Karajan, Herbert von

Immagini (Secondarie)
Didascalie
  1. Herbert von Karajan a Berlino, presso la sala della Philharmonie. Fotografia di Siegfried Lauterwasser, tratta dal sito dei Berliner Philharmoniker
  2. Herbert von Karajan sul podio. Fotografia di Siegfried Lauterwasser, di proprietà della Deutsche Grammophon
  3. Herbert von Karajan in prova. Fotografia di Ernst Haas
Data di nascita
5 aprile 1908
Data di morte
16 luglio 1989
Paese
Categoria
Biografia

Heribert Ritter Karajan nacque il 5 aprile 1908 a Salisburgo da Martha Kozmac (1881-1954) ed Ernst (1868-1951), chirurgo e clarinettista dilettante, discendente di una famiglia di origini greche o armene, giunta dalla Macedonia nella regione della Sassonia nel XVIII secolo, mutando l’originario cognome «Karajannis» nella forma «Karajan». La famiglia comprendeva un altro figlio, Wolfgang (1906-1987). Karajan si avvicinò alla musica all’età di quattro anni: intraprese allora lo studio del pianoforte, compiendo rapidi progressi. Tuttavia, durante la prima giovinezza si divise tra la passione per la musica e quella per le discipline matematiche: dal 1916 al 1926 studiò al Mozarteum della città natale, dove fu allievo di Bernhard Paumgartner (1887-1971), dal quale fu indirizzato alla direzione d’orchestra. Nel 1926 si spostò a Vienna: qui proseguì la propria formazione parallelamente al Politecnico, dove avrebbe frequentato la Facoltà di ingegneria fino al 1928, lasciandola poi per dedicarsi all’attività musicale, e all’Università per la musica e le arti interpretative; qui studiò pianoforte con Józef Hofmann (1876-1957) e direzione d’orchestra con Franz Schalk (1863-1931), conseguendo la laurea nel 1929. Sul finire dell’anno precedente aveva esordito in pubblico come direttore; inaugurò allora una carriera in rapida ascesa, misurandosi fin dall’inizio con un vasto repertorio, esteso dal Settecento ad autori contemporanei quali gli esponenti della Seconda scuola di Vienna – Arnold Schönberg, Alban Berg, Anton Webern – e Richard Strauss. Tra il 1929 e il 1934 ricoprì la carica di maestro di cappella presso il Teatro statale di Ulma, dove affinò le proprie capacità di rapportarsi con l’orchestra e la tecnica direttoriale. Nel 1933 si iscrisse al Partito Nazionalsocialista, verosimilmente più per convenienza che per reale convinzione personale: una scelta che gli permise di coltivare la propria carriera senza impedimenti negli anni immediatamente successivi, ma che lo avrebbe esposto a rapporti sempre più tesi con le direttive artistiche del regime e, al termine della guerra, lo avrebbe posto al centro di polemiche ricorrenti. Terminato l’incarico a Ulma, tra il 1935 al 1942 fu direttore musicale del Teatro d’opera di Aquisgrana. Nel 1938 stipulò un contratto con la casa discografica Deutsche Grammophon. Nello stesso anno sposò il soprano Elmy Holgerlöf. Nel 1941 fu nominato direttore musicale dello Staatoper Unter den Linden di Berlino, di cui rimase a capo fino al 1945. Nel 1942 divorziò dalla prima moglie per risposarsi con Anita Gütterman, discendente di una famiglia di industriali di origini ebraiche; definitivamente in rotta con il regime a causa del nuovo matrimonio, insieme ad Anita riparò in Italia. Qui visse nell’isolamento per sfuggire a ritorsioni da parte dei nazifascisti come pure, per via della passata adesione al nazismo, degli Alleati. Negli anni immediatamente successivi alla fine del conflitto, la sua attività subì un blocco d’arresto: a causa dei suoi trascorsi, Karajan si trovò escluso dai circuiti musicali fino al 1946, quando fu invitato a partecipare al Festival di Lucerna. In segno di gratitudine verso quell’istituzione, che gli permise allora di rilanciare la propria carriera, avrebbe preso parte a tutte le successive edizioni per tutta la vita.
