Béjart, Maurice

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Maurice Béjart. Fonte: wikipedia.org.

Data di nascita
1 gennaio 1927
Data di morte
22 novembre 2007
Paese
Stile
Categoria
Biografia

Maurice Béjart, nome d’arte di Maurice-Jean Berger, figlio del filosofo Gaston Berger, nacque a Marsiglia nel 1927. Formatosi presso la scuola di ballo dell’Opéra di Marsiglia, si perfezionò a Parigi con Léo Staats, Lubov Egorova e Madame Rousanne Sarkissian e a Londra con Vera Volkova. Nel 1946 iniziò la propria carriera di danzatore al Ballet de Vichy e prese parte a varie serate di gala con Solange Schwarz, Janine Charrat e Lycette Darsonval. Tra il 1949 e il 1950 danzò nei Ballets des Champs-Elysées di Roland Petit, all'International Ballet di Mona Inglesby e al Royal Swedish Ballet dove si cimentò nella coreografia creando la sua prima versione dell’Oiseau de feu (1950) di Igor Stravinskij.

Nel 1953 fondò con il critico Jean Laurent Les Ballets Romantiques, rinominato Le Ballet de l'Étoile nel 1954 e Le Ballet-Théâtre de Paris nel 1957. Nel 1955 si pose all’attenzione di pubblico e critica con Symphonie pour un Homme Seul (1955), coreografato su musica concreta di Pierre Schaeffer e Pierre Henry. Il balletto indagava la condizione alienante dell’individuo nella società contemporanea, tema che il coreografo sviluppò nei successivi lavori creati per la compagnia. I più importanti furono: Voyage au Coeur d'un Enfant (1955), Haut Voltage (1956), Prométhée (1956), Sonate à Trois e Pulcinella (1957), Orpheé (1958).

Nel 1959 coreografò su commissione del direttore del Théâtre Royal de la Monnaie di Bruxelles Maurice Huisman la propria versione de Le Sacre du Printemps, tra le più famose e riuscite del capolavoro stravinskiano. Il balletto, risentendo dell’influenza del pensiero di Friedrich Nietzsche secondo il quale la danza, espressione della dimensione dionisiaca, rappresenta la pulsione della forza vitale, consiste in un rituale collettivo, sinonimo di gioia e di vita. Il successo ottenuto inaugurò una nuova fase della sua produzione, contraddistinta da una forte dimensione spettacolare, e portò alla fondazione nella capitale belga del Ballet du XXe Siècle, compagnia che riuniva danzatori da tutto il mondo che avrebbero lasciato un importante segno sulle scene internazionali. Per la compagnia Béjart creò un vastissimo repertorio all’interno del quale possono essere individuati i seguenti filoni: balletti riconducibili a poeti, musicisti e filosofi del movimento romantico e tardo romantico tedesco come (Boléro, 1961; Neuvième Symphonie, 1964; Chant d’un compagnon errant, 1971; Notre Faust, 1975); creazioni che avvalendosi di testi recitati e di altre forme di spettacolo simboleggiano la ricerca di un teatro totale (Nijinsky Clown de Dieu, 1971; Le Molière Imaginaire, 1976; Ring um den Ring, 1990); lavori che propongono un incontro fra Oriente e Occidente (Messe pour le Temps Present, 1967; Bakhti, 1968; Golestan, 1973); balletti tendenzialmente astratti composti su musica d'avanguardia (Nomos Alpha su musica di Yannis Xenakis, 1969; Le Marteau sans maître su musica di Pierre Boulez, 1973); riletture coreografiche, in particolare dei capolavori dei Ballets Russes (Noces, 1962; Petrouchka, 1977).

