Blasis, Carlo
Carlo Blasis fu un ballerino, coreografo, maestro e teorico italiano. Nato a Napoli, si formò in Francia (prima a Marsiglia, poi a Bordeaux), dove la famiglia si era trasferita tra la fine del Settecento e l’inizio dell’Ottocento. Blasis lavorò come ballerino in varie città francesi, ma fu proprio a Bordeaux che ebbe l’opportunità di esibirsi nei balletti dei più importanti coreografi francesi, quali Jean-Baptiste Blache, Jean Dauberval, Jean-Georges Noverre, Pierre e Maximilien Gardel.
Nell’estate 1817 debuttò all’Opéra di Parigi in un balletto di Pierre Gardel e subito dopo fu ingaggiato alla Scala di Milano, dove rimase fino al 1823, ricoprendo il ruolo di primo ballerino. Nel teatro milanese Blasis prese parte ai balli di Salvatore Viganò, Gaetano Gioia e Giovanni Galzerani. Lavorò anche in altre città del nord Italia, tra cui Venezia e Torino, e nel 1827 si esibì a Londra, per poi spostarsi a Parigi, ma un infortunio al piede appena occorso lo costrinse ad abbandonare la carriera di ballerino.
Dopo aver riprodotto balletti di celebri autori francesi, nel 1819 compone la sua prima coreografia: Il Finto Feudatario, rappresentata alla Scala di Milano. In seguito, presentò i suoi lavori anche all’estero: a Londra nel 1828 e nel 1847, a Varsavia nel 1856, a Lisbona nel 1858, a Parigi nel 1859-60 e a Mosca dal 1861 al 1863.
Tra i suoi balletti: Gli Amori di Adone e Venere (1835), La Ninfa Eco (1849), Cagliostro (1851-52), Faust (1861). Realizzò anche divertissements per le opere di Vincenzo Bellini (Il Pirata, 1836), Gioachino Rossini (Mosè, 1840), Giuseppe Verdi (Macbeth, 1849) e Giacomo Meyerbeer (Roberto il diavolo, 1846, Il Profeta, 1852).
Nel 1837, Blasis fu invitato a dirigere insieme alla moglie, la ballerina Annunziata Ramaccini sposata nel 1832, la scuola di ballo della Scala (Imperial Regia Accademia di Ballo del Teatro alla Scala). Restò al vertice della scuola scaligera fino al 1850 rinnovandola profondamente fino a renderla un modello di didattica e di stile a cui guardavano tutti gli artisti europei. La scuola di Blasis fu definita la pépinière in quanto le sue allieve, tutte di grande talento e capaci di coniugare la precisione tecnica all’espressività drammatica come Sofia Fuoco ed Amalia Ferraris, divennero prime ballerine di fama internazionale.
Formatosi nell’ambito coreico francese, in un contesto dove convergevano il rigore formale dell’Académie Royale de Musique e le innovazioni tecnico-virtuosistiche imperanti all’Opéra in età napoleonica, Blasis portò la grande scuola di Gardel e Vestris alla Scala e negli altri teatri, radicandone i principi e le regole sia con l’insegnamento sia con pregiate pubblicazioni. Al 1820 risale il suo primo testo teorico, Traité élémentaire théorique et pratique de l’Art de la danse, a cui ne seguirono altri, come Studi sulle arti imitatrici (1844) e L’Uomo fisico, intellettuale e morale (1857). Blasis collaborò anche con i principali periodici teatrali italiani del tempo, come «Il Pirata» e «Euterpe».
Trascorse l’ultimo periodo della sua vita a Cernobbio, sul Lago di Como, dedicandosi unicamente alla scrittura. Morì nel 1878.
Blasis è una figura fondamentale della storia della danza, soprattutto per il suo contributo – tecnico e teorico – alla costruzione di moderne metodologie didattiche. Il suo insegnamento fu così proficuo che alcuni suoi allievi furono a loro volta in grado di formare nuove generazioni di valenti maestri. Basti pensare a Giovanni Lepri che trasmise il magistero di Blasis ad Enrico Cecchetti che a sua volta creò uno dei più importanti metodi d’insegnamento del Ventesimo secolo. I suoi testi teorici, di ascendenza noverriana ed ispirati all’eredità settecentesca illuministica, veicolarono nel Diciannovesimo secolo i fondamenti teorici dell’Académie francese del secondo Settecento. Tra questi, il rapporto paritario tra le arti imitative pittura-musica-danza e l’unità “mente-corpo-anima”, che ispirarono non solo la formazione dei danzatori e delle danzatrici, ma anche la concezione unitaria dello spettacolo inteso come totale, in cui tutte le componenti sono armonizzate.
In conclusione, oltre ai numerosi artisti che si erano formati nella sua scuola, fu anche grazie alle pubblicazioni che Blasis riuscì a diffondere e ad affermare la sua nuova metodologia d’insegnamento e le sue teorie estetiche.
Francesca Falcone, Quando lo storico si trasforma in detective: la riscoperta di due opere saggistiche di Carlo Blasis, in Alessandro Pontremoli, Patrizia Veroli (a cura di), Passi tracce percorsi. Scritti sulla danza italiana in omaggio a José Sasportes, Roma, Aracne, 2012, pp. 171-185.
Flavia Pappacena, Il rinnovamento della danza tra Settecento e Ottocento. Il trattato di danza di Carlo Blasis, LIM, Lucca 2009.
Flavia Pappacena, Tecnica e stile di Carlo Blasis, Libreria Musicale Italiana, 2018 (tramite la registrazione al sito della casa editrice il libro è scaricabile gratuitamente).
Giannandrea Poesio, Blasis, the Italian Ballo, and the Male Sylph, in Lynn Garafola (ed.), Rethinking the Sylph, Hanover, NH., Wesleyan University Press, pp. 131-141.
Saggi e prospetto del trattato generale di pantomima naturale e di pantomima teatrale fondato sui principi della fisica e della geometria e dedotto dagli elementi del disegno e del bello ideale nel quale con un metodo d’insegnamento preciso e sicuro, e con l’ajuto d’un sistema figurativo si descrivono analiticamente i caratteri, le passioni, le sensazioni, le idee, le impressioni; inoltre si espongono con chiarezza le arti della Chironomia, Coreografia e musica drammatica, il tutto arricchito di nuove considerazioni intorno al teatro e alle arti imitative. Opera di Carlo Blasis maestri di perfezionamento all’I. R. scuola di ballo in Milano, Tipografia Guglielmi e Redaelli, Milano, 1841.
Studi sulle arti imitatrici, Milano, Tipografia e libreria di Giuseppe Chiusi, 1844.
Notes upon Dancing, Historical and Practical, Londra, Delaporte, 1847.
Dello stato attuale del ballo, della mimica e della coreografia, Torino 1852.
Delle Composizioni coreografiche e delle opere letterarie di Carlo Blasis coll'aggiunta delle testimonianze di varii scrittori e di una sua dissertazione inedita sovra le passioni ed il genio, Milano, Fratelli Centenari, 1854.
Del carattere della musica sacra e del sentimento religioso, Milano, tip. Arzione Antonio, 1854.
L’uomo fisico intellettuale e morale di Carlo Blasis, Milano, Tipografia Guglielmini, 1857. Edizione critica a cura di Ornella Di Tondo e Flavia Pappacena, numero monografico di «Chorégraphie. Studi e ricerche sulla danza», n. 5, 2005, LIM, Lucca 2007.
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