Maderna, Bruno

Immagini (Secondarie)
Didascalie

1. Bruno Maderna dirige un concerto del IX Festival Internazionale di Musica Contemporanea. Venezia, Teatro La Fenice, 21 settembre 1946.

2. Bruno Maderna e Luciano Berio presso lo Studio di Fonologia Musicale della Rai. Milano, 1955.

3. Bruno Maderna e Luciano Berio durante la prova di un concerto presso lo Studio della Radio Olandese. Hilversum, Olanda, 30 giugno 1972.

Data di nascita
21 aprile 1921
Data di morte
13 novembre 1973
Paese
Epoca
Categoria
Biografia

Bruno Maderna nacque a Venezia il 21 aprile 1920, figlio di Carolina Maderna e Umberto Grossato, musicista d’intrattenimento. Dotato di un talento precocissimo, il piccolo Bruno ricevette le prime nozioni musicali dal padre, il quale lo fece esibire in pubblico come violinista e direttore d’orchestra fin dall’età di sette anni. Grazie al sostegno di una mecenate, nel 1934 iniziò gli studi di composizione sotto la guida di Arrigo Pedrollo, per poi continuare a formarsi con Alessandro Bustini presso il Conservatorio S. Cecilia di Roma, che frequentò dal 1937 al 1940. Non appena ebbe conseguito il diploma in composizione, nel 1940 Maderna diventò allievo di Gian Francesco Malipiero nell’ambito del corso di perfezionamento in composizione tenuto da quest’ultimo presso il Conservatorio “B. Marcello” di Venezia; nel frattempo continuò anche gli studi di direzione d’orchestra presso l’Accademia Chigiana di Siena, dove fu allievo del corso di perfezionamento di Antonio Guarnieri.

Figura di fondamentale importanza per la formazione artistica e intellettuale di Maderna, Malipiero fu anche il tramite per due incontri di estrema rilevanza nella biografia del giovane compositore, ossia quello del 1946 con Luigi Nono, al quale sarebbe rimasto legato tutta la vita da un profondo rapporto di amicizia, e quello con Hermann Scherchen, di cui entrambi frequentarono il corso internazionale di direzione d’orchestra che si svolse a Venezia nel 1948. Oltre ad aiutarli ad approfondire la conoscenza del metodo dodecafonico, Scherchen indirizzò Maderna e Nono agli Internationale Ferienkurse für Neue Musik di Darmstadt, che i due frequentarono assiduamente per un intero decennio – Maderna a partire dal 1949, Nono dal 1950 – divenendone presto dei protagonisti di primo piano. In questo contesto Maderna ebbe modo di far suonare pubblicamente le proprie composizioni, svolse attività esecutiva come direttore dell’ensemble dei Ferienkurse e fu docente dei corsi di composizione, analisi e direzione d’orchestra. Nell’ambiente fecondo e variegato di Darmstadt, a contatto con musicisti di provenienza geografica e concezioni artistiche differenziate (si ricordano, tra gli altri, Luciano Berio, Pierre Boulez, John Cage, Oliver Messiaen, Karlheinz Stockhausen), Maderna ampliò le proprie conoscenze e trasse gli stimoli per diventare egli stesso uno dei più attivi fautori del rinnovamento musicale del secondo dopoguerra.

