Leoncavallo, Ruggero
1. Ruggero Leoncavallo in una cartolina in bianco e nero del 1910
2. Ruggero Leoncavallo (al pianoforte), in una foto in bianco e nero scattata durante una registrazione per Welte-Mignon nel dicembre 1905 a Lipzia
3. Facciata esterna della casa di Ruggero Leoncavallo a Montecatini, località dove il compositore trascorre gli ultimi anni della sua vita per curare i problemi di diabete
Ruggero Leoncavallo nasce il 23 aprile 1857 a Napoli da una famiglia alto borghese, padre magistrato e madre figlia del pittore Raffaele D'Auria. Già dall'estate del 1857, per ragioni lavorative la famiglia Leoncavallo si trasferisce in Calabria dove Ruggero inizia a suonare il pianoforte. Nel 1868, dopo essere rientrato a Napoli, Leoncavallo viene ammesso al conservatorio dove studia pianoforte con Beniamino Cesi, armonia con Michele Ruta e composizione con Lauro Rossi e Paolo Serrao. Grazie a due suoi zii cantanti lirici nei teatri napoletani si appassiona all'opera. In alcuni suoi racconti Ruggero Leoncavallo riporta di aver assistito alla prima rappresentazione del Ring des Nibelungen a Bayreuth nel luglio 1876, ed è la sua passione per Richard Wagner che lo porta a concepire una trilogia grandiosa sul rinascimento italiano, Crepusculum, di cui riuscirà a realizzare con scarso successo solo la prima opera, I Medici. Tale progetto prende ulteriormente ispirazione dalle feconde lezioni di Giosuè Carducci seguite presso la facoltà di Lettere dell'Università di Bologna da Leoncavallo negli anni'70. Tra il 1877 e il 1878 Leoncavallo decide di trasferirsi in Egitto dove vive il più giovane dei cinque fratelli paterni. Qui diviene insegnante di pianoforte del fratello del chedivé, Mahmud Hamid, e si guadagna da vivere con lezioni e concerti nell'ambito della comunità italiana, sino al 1882, quando gli stravolgimenti politici di quell'anno lo obbligano a rientrare in Europa, a Parigi. Nella capitale francese trova impiego presso l'Eldorado come pianista da café chantant, e subito dopo come insegnante di canto e accompagnatore nei salotti parigini più eleganti, dove conosce Charles Gounod e Jules Massenet. Rientrato a Milano dopo sei anni si mobilita nel coinvolgere Ricordi nel suo progetto operistico sui Medici. Tuttavia, nel 1890, il successo travolgente di Cavalleria rusticana di Pietro Mascagni, lo convince a tentare una composizione simile, ambientata nella Calabria della sua infanzia. In cinque mesi la partitura di Pagliacci viene composta ed è rappresentata al Dal Verme di Milano il 21 maggio 1892, sotto l'egida di Sonzogno, riportando un successo sensazionale. Quest'opera, diretta per la prima volta da Arturo Toscanini, trasforma Leoncavallo in un compositore di fama internazionale, ed è ripresa in Europa e negli Stati Uniti, dove, al Met di New York sarà rappresentata per 407 volte tra il 1893 e il 1985. Grazie al successo dei Pagliacci Ricordi produce I Medici che viene rappresentata nel 1893 sempre al Dal Verme a Milano ottenendo, però, un tiepido apprezzamento, tanto da essere ripresa solo poche volte, Berlino e Mosca (1894), Praga e Milano (1895), Buenos Aires (1898), prima di sparire dal repertorio. Anche il 1896 è segnato da un insuccesso, quello de La Bohème sul teso di Murger andata in scena solo dopo quindici mesi quella di Puccini. Il 10 novembre 1900, invece, viene messa in scena con la direzione di Toscanini Zazà, l'altra opera di Leoncavallo destinata ad entrare nel repertorio stabile fino alla fine degli anni '20 del Novecento. Il primo ventennio del XX secolo è segnato da alcuni insuccessi o comunque risultati tali da non permettere a Leoncavallo di mantenere la villa costruita in Svizzera a Brissago e il tenore di vita degli anni del successo di Pagliacci. Decide dunque di impegnarsi nell'operetta, Malbruk (1910) e La reginetta delle rose (1912) oltre che alla musica da camera per voce e pianoforte, grazie a cui, forte delle sue abili doti di melodista, riesce ad ottenere diversi successi.
- Discografia su Discogs
- Pagina web dedicata in BBC
- Opere in IMSLP Petrucci Music Library
- Filmografia si IMDb
- Pagina web dedicata in Radio Swiss Classic
- Mauro Lubrani, Giuseppe Tavanti, Ruggero Leoncavallo: i successi, i sogni, le delusioni, Firenze, Polistampa, 2007
- William Ashbrook, Ruggero Leoncavallo nel suo tempo, Milano, Casa musicale Sonzogno, 1997
- Jürgen Maehder, Lorenza Guiot (a cura di), Letteratura, musica e teatro al tempo di Ruggero Leoncavallo, Milano, Casa Musicale Sonzogno, 1995
- Roberto Cognazzo, Quel bibestia del Ruggero: così Puccini chiamava il collega Leoncavallo, musicista tutto baffi e pancia dalla torrenziale irruenza, «Arte Organaria e Organistica: Periodico Trimestrale» XV, 2008, pp. 44 - 48
- Massimo Zicari, Drammaturgia Verista in Ruggero Leoncavallo, «Musica e Storia» XII/3, 2004, pp. 461 - 86
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