Nel 1947 Karajan riprese regolarmente l’attività. Nel 1948 ottenne la nomina a direttore artistico della Gesellschaft der Musikfreunde e la carica di direttore stabile dei Wiener Philharmoniker, che avrebbe mantenuto fino al 1960. Intuendo le potenzialità delle recenti tecniche di riproduzione audiovisiva, si dedicò a un’intensa attività in sala d’incisione alla testa della Philharmonia Orchestra fondata dal produttore discografico Walter Legge (1906-1979), della quale fu direttore principale dal 1949 al 1960. Fu invitato a dirigere al Festival wagneriano di Bayreuth nel 1951 e nel 1952; tuttavia, in seguito a una violenta divergenza sorta in quell’ultima occasione con Wieland Wagner (1917-1966), nipote di Richard e direttore artistico del festival, ne prese definitivamente le distanze. Nel 1955 succedette a Wilhelm Furtwängler alla guida dei Berliner Philharmoniker, assumendo l’incarico di direttore a vita: negli anni seguenti, attraverso un lavoro minuzioso di elaborazione delle interpretazioni, avrebbe di fatto plasmato lo stile distintivo e la personalità sonora di quell’orchestra. Nel 1956, succedendo a Karl Böhm, assunse la direzione artistica della Wiener Staatsoper, che avrebbe conservato fino al 1964. Nell’estate del 1958 intraprese una nuova relazione sentimentale con la francese Eliette Mouret (1939), modella e pittrice. Separatosi da Anita, sposò la nuova compagna nell’ottobre dello stesso anno. Dall’unione sarebbero nate due figlie, Isabelle (1960) e Arabelle (1964).
Impostosi saldamente alla guida dei Berliner Philarmoniker, negli anni che seguirono Karajan ne allargò progressivamente il campo d’azione. In primo luogo attraverso la partecipazione a un enorme numero di registrazioni discografiche e audiovisive – un ambito artistico e commerciale di cui il direttore austriaco rivestì un ruolo pionieristico. Del complesso berlinese Karajan fece il protagonista di due nuove manifestazioni di prima grandezza, organizzate nella natìa Salisburgo: nel 1967 fondò il Festival di Pasqua, nel 1973 il Festival di Pentecoste. Tuttavia, negli anni che seguirono l’atteggiamento autoritario di Karajan avrebbe reso i suoi rapporti con l’orchestra sempre più tesi: fino a quando, nel 1983, l’imposizione all’interno della compagine della clarinettista Sabine Meyer nonostante il voto contrario degli orchestrali non portò a un clima di reciproca, sempre più aperta ostilità, e nel 1984 alla rescissione del contratto del direttore. Negli anni che seguirono, questi stabilì una stretta collaborazione con i Wiener Philharmoniker, alla testa dei quali continuò a portare avanti, nonostante la sofferenza per una forma di artrite reumatoide sempre più invalidante, un’intensa attività concertistica e discografica fino agli ultimi mesi di vita. Colpito da infarto, Karajan morì nella sua casa di Salisburgo il 16 luglio 1989.
Lo stile di Herbert von Karajan è riconducibile all’estetica del patetismo: ogni aspetto dell’interpretazione risponde alle esigenze di una bellezza ideale. Le frasi sono bilanciate, proporzionate, e al tempo stesso plasticamente caratterizzate; la sovrapposizione delle parti è resa con estrema trasparenza; la timbrica è riccamente sfumata, priva d’asprezze, amalgamata in impasti finemente calcolati, ponderati; l’eloquio è intenso, ma sempre elegante, lontano da ogni esasperazione. Le letture che ne risultano, in ambito strumentale come operistico, appaiono caratterizzate da un supremo senso di puntualità espressiva.

Risorse web

Karajan Research
https://karajan-research.org

Karajan The Great Austrian Conductor
http://www.karajan.co.uk

Pagina dedicata al direttore sul sito dei Berliner Philharmoniker
https://www.berliner-philharmoniker.de

Bibliografia

Richard Osborne, Conversazioni con Herbert von Karajan, Parma, Guanda, 1990

Richard Osborne, Herbert von Karajan: a life in music, Lebanon, Northeastern University Press, 2000

Alessandro Zignani, Herbert von Karajan. Il musico perpetuo, Varese, Zecchini, 2008

Karajan ovvero l'estasi controllata, omaggio critico di testimoni contemporanei, a cura di Peter Csobády, Milano, Vallardi 1988

Scritti

La mia vita. Raccontata a Franz Endler, Roma, Pantheon, 1994

Libretti

Opere

Interpretazioni e altri documenti

Opere danza

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LRC

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Modificato
15/04/2019

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