Gallois, Patrick
- Patrick Gallois, fotografia tratta dal sito dell’Accademia Musicale Chigiana, Siena, 2019
- Patrick Gallois solista e direttore con l’Orchestra Filarmonica di Stato di Sibiu. Fotografia tratta dall’archivio digitale della Biblioteca Universitaria «Lucian Blaga» di Sibiu, 2007
- Patrick Gallois, fotografia tratta da il Cittadino online.it, 18 luglio 2016
Patrick Gallois nacque nel 1956 a Linselles, cnetro della regione dell’Alta Francia poco distante dal capoluogo Lilla e nei pressi del confine belga. Cresciuto in una famiglia di musicisti – il fratello, Pascal, sarebbe diventato un fagottista di prima importanza –, intraprese lo studio del flauto frequentando la banda musicale del paese. Ancora con la banda, all’età di dieci anni iniziò a praticare la direzione. Durante gli anni dell’adolescenza proseguì la propria formazione e svolse le prime esperienze professionali come flautista presso l’orchestra radiofonica di Lilla. Dai diciassette anni frequentò il Conservatorio Nazionale Superiore di Parigi, dove studiò con Jean-Pierre Rampal, conseguendo il diploma finale e il Premier Prix due anni dopo.
Nel 1977, a ventun anni, Gallois ottenne il posto di primo flauto dell’Orchestre National de France, il cui direttore stabile era allora Lorin Maazel (1930-2014). Durante la sua permanenza in orchestra suonò sotto la direzione di artisti come Karl Böhm (1894-1981), Eugen Jochum (1902-1987,), Sergiu Celibidache, Leonard Bernstein, Pierre Boulez, Seiji Ozawa (1935). Lasciò l’incarico nel 1984 per dedicarsi alla carriera solistica.
Grazie a un’acuta intelligenza musicale e a una piena padronanza della tecnica strumentale, Gallois si distinse in breve come una delle più spiccate personalità del panorama musicale internazionale. Portò avanti un’attività intensa e brillante in veste di solista, nell’ambito della musica da camera e in sala d’incisione. Impiegò dapprima un flauto in oro per abbandonarlo poi, verso la metà degli anni Ottanta, in favore in uno strumento in legno, in cui trovò i mezzi per ottenere una maggior duttilità e di ampliare la propria tavolozza timbrica. Si trattò di una scelta anticonvenzionale per quei tempi: l’orientamento, la moda, l’emulazione nei confronti dei grandi solisti – Jean-Pierre Rampal, Severino Gazzelloni, James Galway – spingevano piuttosto verso l’adozione dell’oro. L’esempio di Gallois, assurto a sua volta a modello di riferimento per le generazioni più giovani, determinò la ridefinizione di quella situazione e promosse una massiccia reintroduzione del flauto in legno nella pratica musicale.
Didatta lungimirante e innovativo, dal 1999 Gallois fu titolare della cattedra di flauto presso i corsi di perfezionamento dell’Accademia Musicale Chigiana. Tra i suoni allievi si segnalano artisti come Giampaolo Pretto (1965), Kazunori Seo (1974).
Tra le sue numerose collaborazioni si segnalano in particolare – per assiduità e rilevanza artistica – quelle con i flautisti Jean-Pierre Rampal, Philippe Bernold (1960), i violisti Jurij Bašmet (1953), Pierre-Henry Xuereb (1959), la violoncellista Natalia Gutman (1942), il pianista Jörg Demus (1928-2019), il chitarrista Göran Söllscher (1955), gli arpisti Lily Laskine, Fabrice Pierre (1958). Alla carriera di flautista Gallois affiancò quella di direttore d’orchestra, dapprima alla testa dell’Academie de Paris, fondata da egli stesso; successivamente, dal 2003 al 2012, assunse la guida della Jyväskylä Sinfonia, compagine dell’omonima città di Jyväskylä, in Finlandia.
Grande irregolare della scuola flautistica francese, Patrick Gallois appare animato da uno spirito di ricerca costantemente spinto in avanti. Sotto quell’impulso, si è dedicato in pari misura al repertorio antico – affrontato con attenzione rivolta all’adozione di prassi esecutive storicamente informate come, pure, per l’individuazione di punti di contatto con i linguaggi musicali più moderni –; ai classici del repertorio, spesso ripensati alla luce di un’indagine interpretativa non scontata, scavata nel profondo del testo musicale; e alla produzione moderna e contemporanea, dalla riscoperta di Astor Piazzolla (1921-1992) e Einojuhani Rautavaara (1928-2016) alla diffusione di musiche di nuova composizione. Tra gli autori che hanno scritto espressamente per Gallois, si segnalano Kai Nieminen (1953; Palomar, Concerto per flauto e orchestra, 2001), Emil Tabakov (1947; Concerto per due flauti e orchestra, 2003), Philippe Hersant (1948; tre Notturni per flauto, viola e arpa, 2001), Rocco Abate (1950; Concerto per flauto e orchestra, 2005).
Sito personale di Patrick Gallois
http://www.patrickgallois.com
Pagina di Patrick Gallois sul sito dell’Accademia Musicale Chigiana
http://eng.chigiana.it
Pagina di Patrick Gallois sul sito della casa discografica Naxos
https://www.naxos.com
Gianni Lazzari, Emilio Galante, Il flauto, Torino, EDT, 2003
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