Viganò, Onorato
Onorato Viganò, danzatore, coreografo e impresario italiano, nacque e crebbe in una numerosa famiglia di danzatori. Debuttò giovanissimo sulle scene romane come interprete di parti femminili al Teatro Argentina e proseguì la sua carriera artistica come danzatore grottesco, specializzandosi in questo genere grazie alla collaborazione con i Salomoni, altra famiglia di ballerini e coreografi. Benché la formazione di Viganò si sia svolta nell’ambito della tradizione italiana, le esperienze a cui prese parte, tra la fine degli anni Cinquanta e gli inizi degli anni Sessanta del Settecento, e in particolare l’ingaggio a Vienna, gli consentirono di conoscere e prendere attivamente parte alle trasformazioni che stavano avvenendo nel balletto europeo. Tra queste, la più importante fu certamente la partecipazione a Le Festin de pierre di Gasparo Angiolini (Burgtheater, 17 ottobre 1761), nel quale interpretò una delle Furie che nell’ultima scena del ballo tormentano Don Giovanni. Sempre nel corso della sua permanenza viennese, ebbe anche modo di intrecciare importanti relazioni artistiche, ad esempio con la danzatrice e pantomima Maria Ester Boccherini, sorella del noto compositore Luigi, e che Onorato in seguito sposò.
Dopo Vienna, Viganò tornò in Italia dove lavorò nelle più importanti piazze teatrali dell’epoca, come Venezia, Torino, Roma e Napoli, iniziando ad affiancare alla carriera d’interprete anche quella di compositore di balli e a collaborare con svariati artisti, come ad esempio Vincenzo Galeotti, a Torino nel 1767, o Giuseppe Salomoni detto di Portogallo, a Napoli, nella stessa stagione del ’67. Proprio a Napoli, dal 1768, Onorato iniziò un rapporto continuativo come coreografo con il Teatro di San Carlo, incarico che terrà fino al gennaio 1773 e che riprenderà nel maggio 1774, dopo un soggiorno a Venezia – dove fu coreografo e impresario del San Samuele - per concluderlo definitivamente nel gennaio 1775.
Dal 1783 al 1788, Viganò fu impresario e coreografo, nonché interprete, al Teatro Argentina di Roma dove presentò balli innovativi e moderni che, per lo stile compositivo, per la resa dei personaggi, in particolare femminili, per le trovate spettacolari inedite, per la collaborazione con rinomati musicisti e scenografi e per la qualità degli interpreti (proprio in quegli anni il figlio di Onorato, Salvatore Viganò, debuttò come ballerino nelle creazioni del padre per poi proseguire la carriera in Spagna con lo zio Giovanni), contribuirono in maniera sostanziale allo sviluppo del ballo romano.
Dopo l’esperienza romana, Viganò ritornò a Venezia e, nel 1792, partecipò all’inaugurazione del teatro La Fenice con due suoi balli, Amore e Psiche e Divertimento campestre, all’interno del dramma musicato da Giovanni Paisiello I giuochi d'Agrigento.
Viganò era un ballerino dalla solida tecnica - eseguiva passi virtuosistici del genere grottesco con destrezza e precisione - e dalle spiccate doti interpretative che gli consentivano di variare nello stile e d’interpretare sia le parti da grottesco sia quelle da ballerino serio. La sua carriera di ballerino fu particolarmente lunga, infatti, nel 1791, compare ancora fra gli interpreti del balletto Raul signore di Crechì del figlio Salvatore.
Capace di recepire le tendenze di gusto e ad adeguarsi in maniera innovativa alle realtà nelle quali lavorava, pur mantenendo una propria linea stilistica ben definita che coniugava la spettacolarità scenografica con l'ingegno drammaturgico, Onorato Viganò realizzò un’eterogeneità di lavori i cui soggetti spaziavano dalla mitologia, come Il Meleagro (1779) o Arianna abbandonata da Teseo e soccorsa da Bacco (1774), al repertorio di maschere della Commedia dell’arte, come La nascita di Arlecchino o sia il matrimonio fatto per forza magica 1771), fino a creazioni ispirate dal drammaturgo Carlo Gozzi, come La figlia dell’aria, ossia l’innalzamento di Semiramide (1792) e Serena principessa ereditaria di Tebe, o sia la contraria a’ consigli (1793).
Maria Girardi, I balli di Onorato Viganò a Venezia, in «La danza italiana», nn. 5/6, 1987, pp. 89-119.
Flavia Pappacena, Influenze francesi e stile italiano nell’esperienza artistica di Onorato Viganò, in a cura di José Sasportes e Patrizia Veroli, Ritorno a Viganò, Ariccia, Aracne, 2017, pp. 19-59.
Carlo Ritorni, Commentarii della vita e delle opere coreodrammatiche di Salvatore Viganò e della coreografia e de’ corepei scritti da Carlo Ritorni reggiano, Tipografia Guglielmini e Redaelli, Milano 1838.
Balli teatrali a Venezia, 1746-1859: partiture di sei balli pantomimici di Brighenti, Angiolini e Viganò, saggio introduttivo a cura di José Sasportes, catalogo generale cronologico dei balli teatrali a Venezia a cura di Elena Ruffin e Giovanna Trentin, Milano, Ricordi, 1994.
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