Bournonville, August
- August Bournonville, litografia, 1850-1860. Fonte: The New York Public Library Digital Collections
- August Bournonville, foto, 1870. Fonte: wikipedia.org
August Bournonville, nato a Copenaghen nel 1805, fu avviato alla danza dal padre Antoine, noto ballerino, coreografo e, dal 1816 al 1823, direttore del Teatro Reale. Nel 1813 iniziò la propria carriera di ballerino esibendosi in Lagertha di Vincenzo Galeotti. Traferitosi a Parigi, studiò privatamente con Auguste Vestris, per poi essere ammesso all’Académie Royale de Musique, dove completò la sua formazione con Jean-François Coulon, Pierre Gardel e ancora Auguste Vestris. Nel 1826 debuttò sulla scena dell’Opéra in un pas de trois di Nina ou la Folle par Amour di Louis Milon e, firmato un contratto come double de la danse, divenne uno dei partner preferiti di Maria Taglioni. Lasciata Parigi, si esibì più volte al Teatro Reale di Copenaghen come ballerino ospite finché, nel 1830, fu nominato directeur de la danse. Nello stesso anno si sposò con Helene Frederikke Håkansson, un matrimonio che durò cinquant’anni e che generò sette figli, due dei quali intrapresero la carriera artistica: la primogenita Augusta studiò danza e pianoforte, mentre la secondogenita Charlotte fu cantante al Teatro Reale. Nel 1831, dopo aver messo in scena balletti di produzione francese come Paul et Virginie di Pierre Gardel, iniziò la sua carriera coreografica con Victors Bryllup, seguito dal suo primo balletto di grandi proporzioni, Faust. Nel 1834 si recò a Parigi con la sua allieva prediletta, Lucile Grahn, per farla perfezionare nella classe di Jean Baptiste Barrez al Teatro dell’Opéra. Qui vide La Sylphide di Filippo Taglioni e calcò per l’ultima volta il palcoscenico del teatro parigino danzando in La Somnambule di Jean Aumer. Tornato in patria, presentò con successo al Teatro Reale la propria versione de La Sylphide (Sylphiden): il balletto, musicato da Herman Løvenskiold e interpretato da Lucile Grahn, ebbe un tale successo che Bournonville ottenne la carica di maître de ballet. In seguito si recò in Italia, dove, scritturato come primo ballerino al Teatro San Carlo di Napoli e alla Scala di Milano, raccolse una gran quantità di suggestioni che rielaborò nei suoi successivi balletti, a cominciare da Napoli, eller Fiskeren og hans Brud, rappresentato al Teatro Reale di Copenaghen nel 1842. Nel 1848, ritiratosi dalle scene, rinnovò il contratto come direttore artistico del balletto e ricoprì la carica di direttore di scena dell’opera; per il centenario del Teatro Reale che ricorreva in quello stesso anno Bournonville ideò Gamle Minder, eller En Laterna Magica. Nel 1855 firmò un contratto come coreografo ospite al Teatro Kärntnertor di Vienna, dove rimise in scena alcuni dei suoi lavori di maggior successo. Dopo aver arricchito il suo repertorio coreografico con nuove creazioni per il Teatro Reale di Copenaghen, nel 1861 fu nominato direttore artistico del Teatro Reale di Stoccolma. Nel 1868 firmò un nuovo contratto con il Teatro Reale di Copenaghen che fu rinnovato annualmente per i successivi otto anni. Oltre a coreografare nuovi balletti, si dedicò alla sua attività di metteur en scène dell’opera e, riconoscendo l’importanza dei lavori di Richard Wagner, allestì le prime rappresentazioni sulla scena danese di Lohengrin e Die Meistersinger. Ritiratosi dal suo incarico di direttore artistico nel 1877, morì due anni dopo mentre percorreva la strada che dalla chiesa conduceva a casa.
Nell’arco della sua lunga carriera Bournonville creò circa cinquanta balletti e numerosi divertissements per le opere. Le caratteristiche principali del suo linguaggio coreografico furono: la valorizzazione della danse d’élévation, di cui mise in risalto batterie e grands-jetés, una naturale integrazione tra pantomima e danza, l’inserimento del virtuosismo solo a fini espressivi e la presenza di elementi folkloristici. Un’altra peculiarità fu il rilievo attribuito al personaggio maschile che, diversamente dalla linea generale del balletto romantico, ricoprì un ruolo di pari importanza a quello femminile. Della sua produzione si segnalano: Victors Bryllup (1831), Faust (1831), Waldemar (1835), Sylphiden (1836), Festen i Albano (1839), Toreadoren (1840), Napoli, eller Fiskeren og hans Brud (1842), Erik Menveds Barndom (1843), Konservatoriet, eller et Avisfrieri (1849), Kermessen i Brügge eller De tre Gaver (1851), Zulma eller Chrystalpaladset (1852), Et Folkesagn (1854), La Ventana (1856), Blomsterfesten i Genzano (1858), Fjernt fra Danmark eller et Costumebal ombord (1860). Gran parte dei suoi balletti sono stati conservati fedelmente, costituendo così le solide fondamenta del repertorio del Balletto Reale Danese.
Uomo raffinato e particolarmente colto, Bournonville fu non solo uno dei più celebri coreografi del XIX secolo ma anche un riconosciuto teorico della danza. Nel corso della sua vita si dedicò alla stesura di una serie di scritti nei quali rifletteva sugli aspetti filosofici ed estetici della danza. Tra il 1841 e il 1861 elaborò il suo lavoro teorico più importante, gli Études Chorégraphiques, che suddivise in tre tomi: il primo, concepito nel 1848, propone una riflessione sull’arte della danza dal punto di vista storico e filosofico; il secondo, pubblicato nel 1855, propone un concreto sistema di notazione coreografica; il terzo, edito nel 1861, contiene le sue riflessioni didattiche e pedagogiche, costituendo il fondamento del proprio insegnamento. Bournonville, infatti, creò uno stile personale, pur restando devoto al filone della scuola francese che apprese da Vestris. I tratti distintivi furono le braccia morbidamente arrotondate e tenute in posizione bassa, veloci e intricati passi con i piedi, gli inaspettati cambiamenti di épaulement e di direzione e un uso creativo del palcoscenico. I passi ricorrenti nelle sue coreografie sono l'attitude effacée, il grand jeté en avant en attitude, il grand jeté en attitude en tournant, il ronds de jambe en l'air sautés, i salti con le batterie (brisés, entrechats, sissonnes e assemblés) e le pirouettes, spesso dalla seconda posizione, en attitude oppure sur le cou-de-pied.
Erik Aschengreen, Bournonville Style and Tradition, in «Dance Research», vol. 4, n. 1, 1986
Patricia McAndrew, Bournonville, August, International Encyclopedia of Dance, a cura di Selma Jeanne Cohen, Oxford University Press, New York, Oxford, 1998, pp. 503-514
August Bournonville, Études choreographiques (1848, 1855, 1861), a cura di Knud Arne Jürgensen e Francesca Falcone, Lucca, Libreria Musicale Italiana, 2005
August Bournonville, My Theatre Life, Middletown, Connecticut, Wesleyan University Press, 1979
August Bournonville, Letters on dance and choreography, London, Dance Books, 1999
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