Bizet, Georges

Immagini (Secondarie)
Didascalie
  1. Georges Bizet, fotografia di Étienne Carjat (1828-1906), 1875. Bibliothèque nationale de France, département Musique, Est. Bizet 002.
  2. Georges Bizet, fotografia, 1870. Bibliothèque nationale de France, département Musique, Est. Bizet 004.
  3. Georges Bizet, fotografia con dedica a Edmond Galabert, riprodotta in Lettres à un ami. Bibliothèque nationale de France.
Data di nascita
25 ottobre 1838
Data di morte
3 giugno 1875
Paese
Epoca
Stile
Categoria
Biografia

Georges Bizet nacque a Parigi il 25 ottobre 1838 da Aimée Delsarte (1815-1861) e Adolphe (1810-1886). Registrato all’anagrafe come Alexandre César Léopold, il 16 marzo 1840 fu battezzato con il nome di Georges, che avrebbe adottato poi abitualmente. Crebbe in un ambiente musicalmente fertile: la madre – che proveniva da una famiglia di musicisti – era un’ottima pianista, mentre il padre aveva lasciato l’attività di parrucchiere per intraprendere quella di insegnante di canto. Georges diede prova a sua volta di un precoce talento musicale, così da spingere i genitori a iscriverlo al Conservatorio. Superò brillantemente la prova d’ammissione il 9 ottobre 1848, e nel periodo immediatamente successivo intraprese gli studi. Studiò teoria con Pierre-Joseph-Guillaume Zimmerman (1785-1853), pianoforte con Antoine François Marmontel (1816-1898), composizione – i primi esperimenti risalgono intorno al 1850 – con Fromental Halévy (1799-1862). Strinse amicizia con Charles Gounod, che esercitò sulla sua formazione una forte influenza, e Camille Saint-Saëns. Nel 1856 partecipò al Prix de Rome, che per quell’anno rimase però non assegnato. Partecipò allora a un concorso per giovani compositori organizzato da Jacques Offenbach (1819-1880), la cui prova consisteva nell’intonazione del libretto buffo Le docteur Miracle di Léon Battu (1829-1857) e Ludovic Halévy (1834-1908). Risultato vincitore ex aequo con Charles Lecocq (1832-1918), Bizet da allora frequentò regolarmente la cerchia di Offenbach; qui entrò in contatto con alcuni esponenti di spicco della società musicale parigina, tra cui Gioachino Rossini. Nel 1857 concluse gli studi al Conservatorio con il conseguimento, dopo un nuovo tentativo, del Prix de Rome. All’inizio del 1858 partì dunque per l’Italia, dove rimase fino agli ultimi mesi del 1860. Al termine di quell’anno rientrò a Parigi. Qui il 13 marzo 1861 assistette alla prima rappresentazione francese di Tannhäuser, entrando così per la prima volta in contatto con la musica di Richard Wagner, della quale riportò una forte impressione. Nello stesso periodo ebbe una relazione con Marie Reiter, sua padrona di casa, da cui nel 1862 ebbe un figlio, Jean – che non fu riconosciuto e mantenne il cognome della madre. In seguito alla morte di Halévy, occorsa il 17 marzo 1862, la vedova del maestro lo incaricò del completamento dell’opera Noé. Negli anni che seguirono Bizet frequentò abitualmente gli Halévy. Strinse una relazione sentimentale con la figlia minore del maestro, Geneviève (1849-1926).
Concentrando le proprie energie nella composizione per il teatro musicale, in quel periodo Bizet lavorò a Les pêcheurs de perles su libretto di Michel Carré (1821-1872) e Eugène Cormon (1810-1903), che andò in scena il 29 settembre 1863 al Théâtre Lyrique. L’accoglienza fu tiepida. In seguito, Bizet si cimentò con la composizione di Ivan IV su libretto di Francois-Hippolyte Leroy (1815 circa - 1887) e Henri Trianon (1811-1896), rimasta incompiuta, e di La jolie fille de Perth su libretto Jules-Henri Vernoy de Saint-Georges (1799-1875), andata in scena al Théâtre Lyrique il 26 dicembre 1867 con accoglienza favorevole. Il 3 giugno 1869 sposò Geneviève. Dopo il matrimonio, portò a termine il completamento di Noé e intraprese numerosi progetti per una nuova opera, in breve tutti abbandonati.
