Cherubini, Luigi
2. Ritratto di Luigi Cherubini. Disegno a china. Milano, Archivio storico Ricordi.
3. Achille Leclère, Auguste Dumont, Monumento funebre di Luigi Cherubini. Marmo, 1846. Parigi, Cimetière du Père Lachaise.
Luigi Cherubini nacque a Firenze il 14 settembre 1760, decimo figlio di Bartolommeo, maestro di cembalo presso il Teatro alla Pergola, e di Veridiana Bosi. Avviato agli studi musicali dal padre, a 9 anni iniziò lo studio del contrappunto con Bartolomeo e Alessandro Felici. La sua carriera di compositore ebbe inizio nell’ambito della musica sacra, che egli continuò a coltivare anche quando, grazie all’aiuto del granduca Pietro Leopoldo di Lorena, poté trasferirsi a Bologna e continuare gli studi con Giuseppe Sarti, operista faentino allora assai noto. Sotto l’influsso di questi nacquero il Quinto Fabio (1779, rivisto nel 1783) e altre opere giovanili.
Nonostante i primi successi raccolti in Italia, Cherubini decise di espatriare, seguendo l’esempio dello stesso Sarti: la prima tappa fu Londra, dove scrisse per il teatro Haymarket La finta principessa (1785) e Giulio Sabino (1786). Dopo aver rappresentato a Torino l’Ifigenia in Aulide (1788), Cherubini si stabilì a Parigi su consiglio di Giovanni Battista Viotti. Qui entrò in contatto con un ambiente musicale particolarmente sensibile al rinnovamento degli stili, nel quale la riforma gluckiana aveva acceso pochi anni prima nuovi contrasti, sfociati nella querelle tra gluckisti e piccinnisti. Il Démophoon (1788), su libretto dell’enciclopedista Jean-François Marmontel, testimonia da parte di Cherubini una presa di coscienza di questi problemi che avrà conseguenze rilevanti nella sua produzione successiva.
Nominato direttore del Théâtre de Monsieur, mutato poi in Théâtre Feydeau, nel 1791 Cherubini vi presentò la Lodoïska, che ebbe grande successo e influenzò il teatro musicale francese per i successivi vent’anni. Tre anni dopo apparve sulle stesse scene la commedia «larmoyante» Elisa ou le voyage aux glaciers du mont Saint Bernard (1794), caratterizzata da un penetrante senso elegiaco. Nel 1794 Cherubini entrò a far parte della «Banda repubblicana» fondata da Sarrette e trasformata l’anno seguente in conservatorio, dove esercitò per anni una rigorosa attività didattica. Nascono in questo periodo L’hôtellerie portugaise (1798), l’opéra-comique Le due giornate ovvero il portatore d’acqua (1800), un lavoro che conobbe un’ampia diffusione per tutto l’Ottocento, Anacréon (1803) e soprattutto Médée (1797), definito da Brahms «la vetta suprema della musica drammatica».
Amareggiato dall’ostilità dimostratagli da Napoleone, che era più incline all’opera napoletana, il compositore cercò di costruirsi una nuova carriera Vienna, dove compose Faniska (1806), ma fece presto ritorno a Parigi, dove sarebbe rimasto fino alla fine della sua esistenza. Qui affrontò due anni di crisi creativa, causata dallo scoraggiamento e dall’acuirsi di disturbi nervosi di cui soffriva da tempo; ne uscì nel 1808 con la Messa in Fa maggiore per soli, coro e orchestra, scritta durante un soggiorno nel castello di Chimay. Seguirono altre tre opere teatrali, ossia Pigmalione (1809), Le crescendo (1810) e Les Abencérages (1813); risalgono quindi al 1814 il primo dei sei quartetti per archi e al 1815 la sua unica Sinfonia, di stile e forma solidamente classici.
Dopo i tumulti del 1815 Cherubini tornò al conservatorio come insegnante di composizione, per poi assumerne la direzione a partire dal 1822; fu inoltre nominato condirettore della cappella reale, carica che ricoprirà fin quasi alla morte. L’ultimo periodo della sua esistenza è segnato da un’intensa attività didattica: scrisse numerosi solfeggi e, nel 1835, il Corso di contrappunto e fuga. Risalgono a quest’epoca anche l’ultima opera teatrale, Ali-Baba (1833), e grandi composizioni sacre, come la Messa du Sacre (1825) e la Messa da requiem in Re minore (1836), che si aggiunsero alle precedenti Messa solenne in Re minore (1811), Messa in Do maggiore (1816) e Messa da requiem in Do minore (1816). Cherubini morì a Parigi il 15 marzo 1842.
- Giulio Confalonieri, Cherubini. Milano, Edizioni Accademia, 1978.
- Vittorio della Croce, Cherubini e i musicisti italiani del suo tempo. Torino, EDT, 1983.
- Michael Fend, Cherubinis Pariser Opern (1788-1803). Stoccarda, Franz Steiner Verlag, 2007.
- Christine Siegert, Cherubini in Florenz. Zur Funktion der Oper in der toskanischen Gesellschaft des späten 18. Jahrhuderts. Laaber, Laaber Verlag, 2008.
- Cherubini al Cherubini nel 250. della nascita. A cura di Sergio Miceli, Firenze, Olschki, 2011.
- Luigi Cherubini – vielzitiert, bewundert, unbekannt, a cura di Helen Geyer e Michael Pauser, Studiopunkt Verlag, Sinzig, 2016.
- Luigi Cherubini, Corso di contrappunto e di fuga. Milano, F. Lucca, [1855-56]
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