Instancabile sperimentatore di nuove tecniche compositive, egli fu anche un attento promotore degli altri autori dell’avanguardia, di cui si impegnò a diffondere la conoscenza sia sul piano esecutivo, attraverso la sua attività di direttore d’orchestra e di organizzatore di manifestazioni musicali, sia sul piano didattico, proponendone l’analisi all’interno dei numerosi corsi di perfezionamento da lui tenuti in Italia e all’estero. In particolare, l’opera compositiva di Maderna non può essere scissa dalla sua carriera professionale come direttore d’orchestra, il cui debutto internazionale avvenne a Parigi e poi a Monaco all’inizio del 1950, occupandolo per l’intera esistenza con incessanti tournée in Europa e Stati Uniti. Dal 1961 al 1966 egli condivise con Boulez la direzione stabile dell’Internationales Kranichsteiner Kammerensemble, mentre nel 1971 fu nominato direttore principale dell'Orchestra sinfonica della RAI di Milano; negli anni ‘70 fu spesso invitato negli Stati Uniti a dirigere il Juilliard Ensemble e le orchestre di Chigago, Boston, Philadelphia, Miami, New York, Cleveland, Washington, Detroit. Nell’ambito della divulgazione della musica contemporanea, si ricordano la fondazione, assieme a Berio, della rivista «Incontri musicali», che Maderna coordinò dal 1956 al 1960, l’organizzazione di congressi, festival e manifestazioni dedicati alla promozione di tale repertorio, infine l’incarico di direttore del Berkshire Music Center di Tanglewood, da lui svolto tra il 1971 e il 1972.

Altrettanto intenso fu l’impegno di Maderna nell’insegnamento, iniziato già a cavallo tra la fine degli anni ’40 e l’inzio degli anni ’50 presso il Conservatorio “B. Marcello” di Venezia: docente a Darmstadt a partire dal 1956, nel 1957-58 tenne un corso libero sul metodo dodecafonico presso il Conservatorio “G. Verdi” di Milano, dopodiché insegnò alla Summer School of music del Dartington College di Devon (1960-62), al Conservatorio di Rotterdam (1967), presso il Mozarteum di Salisburgo (1967-70), al Berkshire Music Center di Tanglewood e alla Juilliard School di New York (1971-72). Interessato anche alle nuove tecnologie, nella prima metà degli anni ’50 Maderna lavorò con Berio alla creazione di uno studio di musica elettronica – il primo in Italia – presso la Rai di Milano: inaugurato ufficialmente nel maggio del 1956, lo Studio di Fonologia Musicale rappresentò per decenni un ambiente aperto a compositori di provenienze ed estetiche anche distanti, costituendo fino alla fine degli anni ‘70 uno dei punti di riferimento europei per la sperimentazione elettroacustica.

Personalità ampiamente apprezzata tra i musicisti coevi tanto per le qualità artistiche, quanto per le doti umane, Maderna morì a Darmstadt il 13 novembre 1973, a causa di un tumore ai polmoni che gli era stato diagnosticato alcuni mesi prima. La sua opera compositiva è contraddistinta da interessi ampi e variegati, dove convivono in equilibrio elementi tradizionali, procedimenti costruttivi seriali e peculiari elaborazioni ritmiche. L’estetica di Maderna è aperta a stimoli provenienti da generi musicali, periodi storici, stili e registri assai distanti, lasciando spazio anche alla contaminazione e a un certo eclettismo linguistico, caratteristiche che si accentueranno soprattutto negli ultimi anni. All’insegnamento di Malipiero egli deve, al pari di Nono, l’interesse per la musica antica e la concezione della creazione artistica come pratica radicata nella storia, con la quale l’autore deve necessariamente confrontarsi, una posizione in linea di massima non condivisa dalle avanguardie della cosiddetta «Scuola di Darmstadt». Rispetto alle tendenze lì prevalenti negli anni ’50, Maderna si discostò anche per l’importanza da lui conferita all’intuizione e alla fantasia pure all’interno di rigorosi procedimenti seriali, nonché per l’apertura alla pluralità dei linguaggi. Ciò lo condusse negli anni ’60 e ’70 ad allontanarsi progressivamente dalle esperienze dell’avanguardia, per sviluppare delle proprie sperimentazioni dove, su strutture rette da una rigorosa logica formale, assumono rilievo l’alea, la citazione, l’eclettismo linguistico, la contaminazione, l’ironia, mentre si assiste nel contempo alla ricerca di un rinnovato lirismo.

Bibliografia

Libretti

Opere

Interpretazioni e altri documenti

Opere danza

Autore scheda
GVI

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Modificato
05/01/2019

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