Cunningham, Merce
Merce Cunningham. Fonte: wikipedia.org
Merce Cunningham nacque a Centralia (Washington) nel 1919. Dedicatosi da ragazzo allo studio del tip tap, nel 1937 entrò alla Cornish School di Seattle per studiare danza moderna, in particolare tecnica Graham con Bonnie Bird. Dopo aver seguito i corsi di Lester Horton al Mills College di Oakland, completò la sua formazione al Bennington College. Nel 1939 entrò nella compagnia di Martha Graham dove rimase per sei anni distinguendosi per la tecnica e prendendo parte a numerose prime esecuzioni. Parallelamente si dedicò allo studio della tecnica accademica presso la scuola dell’American Ballet. Desideroso di intraprendere un proprio percorso autoriale, negli anni Quaranta iniziò a cimentarsi nella coreografia e a sviluppare una propria ricerca estetica. Fondamentale fu la sua collaborazione con il compositore John Cage, conosciuto durante gli anni di formazione alla Cornish School, con il quale si esibì in una serie di concerti di musica e danza in vari college e auditorium degli Stati Uniti. La loro partnership, durata per cinque decenni, fu tra le più celebri del XX secolo ed ebbe una profonda influenza sugli sviluppi dell’avanguardia americana. Una svolta decisiva nella loro evoluzione estetica avvenne nel 1952 quando, allargata la collaborazione al pittore Robert Rauschenberg, presentarono al Black Mountain College un evento che passò alla storia come il primo happening.
L’impiego dello spazio in Cunningham è antitetico alla focalizzazione prospettica di derivazione rinascimentale del balletto classico e viene inteso nella sua policentricità come un campo di possibilità illimitate, in linea con l’approccio a tutto campo dell’espressionismo astratto, movimento artistico statunitense che Cunningham conobbe frequentando i pittori della New York School. Un altro punto chiave del suo stile compositivo è l’innovativo rapporto tra musica e danza elaborato insieme a John Cage: dopo aver prefissato la durata della creazione, coreografo e compositore portavano avanti il proprio processo creativo in totale autonomia per poi unire i propri lavori al momento della rappresentazione. Questo procedimento determinò l’assoluta indipendenza delle due arti e fu dettato dalla coincidenza dei loro obiettivi che consistevano nell’esplorare le infinite possibilità non intenzionali delle proprie arti attraverso il chance method. Fonte d’ispirazione fu il libro cinese I Ching, adottato anche da Cage per comporre le sue prime musiche aleatorie. Il primo lavoro realizzato da Cunningham secondo questo procedimento compositivo fu Sixteen Dances for Soloist and Company of Three (1951), in cui l’elemento variabile fu l’ordine delle sequenze, stabilito seguendo un procedimento aleatorio.
Nel 1953 fondò una propria compagnia, la Merce Cunningham Dance Company, per la quale creò un vastissimo repertorio, a cominciare da Suite By Chance (1953) e finendo con Nearly 90^2 (2009). Per la musica, principalmente elettronica, si avvalse della collaborazione di vari compositori, come David Tudor, Gordon Mumma, Earle Brown e Christian Wolff. Per la parte scenografica si circondò di celebri artisti, quali Robert Rauschenberg (resident designer dal 1954 al 1964) e Jasper Johns (artistic advisor dal 1967 al 1980). Parallelamente condusse una carriera internazionale creando nuove produzioni per le più importanti compagnie, come Un jour ou deux per l’Opéra di Parigi (1973).
Dagli anni Sessanta intraprese con la sua compagnia varie tournée negli Stati Uniti, in Europa e in Estremo Oriente. Una delle più importanti fu quella del 1964, quando a Vienna e a Monaco allestì le sue coreografie all’interno dei musei. Nacquero i suoi Events, performance eseguite non in uno spazio teatrale ma nelle gallerie d’arte, nei campi sportivi e nei contesti urbani. Questi lavori consistevano in frammenti coreografici, tratti dal suo repertorio o da nuove creazioni, che combinava tra loro con diverse modalità poco prima della performance. In conseguenza di ciò le sezioni coreografiche acquistavano non solo un valore autonomo ma anche un nuovo aspetto al variare delle scelte musicali.
Negli stessi anni Merce Cunningham invitò presso il proprio Studio di New York il coreografo e musicista Robert Ellis Dunn, le cui lezioni di composizione e improvvisazione esercitarono una profonda influenza sui futuri artisti del Judson Dance Theater, quali Yvonne Rainer, Trisha Brown, Simone Forti e Steve Paxton.
Dagli anni Settanta centrale divenne per Cunningham l'interesse per le nuove tecnologie che iniziò a sviluppare estendendo il campo delle sue collaborazioni: per anni lavorò con i registi Charles Atlas ed Elliot Caplan, realizzando video con attrezzature sofisticate come il chroma key in Blue Studio: Five Segments (1975) e creando opere pensate per il video e adattate al palcoscenico in un secondo tempo come Points in space (1986). Si cimentò anche nella videodanza, realizzando con Nam June Paik Merce by Merce by Paik (1978), opera simbolo di questo genere che combinava elementi coreografici creati appositamente per la telecamera con materiali video preesistenti. Negli anni Novanta iniziò a lavorare con il software Life Forms, quindi con il programma DanceForms, in grado di assimilare l’invenzione coreografica alla sua scrittura e memorizzazione, e i sistemi di Motion Capture, basati sull’acquisizione del movimento umano e sulla sua elaborazione digitale. Creò anche i Mondays with Merce, serie di webcast che offrono uno sguardo sulla sua tecnica che, elaborata nel corso degli anni, combina elementi della danza accademica, come la rotazione del bacino, con elementi della danza moderna, quale la flessibilità del torso.
Prendendo le distanze dalla modern dance, in particolare dalla introspezione psicologica tipica di Martha Graham, elaborò una propria estetica incentrata sulla concretezza di un movimento antiemozionale e antinarrativo che rifletteva la sua concezione della danza come arte formale. Di conseguenza la sua attività coreica costituì un ponte tra la modern dance e la post-modern dance, movimento di ripensamento del concetto di danza e di rifondazione di un’estetica della contemporaneità adeguata ai grandi mutamenti che vanno dal 1960 alla fine degli anni Settanta. Per la radicalità della sua estetica e per la sua filosofia implicita Merce Cunningham è considerato il principale esponente della neoavanguardia di danza.
Merce Cunningham (1919-2009) di Michelle Potter
Cage/Cunningham (1991)
Cage/Cunningham è un documentario di Elliot Caplan del 1991. Raccontando la storia della loro rinomata e duratura partnership, il film esplora attraverso interviste e materiali d'archivio le loro associazioni artistiche e filosofiche e le collaborazioni che strinsero con un'ampia gamma di personalità del mondo dell'arte, della danza, della musica e della letteratura.
Germano Celant, Merce Cunningham, Milano, Charta, 2000
Joshua Legg, Introduzione alle tecniche di danza moderna, Roma, Gremese Editore, 2016
Elisa Guzzo Vaccarino, La danza d'arte: Balanchine, Cunningham, Forsythe, Roma, D. Audino, 2015
David Vaughan, Merce Cunningham: 50 Years, New York, 1997
Merce Cunningham, Changes: Notes on Choreography, New York, Frances Starr, 1968
Merce Cunningham, Il danzatore e la danza. Colloqui con Jacqueline Lesschaeve, Torino, EDT, 1990
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