Piccinni, Niccolò
1. Niccolò Piccinni in una incisione di Louis Jacques Cathelin da un dipinto originale di Charles Jean [?] Robineau, seconda metà del XVIII secolo
2. Niccolò Piccinni in una incisione di Hippolyte Pauquet da un dipinto di Bergeret, seconda metà del XVIII secolo, Bibliothèque nationale de France, département Musique
3. Prefazione alla Salita al Parnasso, traduzione italiana del Gradus ad Parnassum di Johann Joseph Fux, edita da Carmignani a Carpi nel 1761
Niccolò Piccinni nasce a Bari il 16 gennaio 1728 in una famiglia di musicisti. Dopo aver ottenuto i primi rudimenti musicali dal padre Niccolò viene ammesso al conservatorio di Napoli di S. Onofrio nel 1742. Secondo l'amico e primo biografo di Piccinni, Pierre-Louis Ginguené, sarebbe stato allievo di Leonardo Leo e di Francesco Durante. Nel 1753 Piccinni è residente a Napoli e conclusi gli studi ufficiali già da un anno è pronto a debuttare l'anno successivo, nel 1754, al teatro dei Fiorentini di Napoli con la commedia di Antonio Palomba, Le donne dispettose. Il 1756 è l'anno de Il curioso del suo proprio danno dato al teatro Nuovo di Napoli e del matrimonio con la sua allieva cantante Vincenza Sibilla. Il primo incarico dal S. Carlo arriva nel dicembre dello stesso anno per l'opera seria di Metastasio Zenobia ed è seguito, nel 1757 da Nitteti dello stesso autore. Nel 1758 Piccinni, grazie ai successi napoletani, riesce ad ottenere un importante incarico a Roma dal teatro Argentina: Alessandro nell'Indie di Metastasio. L'opera più conosciuta di Piccinni, La buona figliola, o Cecchina, va in scena il 6 febbraio 1760 a Roma al teatro delle Dame, solo sei anni dopo il debutto napoletano del compositore. L'opera è il prodotto dello stile della commedia napoletana unita all'eleganza drammaturgica goldoniana, con l'aggiunta dei ricchi finali d'atto ed espressività nelle arie. Per circa dieci anni Piccinni, consolidata la sua fama, mantiene un ritmo di produzione costante per i teatri di Roma, Venezia, in cui esordisce nel 1763 con Le contadine bizzarre, Bologna e Napoli. Nel 1761, ulteriore testimonianza della sua influenza è la firma della prefazione della traduzione italiana del Gradus ad Parnassum di Fux e, dall'anno successivo sino al 1780 molte sue opere comiche vengono importate dalla corte di Dresda. A partire dal 1765 Piccinni si rivolge al repertorio serio intervenendo nel senso di un rinnovamento delle forme e dell'impianto generale, importanti esempi in questo senso sono Ipermestra (1772) e Alessandro nell'Indie (1774), entrambe su libretto di Metastasio, che gli permettono di trasferirsi a Parigi in seguito al grande successo. Piccinni lavora in modo opposto nei due generi, serio e comico. Nel primo caso, infatti, si impegna nel rinnovamento e nello sperimentalismo mentre, nel secondo, consolida on modo esemplare la tradizione dimostrando grande abilità compositiva nei numeri d'insieme e nella gestione della comicità. Insieme a Johann Adolf Hasse, Piccinni è l'autore più scritturato al S. Carlo di Napoli nel 1700. Nel 1776 grazie ai rispettivi ambasciatori francese e italiano, Clermont-d'Amboise e Domenico Caracciolo, Piccinni si trasferisce a Parigi dove, l'anno successivo, diviene maestro di canto e di clavicembalo della regina Maria Antonietta. Da questo momento Piccinni si impegna nella composizione di diverse tragédie-lyrique tra cui la celebre Iphigénie en Tauride, rappresentata all'Opéra il 23 gennaio 1781, oggetto di una disputa tra i sostenitori dell'arte del compositore italiano e quelli di Christoph Willibald Gluck, che aveva messo in scena lo stesso soggetto nel 1779. Nel 1782 ottiene il prestigioso incarico di docente presso la scuola di canto dell'Opéra e lavora a diverse tragédie-lyrique sino allo scoppio della rivoluzione che lo obbliga, in grandi ristrettezze economiche, a lasciare Parigi. Rientrato nel 1791 a Napoli non riesce a riscuotere il successo passato poiché malvisto per ragioni politiche. Ragioni per cui viene arrestato e condannato agli arresti domiciliari con l'accusa di giacobinismo a Venezia dove si era trasferito nel 1793 con la speranza che la situazione potesse essere più favorevole di quella partenopea. Organizzata una fuga nel 1799 Piccinni riesce a rientrare a Parigi passando da Roma, seguito poco dopo dalla sua famiglia. Qui, acclamato eroe della Rivoluzione ottiene una pensione di sostentamento. Nominato ispettore del conservatorio da Napoleone nell'aprile del 1800, muore pochi mesi dopo a causa di un blocco renale.
- Voce in Encyclopaedia Britannica
- Opere, partiture e spartiti in IMSLP Petrucci Music Library
- Discografia su Discogs
- Pagina web dedicata in BBC
- Niccolò Piccinni nella Biblioteca digitale di Internet Culturale
- Pierre-Louis Ginguené, Pierfranco Moliterni, Niccolò Piccinni: vita e opere, Apollon Musagite, Bari, Adda Editore, 2000
- Clara Gelao, Michèle Sajous d’Oria, Dinko Fabris, Pierfranco Moliterni, e Renato Ruotolo, Il tempo di Niccolò Piccinni: percorsi di un musicista del Settecento, Bari, Adda Editore, 2000
- Michele Calella, Un italiano a Parigi: contributo alla biografia di Niccolò Piccinni, «Rivista Italiana Di Musicologia» XXX/1, 1995, pp. 3 - 49
- Alessandro Di Profio, Mariagrazia Melucci, Niccolo Piccinni: musicista europeo, Bari, Adda Editore, 2004
- Giovanni Dotoli, Franco Punzi, Piccinni e la Francia, Biblioteca della ricerca: cultura straniera, Fasano di Brindisi, Schena, 2001
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