Debussy, Claude

Immagini (Secondarie)
Didascalie
  1. Claude Debussy, fotografia di Félix Nadar, 1908 circa
  2. Claude Debussy al pianoforte nella casa di Erenst Chausson a Luzancy, fotografia, 1893
  3. Claude Debussy in vacanza a Pourville-sur-Mer, in Normandia, fotografia, agosto 1894
Data di nascita
22 agosto 1862
Data di morte
25 marzo 1918
Paese
Stile
Categoria
Biografia

Achille-Claude Debussy nacque a Saint-Germain-en-Laye, nei pressi di Parigi, il 22 agosto 1862, primogenito di Manuel-Achille e Victorine Manoury, commercianti di ceramiche. La coppia ebbe altri quattro figli: Adèle-Clementine, nata nel settembre dell’anno successivo, Emmanuel, nato il 19 settembre 1967 in seguito alla cessazione dell’attività commerciale della famiglia e del suo trasferimento a Parigi, Alfred, nato il 16 febbraio 1870, e Eugène-Octave, nato il 10 novembre 1873. Nel 1871, dietro suggerimento del compositore Charles de Sivry, Debussy iniziò a prendere lezioni di pianoforte. La sua prima insegnante fu Antoinette Mauté, madre di de Sivry, che lo preparò a sostenere l’esame di ammissione in Conservatorio. Iniziò a frequentarlo nell’ottobre 1872, entrando nella classe di pianoforte di Antoine Marmontel e in quella di teoria e solfeggio di Albert Giraud. Negli anni successivi avrebbe studiato armonia con Émile Durand, accompagnamento con Auguste Bazille e composizione con Ernest Guidaud, e avrebbe seguito come uditore i corsi di organo di César Franck. Per il resto, non seguì alcun percorso di studio regolare: la sua istruzione fu presa in carico interamente dalla madre.
Durante gli ultimi anni di studio svolse le prime esperienze professionali. Nel 1880 fu assunto da Nadežda von Meck come pianista della formazione da camera incaricata di seguirla durante i suoi lunghi viaggi tra la Russia e l’Europa, tra il luglio e il novembre di quell’anno. Quell’esperienza, che si sarebbe ripetuta nel 1881 e nel 1882, rappresentò il suo primo contatto con la musica russa, quella di Čajkovskij in particolare. Sempre nel 1880, in dicembre, iniziò a prestare servizio come accompagnatore presso la scuola di canto di Marie Moreau-Santi. Durante l’incarico, mantenuto fino al 1884, strinse una relazione con Marie-Blanche Vasnier, moglie di un ricco avvocato parigino, dedicataria e prima interprete di molte delle sue liriche giovanili.
Il 18 giugno 1884 Debussy completò il proprio percorso accademico conquistando il Prix de Rome con la scena lirica L’Enfant prodigue su testo di Édouard Guinand. Il premio consisteva in una borsa di studio, erogata dall’Institut de France, per un soggiorno di tre anni a Roma, presso Villa Medici: Debussy vi rimase, con brevi interruzioni, dal 28 gennaio 1885 al 2 marzo 1887. Nel corso di quel periodo, per ottemperare alle condizioni del premio, compose l’ode sinfonica Zuleima, su versi di Heine (1885), e la suite sinfonica Printemps (1887). Sul finire del 1888 terminò il terzo pezzo d’obbligo, La Damoiselle élue, intonazione del poema di Dante Gabriel Rossetti, e tra il 1889 e il 1890 l’ultimo, la Fantaisie per pianoforte e orchestra, senza tuttavia inviarlo all’Institut.
Nell’estate 1889, in occasione dell’Esposizione Universale di Parigi entrò in contatto con la musica dell’estremo Oriente, in particolare dei gamelan giavanesi, e approfondì la conoscenza di quella russa attraverso il Gruppo dei Cinque. Insieme alla scoperta della polifonia rinascimentale, durante i concerti della chiesa di Saint-Gervais della primavera 1893, l’esperienza si sarebbe rivelata determinante per la definizione di uno stile personale. Nel frattempo, nel 1890, durante i faticosi tentativi di composizione dell’opera su libretto di Catulle Mendès Rodrigue et Chimène, mai portata a termine, cominciò a frequentare il salotto di Stephan Mallarmé e strinse amicizia con Erik Satie. Nello stesso periodo iniziò inoltre una nuova, lunga relazione con Gabrielle Dupont, figlia di un sarto di Lisieux.
Seguirono anni intensi, all’insegna di un grande fermento creativo e vicende personali burrascose. Il 22 dicembre 1894 la prima esecuzione del Prélude à l’après-midi d’un faune alla Salle d’Harcourt della Société nationale de musique segnò la definitiva affermazione del compositore, ora – abbandonato il progetto di Rodrigue et Chimène – al lavoro su una nuova opera: Pelléas et Mélisande, dal dramma omonimo di Maurice Maeterlinck, portata a termine al principio del 1902 e andata in scena il 30 aprile di quell’anno all’Opéra-Comique. Nello stesso periodo Debussy si dedicò anche alla critica musicale, collaborando con diverse testate sotto lo pseudonimo di Monsieur Croche. Sul finire del 1898 pose bruscamente termine al rapporto con la Dupont per legarsi alla modella Lilly Texier, con cui si sposò il 19 ottobre 1899. Il matrimonio si incrinò pochi anni dopo, nel 1904, quando il compositore intessé una nuova, scandalosa relazione con Emma Moyse, moglie del banchiere Sigismond Bardac, dalla quale il 30 ottobre 1905 sarebbe nata Claude-Emma, soprannominata Chouchou. L’unione fu ufficializzata con un nuovo matrimonio il 20 gennaio 1908.
Nonostante il successo e i riconoscimenti, negli anni che seguirono Debussy si trovò a fronteggiare condizioni economiche altalenanti. Nella primavera del 1909 si manifestarono le prime sofferenze per quello che si sarebbe rivelato un cancro, diagnosticato solo sul finire del 1915. Il 7 dicembre di quell’anno Debussy fu sottoposto a un intervento chirurgico nel tentativo di arginarlo. Provato dalla malattia e angosciato dalla guerra, il compositore trascorse gli anni successivi in un’attività intensa, febbrile. Morì nella sua casa di Parigi il 25 marzo 1918, durante i bombardamenti da parte dell’esercito tedesco.
La produzione di Debussy spazia tra i generi più vari. Un’ampia porzione è costituita dai lavori per pianoforte, spesso organizzati in raccolte: i due libri dei Préludes (1910, 1912), le Estampes (1903), le due serie di Images (1905, 1907) e quella delle Images oubliées (1894), la suite Children’s Corner (1908), le Six Épigraphes antiques (1915), i dodici Études (1915); e poi Pour le piano (1901), L’Isle joyeuse (1904), la Suite bergamasque (1905), The little Nigar (1909), il valzer La Plus que lente (1910), En blanc et noir per pianoforte a quattro mani (1915). Oltre all’unica opera completata, Pelléas et Mélisande (1902) e al «mistero» coreografico per voci, coro, orchestra Le Martyre de saint Sébastien su testo di Gabriele D’Annunzio (1911), la musica vocale conta un nutrito numero di mélodies e di composizioni corali, tra le quali si segnalano La Damoiselle élue, poema lirico per voce femminile, coro e orchestra su versi di Dante Gabriel Rossetti (1888) e le Trois Chansons de Charles d’Orléans per coro misto (1908). Tra le composizioni per orchestra spiccano il Prélude à l’après-midi d’un faune (1894), i tre «schizzi sinfonici» di La Mer (1905), i tre Nocturnes (1909), le tre Images (1912), il balletto Jeux (1913); tra la produzione da camera il Quartetto per archi (1893), Syrinx per flauto solo (1913), e la raccolta delle tre Sonate: per violoncello e pianoforte (1917), per flauto, viola e arpa (1915), per violino e pianoforte (1915).
All’origine della poetica di Debussy è il principio – secondo la definizione del musicista – dell’arabesco. La composizione è intesa come libera germinazione, naturale sviluppo di un materiale di base riducibile a elementi musicali fondamentali: una cellula melodica, un impulso ritmico, un singolo timbro strumentale sono elaborati in uno sviluppo continuo, condotto fino all’esaurimento del potenziale – la pulsione vitale – del materiale di partenza. È il materiale stesso a determinare, di volta in volta, l’organizzazione della forma musicale, a stabilirne le proporzioni, i rapporti interni. Ciò si traduce nel frequente ricorso a scale non convenzionali (pentafoniche, esafoniche) e in un trattamento inconsueto dell’armonia, non riconducibili al sistema tonale tradizionale.

