Fux, Johann Joseph
1. Frontespizio del Gradus ad Parnassum stampato a Vienna nel 1725
2. Johann Joseph Fux in una litografia del 1827 di Heinrich E. von Winter. Music Division, The New York Public Library. "Fux" The New York Public Library Digital Collections
3. Johann Joseph Fux in un disegno a penna di Gustav Frank tratta dal ritratto ad olio di Nikolaus Buck, 1890, Österreichische Nationalbibliothek, Bildarchiv Austria
Johann Joseph Fux nasce nel 1660 a Hirtenfeld, in Stiria orientale e muore a Vienna nel 1741. Intraprende gli studi in ritardo presso il liceo dei Gesuiti a Graz e frequenta l'università nel 1680 nella stessa città e l'anno successivo a Ingolstadt, ricoprendo il ruolo di organista. Incerti sono i suoi spostamenti tra il 1683 e il 1696, ma è probabile si sia recato per ragioni di studio in Italia e abbia risieduto poi a Vienna a servizio di un vescovo ungherese, forse l'arcivescovo Esztergom Leopold von Kollonitsch, dove Leopoldo I potrebbe aver ascoltato alcune delle sue prime composizioni sacre. Nel 1696 viene assunto dalla chiesa degli scozzesi di Vienna, la Schottenkirche, per divenire, due anni dopo, compositore di corte. Nell'anno 1700 intraprende un viaggio verso Roma, dove studia con il compositore Bernardo Pasquini, ma già l'anno successivo pubblica a Vienna un'opera strumentale, il Concentus musico strumentalis. Nel 1705 viene assunto come vice Kapellmeister al duomo di Santo Stefano e, nel 1711, dopo la morte dell'imperatore Giuseppe I assume la direzione musicale della cappella dell'imperatrice madre Amalie Wilhelmine. Tra il 1712 e il 1715 diviene direttore alla cattedrale di Vienna sino alla sua nomina a Kapellmeister alla corte imperiale di Carlo VI. Nel 1714 Fux compone l'opera L'Elisa per l'arciduchessa zia di Carlo VI, il quale rimane tanto soddisfatto da voler dirigere egli stesso al cembalo la terza rappresentazione. L'opera ottiene un grande successo e viene così stampata ad Amsterdam nel 1715 in poche, eleganti e costosissime copie, è successivamente ristampata nel 1719 e nel 1729. La sua ultima opera è Enea negli Elisi composta a Vienna nel 1731. Johann Joseph Fux muore all'età di ottantuno anni il 14 febbraio del 1741. Nel corso della sua carriera ha ricoperto gli incarichi più prestigiosi cui un compositore potesse aspirare: la direzione musicale di tre cappelle imperiali e di quella dell'imperatrice madre Amalie Wilhelmine.
Il catalogo delle opere di Fux comprende circa cinquecento brani, in prevalenza lavori sacri, ma anche opere, oratori e musica strumentale. Nonostante la sua cifra stilistica sia l'utilizzo esperto del contrappunto Fux utilizza abilmente anche modi di comporre più moderni soprattutto nelle sue diciotto opere e nei dieci oratori italiani. Trai librettisti dei suoi lavori per il teatro si contano Pietro Pariati, Silvio Stampiglia, Apostolo Zeno e Pietro Metastasio. La sua opera di maggior successo è Costanza e Fortezza su libretto di Pietro Pariati rappresentata durante il periodo dell'incoronazione di Carlo VI a Praga, nel 1723. Poiché in quegli anni Fux è afflitto dalla gotta, l'imperatore lo fa trasportare in lettiga sino a Praga perché possa presenziare alla rappresentazione diretta dal maestro Antonio Caldara. La sua opera strumentale più famosa è il Concentus music strumentalis organizzata come una raccolta di sette partite. Importantissimo e ragione della fama attuale di Fux, è il suo ruolo di trattatista e teorico musicale. Nel 1725 Carlo VI assume l'onere delle spese editoriali per la pubblicazione del grande trattato di contrappunto e composizione messo insieme da Fux negli anni precedenti e intitolato Gradus ad Parnassum. L'opera è divisa in due libri di cui il primo è dedicato alla descrizione degli intervalli musicali, mentre, il secondo, scritto alla maniera di un dialogo classico tra il maestro Aloisio (Pierluigi da Palestrina) e l'allievo Giuseppe (lo stesso Fux), guida alla composizione del contrappunto sino alla quinta specie a due e a tre voci oltre che alla composizione di fughe a due a tre e a quattro parti, fornendo un gran numero di esempi. Quest’opera di Fux, scritta in latino, ottiene tanto successo da essere tradotta e pubblicata in italiano nel 1761 dalla stamperia Carmignani di Carpi. Ragione di ciò è la particolare chiarezza con cui l'autore organizza la trattazione, un procedimento per gradi, dalla prima alla quinta specie a due e a tre voci, tanto utile che verrà impiegato dai più importanti trattati successivi, anche del XIX secolo.
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- Hellmut Federhofer, Alfred Mann, Fux's "Gradus ad Parnassum" as Viewed by Heinrich Schenker, «Music Theory Spectrum», IV, 1982, pp. 66 - 75
- Harry White, The Oratorios of Johann Joseph Fux and the Imperial Court in Vienna, Studies in Music from the University of Western Ontario, XV, 1995, pp. 1 - 17
- David Damschroder, David Russell Williams, Music Theory from Zarlino to Schenker: A Bibliography and Guide, New York, W. W. Norton, 1943
- Harry White (a cura di), Johann Joseph Fux and the Music of the Austro-Italian Baroque, Farnham, Ashgate, 1992
- Klaus Aringer, Ulrike Aringer-Grau (a cura di), Johann Joseph Fux: Der Komponist, Graz, Akademische Druck-und Verlagsanstalt, 2015
Johann Joseph Fux, Gradus ad Parnassum, Vienna, 1725
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