Auber, Daniel-François-Esprit
Daniel-François-Esprit Auber nacque a Caen, in Francia, il 29 gennaio 1782 da un cacciatore reale, il quale dopo la Rivoluzione divenne un commerciante di materiali per le belle arti. Il giovane Daniel denotò un precoce talento per il pianoforte, che coltivò studiando con Ignace Antoine Ladurner, ma imparò anche a suonare il violino e il violoncello, nonché possedeva una bella voce da baritono. Dopo essersi fatto notare per le sue esecuzioni di musica da camera, nel 1806 fu ammesso come compositore alla Société Académique des Enfants d’Apollon. Tra il 1802 e il 1803 Auber aveva trascorso un soggiorno a Londra con l’obiettivo di perfezionare le proprie conoscenze di inglese e commercio, al fine di intraprendere la professione del padre, tuttavia nella capitale inglese aveva riscosso anche un certo successo sia come esecutore, sia come compositore. La ripresa delle ostilità anglofrancesi lo costrinsero a rientrare a Parigi, dove sarebbe rimasto per il resto della sua vita.
Risale al 1805 il primo lavoro teatrale di Auber, Julie, scritto per un’associazione di dilettanti che si riuniva presso la Salle Doyen. Qui il compositore conobbe il pittore Jean-Auguste-Dominique Ingres, con il quale strinse un’amicizia che sarebbe durata fino alla morte di quest’ultimo, nel 1867. Nello stesso periodo Auber iniziò a prendere lezioni di composizione da Luigi Cherubini, di cui sarebbe stato allievo per i successivi tre anni; nel contempo frequentava come accompagnatore il salotto del Principe di Caraman-Chimay, dove, oltre a dilettanti, si esibivano anche musicisti del calibro di Rodolphe Kreutzer. Nel 1812 Auber scrisse la sua seconda opera, Jean de Chimay, destinata al teatro privato del principe, dopodiché, su incoraggiamento di Cherubini, compose un’opera in un atto (Le séjour militaire) che propose alla Salle Feydeau, riscuotendo un buon successo. Tuttavia, fu solo alla morte del padre, sette anni dopo, che Auber decise di dedicarsi seriamente alla scrittura di opere, in maniera da garantire il sostentamento per la propria famiglia.
Tra il 1819 e il 1821 Auber compose tre lavori su libretti di François-Antoine-Eugène de Planard, i quali godettero di una buona accoglienza non solo in Francia, ma anche nei paesi di lingua tedesca; accusato di risentire pesantemente dell’influenza di Gioachino Rossini, egli sviluppò velocemente uno stile individuale, poi recepito in Europa come espressione tipica del contesto musicale parigino. Nel 1823 iniziò il connubio artistico di Auber con il librettista Eugène Scribe: in breve tempo i due divennero tra gli autori più acclamati nel genere dell’opéra-comique e i loro lavori trovarono ampia diffusione sia in Francia che all’estero, soprattutto nei paesi di lingua tedesca, in Danimarca e Inghilterra. Il 29 febbraio 1828 debuttò sulle scene il loro primo grand opéra, intitolato La muette de Portici, il cui libretto fu rielaborato da Scribe a partire dall’omonima opera in tre atti di Germain Delavigne, risalente a tre anni prima. La muette è da annoverarsi tra i massimi successi operistici del XIX secolo: rappresentato centinaia di volte a Parigi, conobbe un’ampia diffusione in tutta Europa attraverso versioni tradotte del libretto.
Nel decennio compreso tra il 1830 e il 1840 Auber compose come minimo una nuova partitura teatrale ogni anno, dedicandosi soprattutto al genere dell’opéra-comique, ma non trascurando nemmeno lavori seri per l’Opéra: in particolare, diverse situazioni sceniche e drammaturgiche nel Gustave III (1833) servirono da modello per successivi grand opéra, di Auber come di altri autori. Nel 1842 fu nominato direttore del Conservatorio di Parigi e divenne anche maestro di cappella di Napoleone III, per il quale scrisse un buon ammontare di pezzi, rimasti per lo più inediti. Dopo un ultimo grande successo teatrale conseguito all’età di 86 anni, con Le premier jour de bonheur, Auber morì a Parigi il 12 maggio 1871. La sua produzione musicale, in particolare per il teatro, conobbe un’amplissima diffusione in Europa e America grazie alla pubblicazione a stampa delle riduzioni per pianoforte e canto, nonché delle trascrizioni, potpourri e libere rielaborazioni per diversi organici strumentali.
- Fonti musicali, materiali archivistici e bibliografici relativi a Daniel-François-Esprit Auber conservati presso la Bibliothèque Nationale de France.
- Voce bio-bibliografica su Daniel-François-Esprit Auber del Grove Music Online.
- Voce biografia su Daniel François-Esprit Auber dell'Encyclopaedia Britannica.
- Voce bio-bibliografica su Daniel-François-Esprit Auber e catalogo delle composizioni (Jean-Marc Warszawski, www.musicologie.org)
- Discografia di Daniel-François-Esprit Auber.
- Emilio Sala, ‘Que ses gestes parlants ont de grace et de charmes’: Motivi 'melo' nella Muette de Portici. In: Atti del XIV congresso della Società Internazionale di Musicologia, Bologna, 1987: Trasmissione e recezione delle forme di cultura musicale, a cura di Angelo Pompilio, Torino, EDT, 1990, vol. 1, pp. 504-520.
- The Cambridge Companion to Grand Opera. A cura di David Charlton, Cambridge, Cambridge University Press, 2003.
- Rodney Stenning Edgecombe, The Influence of Auber's Le domino Noir on La traviata. «The Opera Quarterly», 20, 2 (primavera 2004), pp. 166-170.
- Delphine Mordey, Auber's horses: L'Année terrible and apocalyptic narratives. «19th-Century-Music», 30, 3 (primavera 2007), pp. 213-229.
- Sara Hibberd, French Grand Opera and the Historical Imagination. Cambridge, Cambridge University Press, 2009.
- Robert Ignatius Retellier, Daniel-François-Esprit Auber: The Man and His Music. Newcastle upon Tyne, Cambridge Scholars, 2010.
- Eugène Scribe, Daniel-François-Esprit Auber, Correspondance d'Eugène Scribe et de Daniel-Francois-Esprit Auber. A cura di Herbert Schneider, Sprimont, Mardaga, 1998.
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