Mascagni, Pietro
Pietro Mascagni nasce a Livorno da padre fornaio il 7 dicembre 1863. Nel 1876 viene ammesso all'Istituto Cherubini della stessa città dove apprende la tecnica esecutiva di diversi strumenti oltre che del pianoforte. Nonostante le rimostranze paterne, che desiderava per il figlio una carriera da avvocato, è incoraggiato a proseguire gli studi musicali dal suo maestro Alfredo Soffredini. Nel 1882, aiutato economicamente dal conte Florestano de Larderel, cui Mascagni aveva dedicato la sua cantata Alla gioia, riesce a trasferirsi a Milano e ad essere ammesso al Conservatorio, dove viene seguito negli studi da Michele Saladino e Amilcare Ponchielli e dove conosce Giacomo Puccini, suo collega di studi. Nel 1885 inizia a praticare la direzione d'orchestra in compagnie d'operetta e, a causa delle assenze dovute a questi impegni esterni e a ragioni di condotta abbandona il conservatorio, in polemica con lo stesso direttore Antonio Bazzini, interrompendo gli studi. Il suo primo incarico arriva nella città di Cerignola dove si trasferisce con il compito di organizzare una Filarmonica cittadina e dirigere la banda comunale. Nel 1888 si sposa con Marcellina Carbognani, con cui era sentimentalmente legato dai loro primi incontri a Parma avvenuti tre anni prima. Nel luglio dello stesso anno l'editore Sonzogno bandisce un concorso per la realizzazione di un'opera, con la premiazione delle prime tre, e Mascagni sceglie come soggetto la novella Cavalleria rusticana di Giovanni Verga, realizzata in libretto dall'amico Targioni Tozzetti. Dopo essere stata proclamata vincitrice, il 17 maggio 1890 l'opera debutta al Teatro Costanzi di Roma registrando un clamoroso successo. Nell'occasione del battesimo del terzo figlio di Mascagni, Edoardo, viene concertata da Edoardo Sonzogno, padrino del piccolo, Pietro Mascagni e Nicola Daspuro la realizzazione dell'opera L'amico Fritz che andrà in scena sempre al Costanzi il 31 ottobre 1891. Con quest'opera Mascagni cerca sin da subito di evitare di duplicare il modello di Cavalleria basato su un'ambientazione popolare, ricco di pezzi solistici e l'impiego di musica caratteristica. In ogni sua creazione per il teatro Mascagni cercherà di mutare continuamente stile e contenuti, dall'estetismo di Zanetti sino all'esotismo di Iris. Grazie al successo di Cavalleria Mascagni riesce ad assicurare l'autonomia economica alla propria famiglia, a dedicarsi alla composizione e a trascorrere lunghi periodi tra Livorno e Milano anche se è costretto ad affrontare, nel 1893, un grande risarcimento economico in favore di Giovanni Verga che era ricorso in tribunale per ottenere maggiori guadagni sui diritti per la sua novella. Nel 1894 compone Sera d'ottobre utilizzando una lirica di Giovanni Pascoli, a lui legato da cordiali rapporti d'amicizia, e conclude il Guglielmo Ratcliff dall'oeriginale di Heine. Sia quest'opera, tuttavia, che il Silvano, rappresentati a pochi mesi di distanza nel 1895 non ottengono il successo sperato. Nello stesso anno ottiene l'incarico come direttore del Liceo musicale G. Rossini di Pesaro dove forma un'orchestra di allievi di alto livello tecnico e artistico con cui tiene dei concerti da lui stesso diretti. I programmi sono: Eroica di Beethoven, preludi di Wagner, Rossini e il Serse di Händel. Nel 1895 si registra, inoltre, il tentativo da parte di Ricordi di avvicinare Mascagni a discapito di Sonzogno con la proposta di un'opera sulla novella di Verga La lupa, nel tentativo di eguagliare il successo di Cavalleria, ma lungi dall'assumersene i rischi, Mascagni rifiuta provvidamente l'incarico. Nel 1896 Mascagni entra in rapporti con Luigi Illica che, alle prese con Tosca per Puccini, lavora in quegli anni con tutti i compositori italiani della Giovane scuola, fra cui, ad esempio Umberto Giordano con il suo Andrea Chénier. Per Mascagni realizza due opere, Le maschere ed Irisi, commissionata da Ricordi per il suo particolare soggetto esotico, nuovamente in voga in quegli anni. Nel 1898 