Artista poliedrico, realizzò anche allestimenti teatrali a Parigi, quali i drammi La Reine Verte (Théâtre Hébertot, 1963) e La Tentation de Saint-Antoine (Théâtre de France-Odéon, 1967) e la commedia Les Plaisirs de l'Île enchantée (Théâtre français Paris, 1980); regie per il teatro musicale come l’opera buffa La dama spagnola e il cavalier romano di Alessandro Scarlatti (Teatro la Fenice, 1961), l’operetta La Veuve joyeuse di Franz Lehár (Théâtre Royal de la Monnaie, 1963) e le opere Tannhäuser di Richard Wagner (Bayreuth, 1961), La Traviata di Giuseppe Verdi (Théâtre Royal de la Monnaie, 1973), Don Giovanni di Wolfgang Amadeus Mozart e Salomé di Ricahrd Strauss (Grand Théâtre de Genève, rispettivamente 1980 e 1983); film come Le Danseur (1968) e Je suis né à Venise (1976).

Nel 1970 assunse per un breve periodo la direzione del corpo di ballo dell’Opéra di Parigi per il quale creò una nuova versione dell’Oiseau de feu messa in scena al Palais des Sports. In seguito tornò più volte nel tempio della danza francese creando vari balletti quali Life (1979), Mouvement-Rythme-Etude (1985), Arepo (1986), Phrases de quatuor (2003) e La Barre (2004). Collaborò anche con altre compagnie per le quali realizzò produzioni di successo come Le Marteau sans maître per il Teatro alla Scala (1973), Opérette per lo Stuttgart Ballet (1985), Kabuki per il Tokyo Ballet (1986) e L’Impromptu de Hambourg per l’Hamburg Ballet (1988).

La sua attività coreografica fu affiancata da un forte interesse per la didattica che lo portò ad aprire a Bruxelles il Mudra (1970), centro multidisciplinare dove si insegnavano le varie tecniche dello spettacolo e dove si formò una nuova generazione di danzatori e coreografi quali Maguy Marin e Anne Teresa De Keersmaeker. Sette anni dopo fondò a Dakar il Mudra Afrique, diretto dal 1977 al 1982 dalla danzatrice e insegnante franco-senegalese Germaine Acogny.

Nel 1987, a causa di divergenze con il direttore del Théâtre Royal de la Monnaie, sciolse il Ballet du XXe Siècle e si trasferì in Svizzera dove fondò il Béjart Ballet Lausanne e l’École-Atelier Rudra. La sua attività proseguì a ritmo intenso, portando in scena ogni anno nuove creazioni. Esse riproponevano temi a sfondo politico (1789...et nous, 1989), approcci a civiltà lontane (Kabuki, 1986; Dibouk, 1988; Pyramide – El Nour, 1990) e rivisitazioni dei grandi classici (Casse-Noisette, 1998). Un altro filone importante fu quello dei balletti dedicati a personaggi celebri, tra i quali Sissi – L’impératrice anarchiste (1992), in cui la sovrana è raffigurata come l’amica del popolo, degli artisti e dei poeti; Le presbytère n’a rien perdu de son charme ni le jardin de son éclat (1997) dedicato alla memoria del cantante Freddie Mercury e del suo danzatore prediletto Jorge Donn, entrambi mancati prematuramente a causa dell’Aids; Ciao Federico (2003) realizzato per il decimo anniversario della scomparsa di Federico Fellini.

Nel corso della sua carriera ottenne numerosi riconoscimenti e premi, tra i quali: Grand prix chorégraphique du Théâtre des Nations (1960), Prix Hammarskjöld (1973), Dance Magazine Award (1974), Prix Erasme (1974), Prix Carina Ari (1975), Dottorato Honoris Causa de l'Université Libre de Bruxelles (1979), Commandeur de l'Ordre de Léopold (1982), Premio Enrico Cecchetti (1984), Ordre du Soleil levant (1986), Grand Officier de l'Ordre de la Couronne (1988). Morì a Losanna nel 2007.

