Gobbi, Tito

Immagini (Secondarie)
Didascalie
  1. Tito Gobbi a Londra nel 1973, fotografia di Allan Warren
  2. Tito Gobbi e Maria Callas interpreti di Scarpia e Tosca nell’opera omonima di Luigi Illica, Giuseppe Giacosa e Giacomo Puccini
  3. Tito Gobbi interprete di Michele, protagonista di Il tabarro di Giuseppe Adami e Giacomo Puccini
Data di nascita
24 ottobre 1913
Data di morte
5 marzo 1984
Paese
Categoria
Qualifica
Biografia

Tito Gobbi nacque il 24 ottobre 1913 a Bassano del Grappa da Enrica Weiss e Giovanni Battista. Intraprese regolari studi musicali alle soglie dell’età adulta, a diciannove anni, dopo aver iniziato a frequentare la Facoltà di giurisprudenza dell’Università di Padova. La spinta venne da un musicista amico di famiglia, il barone Agostino Zanchetta (1878-1971), che aveva notato la bella voce baritonale del giovane e gli aveva suggerito di coltivarla. Gobbi si trasferì allora a Roma, dove divenne allievo del tenore Giulio Crimi (1885-1939). Presso la casa dell’insegnante conobbe la pianista Matilde De Rensis, figlia del musicologo Raffaello (1880-1970), con la quale intrecciò una relazione sentimentale e che avrebbe poi sposato. Dotato di sensibilità e abilità artistiche spiccate, durante il periodo degli studi provvide al proprio mantenimento grazie alla vendita di quadretti dipinti da lui stesso.
Gobbi debuttò presso il Teatro Comunale di Gubbio nel 1935, interpretando la parte di Rodolfo in La Sonnambula di Felice Romani e Vincenzo Bellini. Tuttavia, l’esito fu negativo: Gobbi riprese gli studi con Crimi. Poco dopo, attraverso la fidanzata entrò in contatto con il direttore d’orchestra Gino Marinuzzi (1882-1945). Grazie a quest’ultimo, ottenne una borsa di studio per prestare servizio come sostituto presso il Teatro «alla Scala» di Milano, dove nei mesi seguenti perfezionò la propria formazione studiando un vasto repertorio. In teatro ebbe allora occasione di esibirsi in un’unica occasione, interpretando la parte dell’Araldo nell’Orseolo su libretto e musica di Ildebrando Pizzetti (1880-1968).
Al termine dell’esperienza milanese, Gobbi rientrò a Roma. Nel giugno del 1936 partecipò al Concorso Internazionale di Canto di Vienna, conseguendo brillantemente la vittoria. Nello stesso periodo iniziò a lavorare come attore cinematografico: la sua prima prova fu la partecipazione al film I condottieri, del regista Luis Trenker (1892-1990).
Il 10 aprile 1937 sposò Matilde. Nello stesso anno, si distinse nella parte di Germont in un allestimento di La Traviata di Francesco Maria Piave e Giuseppe Verdi diretto da Antonino Votto (1896-1985) presso il Teatro Adriano di Roma. In seguito al successo riportato in quell’occasione ottenne un contratto con il Teatro dell’Opera della stessa città. La direzione artistica del teatro era allora affidata a Tullio Serafin (1878-1968); sotto la sua guida, Gobbi tornò ad ampliare il proprio repertorio e, sopratutto, ne approfondì la conoscenza. Ora in possesso di una nuova, raffinata maturità d’interprete, negli anni che seguirono svolse una carriera intensissima, nel corso della quale affrontò – a Roma, ma anche in un vasto giro teatrale che dai palcoscenici di provincia lo portò ad approdare ai centri più importanti – un repertorio di grande varietà. Tra le numerosi parti interpretate in quegli anni, si segnalano gli esordi come Scarpia in Tosca di Luigi Illica, Giuseppe Giacosa e Giacomo Puccini, e come Jago nell’Otello di Arrigo Boito e Giuseppe Verdi, che sarebbero divenuti suoi fortunati cavalli di battaglia; e come Wozzeck nel primo allestimento italiano dell’opera omonima di Alban Berg, eseguito in traduzione italiana presso il Teatro dell’Opera di Roma sotto la direzione di Serafin il 3 novembre 1942. Negli stessi anni cominciò a esibirsi regolarmente come protagonista presso il Teatro «alla Scala» di Milano e il Teatro «San Carlo» di Napoli.
Al termine della seconda Guerra Mondiale, Gobbi conobbe una nuova popolarità: la sua carriera si aprì allora su una nuova dimensione internazionale. Al principio del nuovo decennio risalgono le prime collaborazioni con Maria Callas e Giuseppe Di Stefano, coi quali il baritono avrebbe stretto un’intensa intesa artistica e un legame professionale privilegiato. Inoltre, collaborò frequentemente con artisti quali i cantanti Renata Tebaldi, Mario Del Monaco, Boris Christoff, Nicolaj Ghiaurov (1929-2004), Fedora Barbieri (1920-2003), Leyla Gencer (1928-2008), Anita Cerquetti (1931-2014), Marilyn Horne, Placido Domingo, e i direttori Victor De Sabata, Dimitri Mitropoulos (1896-1960), Herbert von Karajan, Carlo Maria Giulini (1914-2005), Lorin Maazel (1930-2014).
Gobbi si ritirò dalle scene nel 1978, per dedicarsi poi alla regia e all’insegnamento in numerosi corsi di perfezionamento. Morì a Roma il 5 marzo 1984.
Al centro dell’approccio di Tito Gobbi è l’attenzione, spinta all’estremo, per lo scavo psicologico e per la verosimiglianza della rappresentazione dei personaggi – interiorizzati al punto da curare da sé la preparazione di trucco e costumi: per il baritono, che nelle sue letture plasma la propria voce con grande raffinatezza di sfumature, sono la personalità di questi ultimi, e il loro ruolo all’interno della drammaturgia musicale a determinare l’adozione di uno stile adeguato e di una tecnica vocale modellata di volta in volta su misura, anche a costo di adottare soluzioni poco ortodosse, sacrificando l’omogeneità dell’emissione a una superiore urgenza espressiva.

Risorse web

Associazione musicale Tito Gobbi
http://www.associazionetitogobbi.com

Bibliografia

Raoul Meloncelli, Gobbi, Tito, in Dizionario Biografico degli Italiani, versione digitale
http://www.treccani.it

Lorenzo Tozzi, Gobbi, Tito, in Enciclopedia Italiana Treccani, versione digitale
http://www.treccani.it

Scritti

La mia vita, Milano, Rusconi, 1985

Interpretation: some reflections, in Giacomo Puccini. Tosca, a cura di Mosco Carner, Cambridge, Cambridge University Press, 1985, pp. 77-90

Libretti

Opere

Interpretazioni e altri documenti

Opere danza

Autore scheda
LRC

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Modificato
30/07/2019

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