 
Risorse web

Centre de documentation Claude Debussy
http://www.debussy.fr/

Cronologia della vita e delle opere in italiano
https://www.rodoni.ch/debussy/debussycronologia.html

Guide all’ascolto
http://www.flaminioonline.it/Guide/Debussy-Guide.html

Bibliografia

François Lesure, Debussy. Gli anni del simbolismo, Torino, EDT, 1994

Paolo Repetto, Il sogno di Pan. Saggio su Debussy, Genova, Il Melangolo, 2000

Ernesto Napolitano, Debussy, la bellezza e il Novecento: ‘La mer’ e le ‘Images’, Torino, EDT, 2015

Vladimir Jankélévitch, Debussy e il mistero, Bologna, il Mulino, 1991

Claude Debussy, Il signor Croche antidilettante, Milano, Adelphi, 2003

Flavio Testi, La Parigi musicale del primo Novecento, Torino, EDT, 2003

Scritti

I bemolli sono blu. Lettere 1884-1918, Milano, Archinto, 2004

Monsieur Croche antidilettante, versione originale francese:

Traduzione italiana: Il signor Croche antidilettante, a cura di Valerio Magrelli, Milano, Adelphi, 2003

Libretti

Opere

Interpretazioni e altri documenti

Opere danza

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LRC

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Modificato
05/01/2019

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