Rameau, Jean-Philippe
Jean-Philippe Rameau nacque a Digione, dove fu battezzato il 25 settembre 1683. Suo padre Jean era un organista, mentre la madre, Claudine Demartinécourt, era la figlia di un notaio di un paese nei pressi della città. Malgrado la buona collocazione sociale dei due, appartenenti entrambi alla piccola nobiltà locale, la famiglia ebbe difficoltà economiche e Jean-Philippe, settimo dei loro undici figli, fu il più vecchio a sopravvivere. I primi quarant’anni della vita di Rameau possono essere ricostruiti solo sommariamente, in quanto fino a quell’età visse in provincia, senza imporsi all’attenzione pubblica. Probabilmente ricevette la formazione musicale dal padre e, forse, da altri musicisti locali, né si sa dove studiò, anche se si può ipotizzare che abbia frequentato il collegio gesuitico dei Godrans.
Rameau si dedicò interamente alla musica soltanto a partire dal 1701, anno nel quale compì un viaggio in Italia, soggiornando a Milano. Nel 1702 fu attivo prima ad Avignone e poi a Clermont-Ferrand in qualità di maestro di cappella o di organista, già appassionandosi agli studi teorici. Trasferitosi a Parigi nel 1706, vi pubblicò lo stesso anno il suo primo libro di composizioni cembalistiche (Pièces de clavecin). Tre anni dopo fu nominato organista nella chiesa di Notre-Dame di Digione; nel 1713 ebbe analogo incarico a Lione, nel 1716 nuovamente a Clermont-Ferrand.
L’ambiente parigino, a lui dapprima ostile, accolse favorevolmente la pubblicazione, nel 1722, del suo Traité de l’harmonie réduite ses principes naturels, ma ne nacquero anche delle polemiche; nel 1726 pubblicò il Nuovo sistema di musica teorica. L’apprezzamento di cui egli era oggetto continuava ad essere limitato al campo teorico: come compositore, nonostante la presentazione nel 1724 della sua seconda raccolta clavicembalistica, Pièces de clavecin con un metodo sulla meccanica delle dita, non riusciva a ottenere il successo sperato. Difficile gli risultava l’inserimento nell’attività teatrale, l’unica che avrebbe potuto consentirgli il favore di un ampio pubblico. Poi, improvvisamente, nel 1731 gli fu offerta la possibilità di dirigere l’orchestra privata del mecenate Alexandre-Jean-Joseph Le Riche de La Pouplinière: in questo contesto ebbe modo di conoscere Voltaire, il quale gli propose un libretto d’opera, il Sansone, che Rameau subito si accinse a musicare.
L’opera venne proibita dalla censura, ma il ghiaccio era ormai rotto: Hippolyte et Aricie (1733) segnò il suo esordio in campo teatrale; seguirono Les Indes galantes (1735) e Castor et Pollux (1737). L’indirizzo melodrammatico di Rameau rompeva con la salda tradizione di Jean-Baptiste Lully, suscitando aspre polemiche tra lullisti e ramisti che toccarono il culmine a proposito di Dardanus (1739). Deluso, per alcuni anni Rameau abbandonò il teatro e si immerse nuovamente nello studio teorico. Vi tornò nel 1745 con La princesse de Navarre, su libretto di Voltaire, per trovarsi poi coinvolto in altre polemiche con l’opera quasi comica Platée (1745), con Pygmalion e con Zoroastro (1749), per divenire, infine, uno dei protagonisti della famosa «querelle des bouffons», scatenatasi nel 1752 tra i difensori dell’opera italiana e i paladini dell’opera francese. Rameau morì a Parigi il 12 settembre 1764.
Musicista tra i più grandi del secolo, Rameau segna una tappa fondamentale nella storia del melodramma: le sue opere sono caratterizzate da una solenne e ampia cantabilità (con arie, ariosi e recitativi che mirano a compenetrarsi e a distendersi in declamato), orchestrazione espressiva e pittorica, taglio drammatico, partecipazione vitale del coro, bizzarrie e imprevedibili innesti di maniere extra-teatrali. Cultore, essenzialmente, dei generi della tragédie-lyrique e dell’opéra-ballet, oltre che del semplice balletto, compose una trentina di lavori teatrali. Ma è importante anche la sua produzione strumentale: tre libri di pezzi per clavicembalo, nel gusto in parte descrittivo tipico della scuola francese, oltre a sei Pezzi di clavicembalo in concerto, con un violino o un flauto, e una viola o un secondo violino (1741), quattro mottetti sacri e otto cantate profane.
Almeno pari alla produzione musicale fu l’attività di Rameau in ambito teorico: oltre ai titoli già citati, sono da ricordare il trattato teorico-pratico Génération harmonique (1737) e vari altri scritti di minor mole. Principio base della teoria di Rameau è il cosiddetto «centro armonico», il suono fondamentale dal quale scaturiscono tutti i suoni componenti un dato accordo o un suo rivolto. Secondo Rameau, la melodia è una conseguenza dell’armonia e questa trova le proprie leggi nei principi naturali che regolano la successione dei suoni armonici. Codificatore coerente della tonalità in senso moderno, Rameau è considerato tra i massimi teorici della sua epoca.
- Edizione critica delle Opera omnia di Jean-Philippe Rameau.
- Voce bio-bibliografica su Jean-Philippe Rameau nel Grove Music Online.
- Voce biografica su Jean-Philippe Rameau sulla Treccani Online.
- Voce biografica su Jean-Philippe Rameau sull'Encyclopaedia Britannica.
- Fonti, documenti d'archivio e materiali bibliografici relativi a Jean-Philippe Rameau presso la Bibliothèque Nationale de France.
- Materiali audio su Jean-Philippe Rameau su France Musique.
- Discografia di Jean-Philippe Rameau.
- Thomas Christensen, Rameau and Musical Thought in the Enlightenment. Cambridge, Cambridge University Press, 1993.
- Graziella Seminara, Jean-Philippe Rameau. Palermo, L'Epos, 2001.
- Jean-Paul Dous, Rameau: Un musicien philosophe au siècle des Lumières. Parigi, L'Hatmattan, 2011.
- Sylvie Bouissou, Jean-Philippe Rameau: musicien des lumières. Parigi, Fayard, 2014.
- Decoding Rameau: Music as the Sovereign Science. A Translation with Commentary of "Code de musique pratique" and "Nouvelles réflexions sur le principe sonore" (1760). A cura di Mark Howard, Lucca, LIM, 2016.
- Jean-Philippe Rameau, The Complete Theoretical Writings. A cura di Ewin R. Jacobi, [s. l.], American Institute of Musicology, 1967-72.
- Jean-Philippe Rameau, Traité de l'harmonie reduite à ses principes naturels. Ginevra, Slatkine reprints, 1986 (ristampa anastatica dell'edizione Parigi, Ballard, 1722).
- Jean-Philippe Rameau, Intégrale de l'oeuvre théorique: Traités, méthodes, préfaces, polemiques et correspondances. A cura di Bertrand Porot e Jean Saint-Arroman, Bressuire, Fuzeau, 2004.
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