dirige alla Scala di Milano, in un concerto sinfonico, la prima italiana della Sinfonia Patetica di Čajkovskij e il 22 novembre, al Costanzi viene rappresentata Iris, con grande successo di pubblico. Quest'opera si presenta come innovativa nell'ambito delle vicende sceniche e letterarie che suggeriscono al compositore particolari soluzioni musicale, il tutto apprezzato da Gabriele D'Annunzio che promette una collaborazione. Il 9 maggio 1900 dirige al Pantheon di Roma in occasione dei funerali di stato di Umberto I. Il disastroso esito di Le maschere, per cui era stata concertata con Sonzogno la rappresentazione simultanea in sei importantissimi teatri italiani il 17 gennaio 1901, comporta la rottura professionale con l'editore stesso, il tentativo fallimentare di entrare in collaborazione con Ricordi, e una sostanziale inattività compositiva per i quattro anni successivi, terminata con la stipula di un contratto con l'editore francese Choudens per l'opera Amica. Nel mentre, tuttavia, grazie alla diffusione internazionale della sua fama anche di direttore, Gustav Mahler lo invita a Vienna a dirigere il Requiem di Verdi nel 1901 e il barone Eisner gli permette di organizzare una tournée tra Vienna, Varsavia e Bucarest. Tra il 1902 e il 1903 è negli Stati Uniti mentre, nel 1904 si stabilisce a Roma dove, nel 1909 ottiene la direzione artistica del Costanzi, che manterrà per un solo anno, e nel 1911 ottiene l'incarico di dirigere la Scuola nazionale di musica di Roma. Nel 1906 Mascagni si era riconciliato con Sonzogno e aveva firmato con lui un nuovo contratto per la realizzazione di diverse opere. Il 1912 è l'anno della relazione lavorativa con D'Annunzio che finalmente invia a Mascagni il suo adattamento per il teatro lirico della sua opera Parisiana ma che si sottrae ripetutamente agli incontri con il compositore che porta a termine autonomamente l'opera messa in scena l'anno seguente alla Scala di Milano con una accoglienza tiepida, dovuta soprattutto all'eccessiva durata dello spettacolo. Nel 1921 Mascagni ottiene il suo ultimo grande successo con l'opera Il piccolo Marat su libretto di Giovacchino Forzano con cui interromperà bruscamente i rapporti subito dopo la collaborazione. In questi anni Mascagni è attivissimo nel campo della direzione d'orchestra, sia operistica che sinfonica, in Europa e in America. Negli anni '30 aderisce al Partito nazionale fascista (1932), adesione che gli procurerà incarichi importantissimi e grandi onori pubblici come ad esempio la rappresentazione dell'Italia nel centenario della morte di Beethoven a Vienna e il titolo di Accademico d'Italia. Consigliere della politica musicale del regime nell'ambito della riorganizzazione dei teatri d'0pera, Mascagni è l'ultimo rappresentante della poetica della Giovane scuola e sostenitore di uno stile ormai antiquato, difeso nell'ambito della polemica del Manifesto di musicisti italiani per la tradizione dell'arte romantica dell'Ottocento del 1932. Oggetto della mondanità musicale romana, Mascagni conclude l'antico progetto del Nerone, opera dallo stile adeguatamente calato nell'ambito trionfalista dei regime. Muore il 2 agosto del 1945 all'Hotel Plaza di Roma a via del Corso dove risiedeva ufficialmente dal 1927.
- Sito web dedicato a Pietro Mascagni
- Discografia su Discogs
- Voce in Dizionario Biografico, Treccani
- Opere, partiture e spartiti in IMSLP Petrucci Music Library
- Filmografia su IMDb
- Pagina web dedicata in BBC
- Roger Flury, Pietro Mascagni: A Bio-bibliography, London-Westport, Greenwod Press, 2001
- Alan Mallach, Pietro Mascagni and His Operas, Boston, Northeastern University Press, 2002
- Nedo Benvenuti, Pietro Mascagni: la vita e le opere, Livorno, Debatte Ed., 2004
- Mario Morini, Roberto Iovino, Alberto Paloscia (a cura di), Epistolario, Lucca, Libreria musicale italiana, 1996 - 1997
- Edoardo Pompei, Pietro Mascagni: nella vita e nell'arte, Roma, Tipografia Editrice Nazionale, 1912
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