In seguito alla scoppio della Guerra franco-pussiana, dichiarata il 15 luglio 1870, Bizet si arruolò nella Guardia Nazionale. Dopo l’armistizio del 26 gennaio 1871, intimorito dal clima della Comune, si rifugiò con Geneviève presso i centri di Compiègne e, poi, Le Vésinet. Ritornò a Parigi nel mese di giugno; assunto come maestro del coro dell’Opéra, iniziò l’incarico in ottobre, ma in novembre – per motivi mai chiariti – fu sostituito da Hector Salomon (1838-1906). Nel maggio 1872 portò in scena all’Opéra-Comique la sua nuova opera, Djamileh, su libretto di . Il 10 giugno Geneviève diede alla luce Jacques (morto nel 1922), unico figlio della coppia. Nei mesi successivi il compositore lavorò alle musiche di scena per il dramma di Alphonse Daudet L’Arlésienne, andato in scena nel mese di ottobre.
Nell’estate del 1873 Bizet intraprese la composizione di Carmen, su un libretto di Henri Meilhac (1831-1897) e Ludovic Halévy tratto dall’omonima novella del 1845 di Prosper Mérimée (1803-1870). Propose il progetto al Théâtre de l’Opéra-Comique, incontrando però resistenze da parte della direzione del teatro a causa del soggetto ritenuto scabroso. Bizet ottenne l’approvazione solo l’anno successivo, e nell’ottobre 1874 poté iniziare a preparare l’allestimento. Carmen andò in scena il 3 marzo 1875 con clamore, suscitando reazioni dapprima scandalizzate e, in seguito, sempre più entusiastiche.
Psicologicamente provato dal lavoro intorno a Carmen e dall’avversità della prima accoglienza, durante la preparazione dell’allestimento e nel periodo che seguì Bizet accusò attacchi di angina, febbre reumatica, disturbi cardiaci. Colpito da infarto presso la sua casa di campagna di Bougival, verso Versailles, vi morì il 3 giugno 1875.
Oltre alle composizioni sopra ricordate, nella produzione di Bizet si segnalano in particolare la Sinfonia in do maggiore, del 1855 circa, e la raccolta Jeux d’enfants per pianoforte a 4 mani del 1871, la suite ricavata da L’Arlésienne poco dopo il debutto. A partire dallo stesso lavoro una seconda suite fu realizzata, includendo estratti da La jolie fille de Perth, da Ernest Guiraud (1837-1892), cui si deve pure l’intonazione dei recitativi per Carmen.
Un senso del colore ricco e raffinato, il pieno controllo della tavolozza timbrica e l’esattezza del suo dosaggio sono le caratteristiche più evidenti dello stile di Bizet. L’invenzione melodica si presenta generosa, spontanea; il periodare e l’accentuazione appaiono retti da un senso della misura, dell’economia espressiva perfettamente calibrato.

Risorse web

The Bizet Catalog, a cura di Hugh Macdonald
http://digital.wustl.edu/bizet

Les amis de Georges Bizet
http://www.lesamisdebizet.com

Cronologia, catalogo e guide all’ascolto
https://www.flaminioonline.it

Bibliografia

Winton Dean, Bizet, Torino, EDT, 1980

Mina Curtiss, Bizet and his World, Londra, Secker & Warburg, 1959

Fabrizio Della Seta, Italia e Francia nell’Ottocento, Torino, EDT, 1993

Scritti

Lettres à un ami. 1865-1872, a cura di Edmond Galabert, Parigi, Calmann-Lévy, post 1900

Libretti

Opere

Interpretazioni e altri documenti

Opere danza

Autore scheda
LRC

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Modificato
05/01/2019

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