Metastasio, Pietro

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Pietro Metastasio - fonte: wikipedia.org

Data di nascita
3 gennaio 1698
Data di morte
14 aprile 1782
Categoria
Biografia

Pietro Trapassi, detto Metastasio, nacque a Roma il 3 gennaio 1698. Figlio di Felice Trapassi, soldato dell’esercito pontificio e poi salumiere, si narra che a 12 anni Pietro fu udito improvvisare dei versi da Gian Vincenzo Gravina, noto letterato e fondatore dell’Accademia dell’Arcadia, il quale lo prese sotto la sua protezione. Gravina impartì a Metastasio lezioni di latino e diritto e gli diede una solida formazione classica. Tornato a Roma dopo un soggiorno in Calabria, dove entrò in contatto con il filosofo Gregorio Caloprese, cugino di Gravina, nel 1714 Metastasio prese gli ordini minori. Nel 1717 pubblicò la sua prima raccolta di poesie, che comprende alcuni idilli in ottava rima e in endecasillabi, alcune odi e la tragedia in cinque atti Giustino, scritta a quattordici anni, nella quale si ritrovano già alcuni caratteri del Metastasio maturo. Nel 1718, anno in cui morì Gravina, Metastasio fu accolto nell’Accademia dell’Arcadia con il nome di Artino Corasio. A partire dal 1719 visse principalmente a Napoli, dove fu attivo come avvocato e frequentò il salotto della celebre cantante Marianna Bulgarelli, con la quale strinse un rapporto molto forte. Nel 1720 scrisse l’Endimione e nel 1721 Gli Orti Esperidi, componimento drammatico commissionato dal viceré di Napoli per il giorno natalizio di Elisabetta Cristina, moglie di Carlo VI.

Il primo melodramma di Metastasio è la Didone abbandonata, rappresentata per la prima volta nel 1724 a Napoli con musica di Domenico Sarro: l’opera riscosse un grandissimo successo tanto da essere ripresa negli anni da oltre 40 compositori. Tra il 1725 e il 1730 furono messi scena molteplici melodrammi di Metastasio, rappresentati nei principali teatri italiani: Siface (1725), Siroe re di Persi (1726), Catone in Utica (1728), Semiramide riconosciuta (1729), Alessandro nell'Indie (1730) e Artaserse (1730). Tra i principali compositori che misero in musica i suoi libretti, oltre al citato Sarro, vanno menzionati Nicola Porpora, Francesco Feo, Tomaso Albinoni, Antonio Vivaldi, Leonardo Vinci, Leonardo Leo, Georg Friedrich Händel e Johann Adolf Hasse.

I successi riscossi in questo periodo permisero a Metastasio, dietro l’interessamento della contessa Marianna Pignatelli, di essere chiamato nell’aprile 1730 alla corte di Vienna, dove prese il posto di Apostolo Zeno  quale «poeta cesareo» (vale a dire poeta di corte al servizio dell’imperatore Carlo VI e poi di Maria Teresa d’Austria). Tale incarico fu mantenuto da Metastasio fino alla sua morte, avvenuta il 12 aprile 1782.

Presso la corte asburgica, tra il 1730 e il 1740 Metastasio fu autore dei vari melodrammi, quali Demetrio (1731), Adriano in Siria (1732), L’Olimpiade (1733), La clemenza di Tito (1734), Achille in Sciro (1736), Ciro riconosciuto (1736) e Zenobia (1737). Scrisse, inoltre, le feste teatrali L'asilo d'amore (1732) e Le cinesi (1735), l'azione sacra Betulia liberata (1734) e varie canzonette. Nei successivi decenni di attività, la produzione di Metastasio fu meno intensa, in parte anche per la crisi economica attraversata dalla corte asburgica dopo la guerra di successione austriaca. Tra i lavori di maggiore successo vanno citati i melodrammi Antigone (1743), Ipermestra (1744), Il re pastore (1751), L'eroe cinese (1752), Nitteti (1756), Romolo e Ersilia (1765) e Ruggiero (1771), oltre che la festa teatrale L'isola disabitata (1752).

Metastasio fu il poeta più rappresentativo e più fortunato dell’opera italiana del Settecento. I 27 melodrammi che scrisse nei suoi 50 anni di carriera suscitarono l'interesse dei più importanti operisti italiani ed europei. Con la sua produzione, Metastasio porta a compimento la riforma del melodramma avviata da Apostolo Zeno, volta a ridare dignità poetica a un genere in cui, secondo gli intellettuali dell’epoca, la musica prendeva il sopravvento sulla parola. A partire dalle idee razionali della riforma letteraria dell’Accademia dell’Arcadia, Metastasio riprende l’idea che il melodramma è la riproduzione moderna dell’antica tragedia greca; introduce il lieto fine, affronta i sentimenti e i momenti più patetici con razionalità senza lasciare andare i propri personaggi a passioni violente. Sul piano prettamente poetico, la struttura delle arie si configura sempre più isoritmica (ovvero costituita dalla stessa tipologia di metro) e isometrica (ovvero costituita dallo stesso numero di versi per ogni strofa, generalmente due strofe da 4 versi).

Libretti

Opere

Interpretazioni e altri documenti

Opere danza

Autore scheda
GSC

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Modificato
05/01/2019

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