Maurice Béjart è stato una figura centrale del balletto europeo del secondo Novecento. Il suo lavoro non solo ha vivificato la scena belga portando a maturazione una nuova classe di coreografi, ma ha avuto anche una portata internazionale. Attingendo alla sua vasta cultura, il coreografo fu portavoce di una concezione dionisiaca della danza, espressione di vita, di gioia, di forza primordiale, di divenire, attenta alle trasformazioni sociali e ai mutamenti culturali della realtà contemporanea. Nello specifico, la sua eclettica produzione affrontò molteplici temi, tra i quali la liberazione delle minoranze, la contestazione giovanile, il cosmopolitismo culturale, il pacifismo, l’emancipazione della donna. Il suo stile si contraddistinse per un’originale fusione della tecnica accademica con il vocabolario della danza moderna, valorizzando così al massimo le qualità espressive del corpo e la dinamicità ritmica dei movimenti. La sua estetica fu inoltre arricchita dall’influenza di altri generi quali la recitazione, il mimo e il canto, per creare spettacoli di teatro totale in cui i diversi linguaggi si relazionano senza gerarchie e che vengono allestiti in spazi inusuali come stadi, palasport e arene con il preciso intento di trasformare la danza nella grande arte popolare del XX secolo. Béjart lavorò a stretto contatto con i più grandi danzatori del tempo dei quali seppe magistralmente valorizzare le doti creando apposite coreografie come Chant du compagnon errant per Rudolf Nureyev e Paolo Bortoluzzi (1971), Per la dolce memoria di quel giorno o I Trionfi (1974) per Jorge Donn e Suzanne Farrell, Isadora per Maja Plisetzkaja, l'assolo “La luna” per Luciana Savignano da Heliogabale ou l'anarchiste couronné (1976), Petrouchka per Vladimir Vasil'ev (1977), Wien, Wien, nur du allein per Marcia Haydée (1982), Sissi, l’impératrice anarchiste per Sylvie Guillem (1992) e Piano Bar per Mikhail Baryshnikov (1997).

Risorse web

Béjart Ballet Lausanne

Intervista a Maurice Béjart a Radioscopie (1979).

Maurice Béjart - Voce di Marino Palleschi su Balletto.net.

Maurice Béjart. Le Temps d’un ballet è un documentario di François Reichenbach (1981).

Mudra - Afrique.

Bibliografia

Marie Françoise Christout, Béjart, Parigi, La Recherche en Danse, 1988.

Dominique Genevois, Mudra, 103 rue Bara. L’école de Maurice Béjart 1970-1988, Bruxelles, Contredanse, 2016.

Stéphanie Gonçalves, Danser à Mudra: histoires, parcours et témoignages sur l’école-laboratoire de Maurice Béjart, Recherches en Danse, 2017.

Gérard Mannoni, Les grands chorégraphes du XXe siècle, Paris, Buchet/Chastel, 2015.

Mario Pasi, I grandi della danza, Milano, Frassinelli, 1983, pp.1-26.

Elisa Vaccarino, Maurice Béjart – l’ossessione della danza, Ancona-Milano, Costa & Nolan, 2000.

René Zahnd, Maurice Béjart – L’esprit danse, Lausanne, Bibliothèque des arts, 2001.

Scritti

Maurice Bejart, Prefazione a Roger Garaudy, Danser sa vie, Paris, Éditions du Seuil, 1973 (trad. it. Danzare la vita, Assisi, Cittadella Editrice, 1973).

Maurice Béjart, L’ Autre chant de la danse. Ce que la nuit me dit, Paris, Flammarion, 1974.

Maurice Béjart, Un instant dans la vie d'autrui: memoires, Paris, Flammarion, 1979.

Maurice Béjart, Gaston Berger, La Mort subite. Journal intime, Paris, Librairie Séguier, 1991 (trad. it. E. Grillo con Premessa di V. Ottolenghi, Roma, Di Giacomo, 1993).

Maurice Béjart, Théâtre: A-6-Roc, Paris, Plume, 1992.

Maurice Béjart, Mémoires, tome 2: La Vie de qui ?, Paris, Flammarion, 1996.

Maurice Béjart, Le Même et un Autre, Lausanne, Ed. Maurice Béjart, 2002.

Maurice Béjart, Lettres à un jeune danseur, Paris, Actes Sud, 2001 (trad. it. Lettere a un giovane danzatore, Torino, Lindau, 2011 ).

Libretti

Opere

Interpretazioni e altri documenti

Opere danza

Autore scheda
SMO

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Modificato
03/04/2020

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