Richter, Sviatoslav

Immagini (Secondarie)
Didascalie

1. Sviatoslav Richter al pianoforte nel 1964 ca.

2. Sviatoslav Richter e Mstislav Rostropovič in concerto nel 1961.

3. Casa Museo di Sviatoslav Richter a Mosca.

Data di nascita
20 marzo 1915
Data di morte
1 agosto 1997
Categoria
Qualifica
Biografia

Sviatoslav Richter nacque a Žytomyr, in Ucraina, il 20 marzo 1915. Suo padre era un pianista e compositore tedesco che aveva studiato a Vienna e insegnato al Conservatorio di Odessa. Questi aveva sposato una propria allieva, appartenente a una famiglia di possidenti terrieri di varie ascendenze nazionali. Il piccolo Sviatoslav crebbe così in un ambiente domestico dove si parlava sia il tedesco che il russo. La sua prima passione fu la pittura: ricevette i primi insegnamenti da una zia, con la quale visse dai quattro ai sette anni, separato dai genitori a causa della guerra civile.

Tornato a Odessa nel 1922, Richter iniziò a studiare pianoforte e a comporre, formandosi sostanzialmente come autodidatta in entrambi i campi. Da bambino scrisse anche delle commedie e la sua primissima passione musicale fu l’opera. A casa si divertiva a leggere a prima vista dalle partiture vocali e per un certo periodo coltivò il sogno di diventare direttore d’orchestra. Per contribuire al bilancio familiare, dal 1930 al 1932 Richter lavorò come pianista accompagnatore presso la “Casa dei pescatori” di Odessa, per poi iniziare a collaborare con la Filarmonica. Debuttò come solista all’età di 19 anni, suonando composizioni di Fryderyk Chopin, mentre l’anno successivo diventò pianista accompagnatore presso il Teatro Accademico d’Opera e di Balletto di Odessa.

Nel 1937 Richter fu ammesso al Conservatorio di Mosca per studiare con Heinrich Neuhaus, presso il quale abitò durante il terzo anno di studi. Essendosi rifiutato di sostenere esami in altre materie, Richter fu espulso dal conservatorio in ben tre occasioni, venendo ogni volta riammesso su insistenze di Neuhaus. Fece il suo debutto ufficiale il 26 novembre 1940 nella Piccola Sala del Conservatorio di Mosca con un programma incentrato su opere di compositori russi, tra cui la prima esecuzione della Sonata per pianoforte n. 6 in La maggiore  op. 82 di Sergej Sergeevič Prokof’ev. Il connubio artistico tra Richter e Prokof’ev continuò con l’esecuzione del Concerto n. 5 in Sol maggiore per pianoforte e orchestra op. 55 e la prima assoluta della Sonata per pianoforte n. 7 in Si bemolle maggiore op. 83; in segno di gratitudine, il compositore gli dedicò la Sonata per pianoforte n. 9 in Do maggiore op. 103. Nel 1952, nel periodo in cui Richter ebbe un dito rotto, si esibì solo in veste di direttore d’orchestra: con l’Orchestra Giovanile di Mosca eseguì per la prima volta la versione rivista della Sinfonia concertante in Mi minore per violoncello e orchestra op. 125.

La Seconda Guerra Mondiale separò nuovamente la famiglia: mentre Richter si trovava a Mosca, suo padre fu arrestato, insieme con altre persone di origine tedesca, e giustiziato. Alla fine della guerra sua madre lasciò la città con le truppe occupanti e alla fine si stabilì a Stoccarda. Richter la ritrovò nell’agosto 1961, dopo averla creduta morta fin dal 1942. Dopo la guerra la sua fama si diffuse rapidamente in Russia e nel blocco sovietico. Il suo debutto nell’Europa occidentale, nel 1960, fu sensazionale e fu seguito da una serie di incisioni che sono diventati un classico della discografia. Il suo repertorio era ampio, estendendosi da Johann Sebastian Bach a Prokof’ev e comprendendo molte composizioni poco eseguite, mentre evitava i cicli completi (con la sola eccezione del Clavicembalo ben temperato di Bach).

Dal 1960 al 1989 Richter sostenne una media di 70 concerti all’anno. Compì numerose tournée in Europa e Giappone, preferendo sedi piccole e viaggiando preferibilmente in treno e in automobile. Evitò contratti discografici a lungo termine, ma molti dei suoi concerti furono incisi dal vivo e la sua discografia è forse più ampia di qualsiasi altro pianista.

Nel 1964 Richter fondò un festival a Tours: qui e altrove coltivò la musica da camera con alcuni altri musicisti, tra cui sua moglie (la cantante Nina Dorliak), il violinista Oleg Kagan, il violoncellista Mstislav Rostopovič e il compostore Benjamin Britten. Assieme a quest’ultimo produsse l’opera The Turn of the Screw per il Moscow December Nights Festival, nel 1984.

Negli ultimi anni di vita i problemi di salute costrinsero Richter ad annullare molti concerti. Preferì sempre più spesso suonare dagli spartiti e usando pianoforti Yamaha, il cui colore neutro non imponeva un timbro alla musica eseguita. Sebbene dichiarasse di amare sopra tutti Richard Wagner, Chopin e Claude Debussy, le interpretazioni più memorabili di Richter sono quelle di Ludwig van Beethoven, Robert Schumann, Franz Liszt e Prokof’ev. Le sue esecuzioni più riuscite sono caratterizzate da un’intensa concentrazione lungo arcate estese, spesso con tempi inusualmente ampi (soprattutto in Franz Schubert).

Per sua stessa ammissione, Richter non si interessò mai di politica e fino alla fine degli anni Ottanta risiedette in un appartamento a Mosca. A differenza degli altri musicisti russi della sua generazione, non ha mai insegnato. La pittura rimase per lui un importante mezzo di espressione e nel 1978 tenne una mostra presso il Museo Puškin di Mosca. Richter morì a Mosca il 1 agosto 1997.

Bibliografia
  • Piero Rattalino, Sviatoslav Richter: il visionario. Varese, Zecchini, 2005.
  • Karl Aage Rasmussen, Sviatoslav Richter: Pianist. Boston, Northeastern University Press, 2010.
  • Eugene Montague, Agency and Creativity in Musical Performance. «Gli spazi della musica», 3, 1 (2014), pp. 49-69.
  • Sergio Della Mura, Sviatoslav Richter: romantico in forma classica. Beethoven - Liszt - Schubert. Empoli, Ibiskos Uliveri, 2015.
  • Meri Herrala, Pianist Sviatoslav Richter: The Soviet Union launches a 'Cultural Sputnik' to the United States in 1960. In: Music, Art and Diplomacy: East-West Cultural Interactions and the Cold War, a cura di Simon Mikkonen e Pekka Suutari, Farnham, Ashgate, 2016, pp. 87-105. 
Scritti
  • Sviatoslav Richter, Genio e sregolatezza. Conversazione sulla musica. Napoli, Pagano, 1998.
  • Sviatoslav Richter, Bruno Monsaingeon, Scritti e conversazioni. Milano, Il Saggiatore, 2015.

Libretti

Opere

Interpretazioni e altri documenti

Opere danza

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GVI

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Modificato
21/03/2019

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