo tra due secoli, Monteverdi è senza dubbio il compositore italiano che più di tutti ha partecipato al cambiamento estetico, stilistico e linguistico della musica dal Rinascimento al Barocco. Tale evoluzione ha trovato nel genere del madrigale, nondimeno che nel nascente melodramma, la sua più evidente manifestazione nella produzione monteverdiana, passando da uno stile contrappuntistico delle opere giovanili a quello monodico e ‘rappresentativo’ delle sue ultime composizioni.
- Paolo Divizia, Orfeo e la potenza dell’arte. La rinascita del teatro e della musica tra Poliziano, Rinuccini e Striggio-Monteverdi, «Rhesis. International Journal of Linguistics, Philology, and Literature», 4/2, 2013, pp. 310-334
- Paolo Fabbri, Monteverdi, Claudio, in Dizionario Biografico degli Italiani, Roma, Istituto della Enciclopedia Italiana, vol. 76, 2012
- Paolo Fabbri, Monteverdi, Torini, EdT, 1985
- Iain Fenlon, Le prime rappresentazioni dell’Orfeo di Monteverdi, «Philomusica online», 8/2, 2009
- Claudio Monteverdi, Lettere, dediche e prefazioni, edizione critica con note a cura di Domenico de’ Paoli, Roma, De Santis, 1973
- Paolo Russo, Modelli performativi intorno al “Combattimento” di Monteverdi, «Culture Teatrali», X, 2004, pp. 35-46
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