Robbins, Jerome
Jerome Robbins, 1968. Fonte: wikipedia.org
Jerome Robbins nacque a New York nel 1918 da genitori ebrei russi. Il nome della famiglia era Rabinowitz ma fu cambiato in Robbins quando Jerome iniziò la sua carriera. Dopo aver frequentato la facoltà di chimica dell’Università di New York, si dedicò allo studio della danza, una passione che aveva iniziato a coltivare negli anni dell’adolescenza. La sua formazione incluse lezioni di danza moderna con Senia Glück-Sandor e Felicia Sorel, di balletto con Ella Daganova (ex ballerina della compagnia di Anna Pavlova), di danza spagnola con Helen Veola e di danza orientale con Yeichi Nimura.
Nella seconda metà degli anni Trenta avviò la propria carriera di danzatore esibendosi al Dance Center di New York e prendendo parte a diverse produzioni di Broadway, tra cui Great Lady (1848) e Keep off the Grass (1940). Nel 1940 entrò al Ballet Theatre, in seguito rinominato American Ballet Theatre, dove rimase per quattro anni distinguendosi come solista in Petruška di Michel Fokine, Helen of Troy di David Lichine e Romeo and Juliet di Antony Tudor.
Maturata una propria visione artistica, nel 1944 debuttò come coreografo con Fancy Free, ponendosi in prima linea fra i giovani coreografi americani. Il balletto, che trattava un tema puramente americano, ossia le avventure di tre marinai in libera uscita in un’afosa notte newyorkese, ottenne un tale successo che, nello stesso anno, fu adattato nel musical On the Town, che segnò l’inizio della sua lunga collaborazione con il compositore Leonard Bernstein. Da allora la sua carriera proseguì in tre direzioni: il balletto, il musical e il cinema.
Nel 1948, su invito di George Balanchine, si unì al New York City Ballet, di cui divenne il direttore artistico associato. Qui la sua carriera toccò i vertici più alti, coreografando balletti di grande successo come Age of Anxiety (1950), The Cage (1951), Afternoon of a Faun (1953), Fanfare (1953), The Concert (1956), Dances at a Gathering (1969), In the Night (1970) e Glass Pieces (1983). All’interno della compagnia collaborò anche con Balanchine nella messa in scena di alcune produzioni, come The Firebird (1970) e Le Bourgeois Gentilhomme (1979), e proseguì la sua attività di ballerino, arricchendo il proprio repertorio con nuove interpretazioni, tra le quali The Prodigal Son e Bourrée Fantasque di Balanchine.
Nel 1957 trionfò con West Side Story, musical da lui concepito, diretto e coreografato. Lo spettacolo, una trasposizione in chiave moderna della storia di Romeo e Giulietta, fu tra i più importanti del dopoguerra e nel 1961 ne fu creata la versione cinematografica che vinse dieci premi Oscar.
Nel 1958, pur conservando il suo incarico al New York City Ballet, fondò una propria compagnia, i Ballets USA, che, su invito del compositore Gian Carlo Menotti, debuttarono al Festival dei due mondi di Spoleto. Per il suo ensemble creò un nuovo repertorio che incluse, fra l’altro, l’esplosivo New York Export: Opus Jazz (1958) e il balletto senza musica Moves (1959).
Negli anni Sessanta si cimentò anche nella regia di produzioni teatrali, come Oh, Dad, Poor Dad, Mama’s Hung You in the Closet, and I’m Feelin’ so Sad (1962) e Mother Courage and Her Children (1963). Contemporaneamente condusse una carriera internazionale, lavorando come coreografo ospite per l'American Ballet Theatre, il Royal Swedish Ballet, il Royal Danish Ballet, il Royal Ballet di Londra e il Joffrey Ballet.
Insieme a Balanchine organizzò lo Stravinsky Festival (1972), il Ravel Festival (1975) e il Tchaikovsky Festival (1981), per i quali realizzò tredici coreografie. Non partecipò all’American Musical Festival del 1988 essendo impegnato con la creazione di Jerome Robbins' Broadway (1989) che vinse quattro Tony Awards. Nel 1983, dopo la morte di Balanchine, divenne insieme a Peter Martins il direttore artistico del New York City Ballet, per il quale continuò a creare balletti per tutti gli anni Novanta. Nell’arco della sua carriera collezionò numerosi premi e riconoscimenti, tra i quali cinque Tony Awards, due Oscar, il City of Paris Award e il Capezio Dance Award. Morì a New York nel 1998. In suo onore la Dance Division della New York Public Library è stata chiamata Jerome Robbins Dance Division, che comprende anche l'archivio donato dal coreografo.
Jerome Robbins, tra i più grandi coreografi americani del XX secolo, esercitò una profonda influenza sia sulla storia del balletto che del musical. Inizialmente debitore a George Balanchine per l'approccio alla forma, alla costruzione coreografia e all’uso della musica, nel corso degli anni elaborò un proprio stile che incorporò diversi linguaggi, come la danza accademica e il jazz. Le peculiarità della sua danza furono una meticolosa ricerca coreografica, una profonda musicalità e un orientamento essenzialmente teatrale. Rinnovò il genere del musical con titoli che sono passati alla storia, come Billion Dollar Baby (1945), West Side Story (1957), King and I (1952) e Gipsy (1959). Contribuì ad elevare la danza nel teatro musicale ridefinendo il suo ruolo che da puro intrattenimento non collegato alla linea narrativa divenne un elemento completamente integrato nella struttura drammatica.
Charles Boultenhouse, The ‘Poetics’ of Jerome Robbins, in «Ballet Review», n. 23, 1995, pp. 59–65
Deborah Jowitt, Jerome Robbins: His Life, His Theater, His Dance, New York, Simon & Schuster, 2004
Robert Emmet Long, Broadway, The Golden Years: Jerome Robbins and the great choreographer-directors, New York, Continuum, 2001
Amanda Vaill, Somewhere: The Life of Jerome Robbins, New York, Broadway Books, 2006
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