Fischer-Dieskau, Dietrich
Albert Dietrich Fischer nacque a Berlino il 28 maggio 1925 da Albert Fischer (1865-1937), studioso di lettere classiche e preside di una scuola secondaria, e Theodora Klingelhoffer (1884-1966), insegnante, terzogenito dopo Klaus (1921-1994; sarebbe divenuto un apprezzato direttore di coro) e Martin (1923-1944). Nel 1934 il padre aggiunse al cognome di famiglia quello del proprio ramo materno, «Dieskau». La famiglia Dieskau vantava antiche origini e una prestigiosa tradizione musicale: tra i suoi esponenti di spicco includeva il ciambellano Carl Heinrich von Dieskau per cui nel 1742 Bach aveva scritto la Cantata «dei contadini» BWV 212. In virtù di un tale ambiente famigliare, Dietrich fu presto introdotto alla musica: durante l’infanzia intraprese lo studio del pianoforte sotto la guida della madre e, avendo manifestato una buona predisposizione vocale, la pratica del canto. Dall’età di sedici anni svolse studi di canto sistematici con Georg A. Walter, e al termine della scuola secondaria, nel 1943, fu ammesso alla Musikakademie di Berlino nella classe di Hermann Weissenborn. Poté però frequentarla solo per un semestre: arruolato nella Wehrmacht, fu inviato sul fronte russo e poi, nel 1944, in Italia, dove nel 1945 fu fatto prigioniero dall’esercito americano. Dopo due anni di prigionia, nel corso dei quali ebbe tuttavia occasione di esibirsi nei concerti organizzati nei campi di detenzione, nel 1947 rientrò a Berlino. Dopo essere tornato per un breve periodo alla Musikakademie, a completare gli studi con Weissenborn, nello stesso anno intraprese un’intensa carriera professionistica: debuttò come sostituto per un’esecuzione di Ein Deutsches Requiem di Brahms a Badenweiler, e nell’autunno tenne i primi recital liederistici a Lipsia e a Berlino. Nel 1948 fu ingaggiato dalla compagnia della Städtische Oper Berlin, di cui avrebbe fatto parte fino al proprio ritiro dalle scene, avvenuto nel 1978, esordendo come Rodrigo nel Don Carlo di Verdi sotto la direzione di Ferenc Fricsay. Avviò così un’intensa carriera internazionale, nel corso della quale si sarebbe esibito regolarmente nel Festival di Bayreuth, dal 1954 al 1967, e in quello di Salisburgo, dal 1956 ai primi anni Settanta. Estese inoltre la propria attività all’ambito concertistico e a quello discografico, dedicandosi in particolare alla produzione liederistica. Nel 1951 instaurò un sodalizio fecondo e duraturo con il pianista Gerald Moore (1899-1987), portato avanti ininterrottamente fino al ritiro di Moore dall’attività pubblica, avvenuto nel 1967.
Nel 1949 Fischer-Dieskau sposò la violoncellista Irmgard Poppen (19?-1963), che aveva conosciuto nel periodo trascorso a Berlino prima dell’arruolamento e da cui ebbe tre figli: Mathias (1951), Martin (1954) e Manuel (1963), che avrebbero abbracciato rispettivamente le professioni di scenografo, direttore d’orchestra e violoncellista. In seguito alla morte di Irmgard, occorsa poco dopo la nascita di Manuel per complicanze insorte dopo il parto, contrasse altri tre matrimoni: fu sposato con l’attrice Ruth Leuwerik (1924-2016) dal 1965 al 1967, con Christina Pugel-Schule dal 1968 al 1975, e dal 1978 con il soprano Júlia Várady (1941-). All’inizio del 1993 abbandonò l’attività concertistica per dedicarsi all’insegnamento, alla direzione d’orchestra e alla recitazione. Morì nella sua casa di Berg, in alta Baviera, il 18 maggio 2012.
Nel vasto repertorio coltivato da Fischer-Dieskau, il genere del Lied occupa un posto di primo piano: in particolare, la produzione di Schubert, Schumann, Brahms, Mahler, Wolf, Loewe. Il baritono si dedicò inoltre al repertorio delle mèlodies francesi, segnatamente di Debussy e Ravel. In ambito operistico, si distinse come interprete di Wagner, Strauss, Verdi. La padronanza dei mezzi vocali, la versatilità e l’intelligenza tecniche e interpretative ne fecero una figura di riferimento nel panorama musicale coevo: fu dedicatario e primo esecutore di lavori di compositori quali Hans Werner Henze (Elegie für junge Liebende, 1961), Benjamin Britten (War Requiem op. 66, 1962), Samuel Barber (diverse Songs), Karl Amadeus Hartmann (Gesangsszene, 1963), Ernst Krenek (Spätlese, 1973), Witold Lutosławski (Les espaces du sommeil, 1975), Aribert Reimann (Lear, 1978).
In possesso di una voce rotonda, flessibile, omogenea in tutti i registri, nelle sue interpretazioni Fischer-Dieskau manifesta un’estrema attenzione per il testo verbale e per la sua traduzione in termini musicali: la conduzione riccamente sfumata del fraseggio e dell’accentuazione, la resa di articolazioni e abbellimenti appaiono determinate dal periodare e dalla pronuncia del testo verbale, il cui significato trova riscontro nelle tecniche d’emissione e nelle scelte timbriche di volta in volta adottate.
Articoli dedicati a Dietrich Fischer-Dieskau sul sito Poets & Princes. A Celebration of German romantic Literature
http://www.poetsandprinces.com/?cat=63
Biografia di Fischer-Dieskau sul sito personale di Monika Wolf
http://www.mwolf.de/biography.html
Hans A. Neunzing, Dieter Fischer-Dieskau, Berlino, Nicolai, 1994 (trad. inglese: Dieter Fischer-Dieskau. A Biography, a cura di Kenneth S. Whitton, Milwaukee, Amadeus Press, 20032)
Daniel Lewis, Dietrich Fischer-Dieskau, Lyrical and Powerful Baritone, Dies at 86, in «The New York Times», 18 maggio 2012
http://www.nytimes.com
Auf den Spuren der Schubert-Lieder. Werden – Wesen – Wirkung. Wiesbaden, Brockhaus, 1971 (trad. inglese: Schubert’s Songs. A Biographical Study, a cura di Kenneth S. Whitton, New York, Knopf, 1977)
Nachklang, Stuttgart, Deutsche Verlags-Anstalt,1988 (trad. inglesi: Echoes of a Lifetime, a cura di Ruth Hein, Londra, Macmillan, Londra, 1989; Reverberations. The Memoirs of Dietrich Fischer-Dieskau, New York, Fromm International, 1989)
Hugo Wolf. Leben und Werk, Kassel, Henschel, 2003
Johannes Brahms. Leben und Lieder, Berlino, List Taschenbuch, 2008
Libretti
Opere
Interpretazioni e altri documenti
Opere danza
Licenza
Licensed under Creative Commons Attribution Noncommercial Share-Alike 3.0
Condividi:
Condividi: