Mantinádes

1. Erotòkritos, copertina della prima edizione a stampa, Venezia, 1713.

2.-3. Vecchia foto di una parèa (compagnia) di uomini cretesi.

Area geografica di riferimento
Aree geo-culturali
Nome del paese
Interprete/interpreti

Vasílis Dramountánis, Leftéris Bérkis, Dimítris koniós , Níkos Vréntzos, Bámpis Chairétis.

Anno di registrazione
2018
Video di presentazione

Descrizione

A Creta con il termine ‘mantináda’ (pl. ‘mantinádes’) si fa rifermento a un breve componimento poetico, prodotto della tradizione orale, formato da un distico a rima baciata di versi ‘decapentasillabi’ (versi formati da quindici sillabe, detti anche versi ‘polìtici’ da Pòlis = Costantinopoli). La caratteristica essenziale di un mantináda, oltre quella di soddisfare i requisiti di metro, rima e virtù poetiche, è quella di racchiudere nei due brevi versi che la formano anche un significato indipendente e conchiuso.

La genesi di tale forma poetica risale ai secoli della dominazione Veneziana dell’Isola, in particolare dall’incontro fra lo schema della rima a fine verso, tipico delle letterature occidentali, con il verso ‘polìtico’ di ascendenza bizantina. Tale nuovo modello si affermò come unità compositiva fondamentale sia nei poemi letterari della Scuola cretese (XVI – XVII secolo), come ad esempio nell’ Erotókritos di Vincenzo Cornaro (XVII secolo), sia, nella tradizione orale, come schema metrico delle canzoni popolari narrative sia sotto forma di distici indipendenti dal contenuto improvvisato, ovvero le mantinádes.

La pratica delle mantinádes ha messo, nel corso dei secoli, delle radici davvero molto profonde all’interno della cultura cretese finendo per permearne molteplici aspetti e situazioni della vita degli abitanti dell’Isola. I cretesi percepiscono infatti le mantinádes come un elemento cardine della loro cultura nonché espressione profonda della propria identità, un elemento che ha finito per trasformarsi in un vero e proprio sistema di comunicazione tradizionale che si esprime sia sul piano della lingua parlata, sia su quello della recitazione/declamazione, sia su quello del canto.

Dal punto di vista musicale le mantinádes sono legate soprattutto al contesto delle feste popolari (gléntia) in quanto sequenze cantate di mantinádes costituiscono i testi della quasi totalità delle musiche associate alla danza che vengono eseguite principalmente durante questi eventi.

Per quanto riguarda i testi di alcune musiche da danza, come ad esempio nel caso del kastrinós, del pentozáli e della sústa, la tradizione ha fatto sì che la sequenza (o le sequenze) di mantinádes che venivano cantate sopra a tali brani si sedimentassero nel corso del tempo e che venissero riproposte sempre uguali o con poche varianti, lasciando poco spazio all’improvvisazioni sul piano verbale. Molta più importanza assumono invece i versi cantati delle mantinádes e soprattutto la loro dimensione improvvisativa nell’ambito delle esecuzioni di chaniótikos sirtós o delle kontiliés (brani sui quali viene danzato il ballo chiamato siganós). Entrambe le musiche sono caratterizzate dalla ripetizione ciclica di alcune frasi musicali, che fungono da base sui cui vengono intonate le mantinádes sia da parte dei musicisti, sia da parte di qualche membro del pubblico: quando il solista finisce di intonare la prima parte della mantináda i presenti gli rispondono riproponendo il verso cantando in coro all’unisono, in modo da dare al solista il tempo per chiudere il distico rimato improvvisato. Requisito fondamentale è che le mantinádes vengono proposte in forma dialogica ed è necessario quindi che siano interconnesse fra loro dal punto di vista contenutistico.  In occasione dei matrimoni le kontiliés costituiscono la prima danza che viene eseguita dopo la fine della cerimonia e accade che gli invitati intonino a turno una mantináda composta estemporaneamente in onore della sposa.

Le kontiliés vengono eseguite anche al di fuori di contesti coreutici come base per l’intonazione delle mantinádes in situazioni conviviali da parte di una compagnia (parèa) di amici disposti intorno ad un tavolo (come si può cogliere nell'esempio video proposto, registrato nel 2018 ad Anògia). In queste occasioni il canto delle mantinádes può anche trasformarsi in un vero e proprio agone poetico che coinvolge due o più membri del gruppo.

Una o più mantinádes possono infine precedere o seguire il canto di un brano rizítiko, introducendo o commentando il contenuto della canzone.

Voci e strumenti
  • Voci maschili
  • Mandolino (liuto)
Documentazione

Bibliografia

  • Kevin Dawe, Music and Musicians in Crete: Performance and Ethnography in a Mediterranean Island Society, Lanham, Scarecrow Press, 2007.
  • Tullia Magrini, Forme della musica vocale e strumentale a Creta. Ricerca a Creta no. 2., Milano, Ricordi, 1985.
  • Giuseppe Sanfratello, Songs of the Roots: Rizítika and Mandinádhes, in Music on Crete. Traditions of a Mediterranean Island, a cura di Michael Hagleitner, André Holzapfel, University of Vienna – Institut für Musikwissenschaft, Vienna Series in Ethnomusicology, 5, 2017, pp. 339-384.
  • Venla Sykäri, Dialogues in Rhyme: The Performative Contexts of Cretan Mantinádes, «Oral Tradition», n. 24, vol. 1, 2009, pp. 89-123.

Risorse web

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Modificato
25/02/2020

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