Bononcini, Giovanni
Giovanni Bonocini nacque il 18 luglio 1670 a Modena il 18 luglio 1670 da Giovanni Maria (1642-1678), violinista, violoncellista, compositore e teorico, e Anna Maria Prezii. La coppia ebbe altri due figli, Antonio Maria (1677-1726) e Giovanni Maria Angelo (1678-1753), che avrebbero a loro volta intrapreso la professione di musicista. Durante l’infanzia Giovanni ricevette i primi rudimenti musicali dal padre, con cui intraprese lo studio del violoncello. Dopo la morte di Giovanni Maria lo proseguì a Bologna sotto la guida di Giorgio Buoni (1647 - post 1693) e Giovanni Paolo Colonna (1637-1695). Quest’ultimo, inoltre, provvide al suo sostentamento e alla sua formazione di compositore, veste in cui Giovanni esordì nel 1685 con la pubblicazione delle prime raccolte di musica strumentale: i Trattenimenti da camera per due violini e basso continuo, i Concerti da camera per la stessa formazione, le Sinfonie per 5, 6, 7 e 8 strumenti. Nel 1686 Bonocini fu affiliato all’Accademia filarmonica bolognese. Dal 1687 entrò a far parte della cappella di S. Petronio in qualità di cantore e violoncellista e assunse la carica di maestro di cappella di S. Giovanni in Monte: cominciò allora a coltivare la composizione d’ambito sacro: tra le prime prove, l’oratorio La vittoria di Davide contro Golia su libretto di Pietro Paolo Seta (166?-173?) del 1687. Conservò entrambi gli incarichi fino al 1688, per trasferirsi quindi a Roma, dove dal 1689 al 1969 prestò servizio come violoncellista nell’orchestra del cardinale Benedetto Pamphilj. Sempre a Roma, nel 1692, esordì nel genere operistico con Eraclea ovvero il ratto delle Sabine su libretto di Nicolò Minato adattato da Silvio Stampiglia. La fortuna di quel titolo e di quelli che seguirono fu tale da guadagnargli, nel 1697, la nomina a compositore di corte da parte dell’imperatore Leopoldo I d’Asburgo e il successivo trasferimento a Vienna. Condusse un’attività sempre più intensa, che – proseguito l’incarico a corte sotto il regno di Giuseppe I e fino alla scomparsa di questi, occorsa nel 1711 – nel 1720 condusse il compositore nella nuova, fiorente piazza londinese, dove fu chiamato ad assumere la direzione musicale, insieme a Georg Friedrich Haendel e Attilio Ariosti (1666-1729), della Royal Academy of Music, fondata nel 1718 ad opera dello stesso Haendel. Proprio con quest’ultimo, negli anni che seguirono, Bononcini ingaggiò una fiera rivalità che contrappose i compositori nei favori del pubblico e nelle preferenze dei cantanti. Bononcini lasciò Londra nel 1733 insieme a un tale conte Ughi, un avventuriero che lo avrebbe truffato e derubato di ogni avere. Fu a Lisbona e Parigi, per poi tornare a stabilirsi a Vienna nel 1736. Ridotto in condizioni di gravissima indigenza, nel 1742 ottenne dall’imperatrice Maria Teresa una piccola pensione in riconoscimento dei meriti guadagnati negli anni trascorsi al servizio della corte. Morì il 9 luglio 1747.
Il catalogo di Bononcini, vasto e vario, s’incentra in primo luogo sulla produzione destinata al teatro d’opera. Questa comprende venticinque titoli, tra cui si segnalano in particolare L’Endimione su libretto di Francesco de Lemene (1693; seconda versione 1706); Il Xerse (1694), Muzio Scevola (1710) su libretti di Nicolò Minato (1694); Il trionfo di Camilla regina de’ Volsci (1696), Turno Aricino (1704; seconda versione 1707), L’Etearco (1707), Il Mario fuggitivo (1708), L'Abdolomino (1709), L’arrivo della gran madre degli dèi in Roma (1713) su libretti di Silvio Stampiglia; Erminia (1719; seconda versione 1723), Griselda (1721; seconda versione 1722) su libretti di Paolo Antonio Rolli; Crispo su libretto di Gaetano Lemer (1721; seconda versione 1730); Alessandro in Sidone su libretto di Apostolo Zeno e Pietro Pariati (1737). Folta è poi la produzione d’ambito sacro, al cui in interno spiccano gli oratori Il Giosuè su libretto di Tomaso Stanzani (1688), San Nicola di Bari su libretto di Stampiglia (1693), La conversione di Maddalena (1701), Ezechia su libretto di Zeno (1737; seconda versione 1740). Per tutta la vita Bononcini coltivò inoltre la composizione di cantate e serenate, e di musica strumentale di raffinata fattura: di quest’ultima fanno parte, oltre ai lavori già segnalati, le Sinfonie da chiesa per quartetto d’archi op. V (1687), i Duetti da camera op. VIII (1691, 1701), i Divertimenti da camera per violino o flauto e basso continuo senza numero d’opera (1722) e la relativa riduzione per tastiera, Divertimenti da camera tradotti per cembalo (1722).
Violoncellista rinomato per le capacità tecniche ed espressive ritenute fuori del comune, come compositore Bononcini appare caratterizzato dalla naturale grazia dell’invenzione melodica, dalla sua spontaneità sensibile, toccante, incline al patetico; come pure dal carattere organico delle strutture, del carattere organico dell’organizzazione delle parti.
Sito del Progetto Bononcini realizzato dalla Fondazione Arcadia di Milano, contenente il catalogo completo delle composizioni, biografia e materiali multimediali
http://www.bononcini.org
Carlo Frajese, voce Bononcini, Giovanni, in Dizionario Biografico degli Italiani, versione digitale
http://www.treccani.it/enciclopedia/giovanni-bononcini_(Dizionario-Biografico)
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